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mercoledì 2 settembre 2015

Convertire per ridare futuro


Un territorio intossicato. Questa è la nostra terra, questa è la Sicilia. Fogne che finiscono a mare, rifiuti non bonificati, discariche abusive. Abbiamo condannato alla pena capitale il territorio che ci visto nascere, crescere e dove viviamo. Un'infedeltà che non trova nessuna giustificazione. Un tradimento che ci sta appestando. Sento dire sempre più spesso “ho un tumore”. Ma un tumore non si possiede. Il cancro non è una patologia personale, è il frutto della scarsa qualità della vita. Non è una malattia che colpisce per caso. L'alterazione dei geni è sempre determinata da cause esterne. Questo male è il risultato di una relazione con il territorio e con l'ambiente in qui si vive. Per non sentirci responsabili, per stare bene con noi stessi, condanniamo, con una facilità estrema, una classe politica inetta, arruffona e viziosa, che non è arrivata li per caso, noi l'abbiamo sostenuta e votata. Non ci può essere concesso nessun tipo di riscatto, la nostra indifferenza ha permesso  l'umiliazione e la mortificazione della terra materna. Non c'è pena o castigo in grado ripagare i danni fatti in questi anni. Questo enorme deficit, peserà sulle spalle delle future generazioni. Spetta ai nostri figli diventare tecnici del risanamento, professionisti della bonifica, medici e volontari della decontaminazione. Abbiamo un solo ruolo da compiere: educarli al rispetto della terra. Questo funzione pedagogica ci può ridare un minimo di dignità. Non è solo un atto di riscatto, c'è l'esigenza di dare un futuro ad una generazione a cui è stato già in parte rubato. La nuova rivoluzione industriale non passa dai pozzi di petrolio, dalla chimica o dal consumo di suolo. Ciò che creerà progresso e lavoro, è il restauro, la cura, il risanamento di una terra che è stata stuprata. Il nostro territorio ha ancora un valore: qui si produce ortofrutta e vino di qualità, qui abbiamo un mare e spiagge singolari , qui c'è un patrimonio culturale riconosciuto e di grande valore. Questa è una terra che deve esportare lavoro e non sconforto, deve importare conoscenza e non disperazione. Serve creare  le condizioni.  Terra e Cultura sono le nostri doti da tutelare e valorizzare. Convertire è un verbo che non può indicare solo un'azione religiosa, ma deve implicare l’economia, gli investimenti e la scelte della pubblica amministrazione. Convertire serve per ridare futuro.