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giovedì 9 maggio 2019

Grazie Peppino



Peppino Impastato ci ha insegnato che la lotta alle mafie si fa senza se e senza ma. Lui ha denunciato - fino alla morte - la politica collusa con una mafia che diventava impresa. Lui credeva nella radio, nel linguaggio, e nelle attività culturali e attraverso questi strumenti ha denunciato, smascherato e deriso quei sistemi  economici, politici e criminali che venivano volutamente ignorati dall'informazione ufficiale che ne negava l'esistenza. La sua esperienza di lotta ha permesso la nascita e lo sviluppo della controinformazione. E' stato il primo a capire quanto sia importante l'informazione sul territorio, perchè far conoscere certe dinamiche mette a nudo affari, padrini e complici e quesato, da sempre, fa paura all'impresa mafiosa e ai suoi consulenti.  Peppino ha offerto alle persone gli attrezzi necessari per capire, giudicare e scegliere liberamente, ma soprattutto ha fornito gli strumenti per opporsi al dominio culturale delle mafie: per questo è stato ammazzato nel modo più brutale. E' stato un poeta, un politico, un militante; oggi la sua eredità formativa vive in numerose esperienze siciliane e non. Grazie Peppino per quello che hai detto,scritto e fatto; la tua lezione è stata e rimarrà un grande segno indelebile che nessuno è riuscito e riuscirà a "mascariare".  

mercoledì 1 maggio 2019

LA PROVINCIA DEL RICICLAGGIO ... 2° PARTE



Riparto da dove avevo lasciato: ... il denaro, da sempre, è un ottimo servo, ma è anche un pessimo padrone e come tutti i cattivi padrone alimenta anomalie. Non tutti i soldi prodotti illegalmente dalle mafie iblee possono essere reinvestiti nel mattone o in impianti serricoli. Questi investimenti hanno comunque una loro importanza. Per le mafie saper riciclare il denaro sporco nel proprio territorio evidenzia la loro capacità di saperlo controllare creando anche consenso sociale e aumento di prestigio. Ma è anche vero che non si può puntare tutto sugli investimenti di tipo tradizionale (edilizia e agricoltura) bisogna anche diversificare, avendo un ruolo “universale”, magari provando a riutilizzare parte del denaro illegale in settori nuovi e sempre più strategici: vedi il terziario e la finanza.
Chi conosce bene queste dinamiche racconta di tecnici affermati, di origine iblea, ben inseriti nell’operoso e dinamico Nord. Gente che ha maturato esperienze in diverse società finanziarie, sia nazionali che internazionali, professionisti dotati di spiccate competenze nei settori del diritto societario e bancario. Consulenti legali e finanziari molto schiumosi e ferrati, capaci di nappare bene, soprattutto abili nella “valorizzazione del carattere imprenditoriale della società” e quindi nella possibilità di costituire patrimoni destinati a uno specifico affare. Pare che alcuni di questi - pur a fronte di qualche grave incidente di percorso (problemi giudiziari legati al riciclaggio e alla bancarotta) ormai risalenti nel tempo e per questo riabilitati nella loro attività - abbiano studi di consulenza ben dislocati lungo il territorio nazionale. Pare pure che queste strutture siano ben inserite nei circuiti internazionali tra professionisti del settore, così da poter fornire un’assistenza più “ampia e globale” ai propri clienti. I bene informati parlano di questi studi come dei veri e propri sancta sanctorum della consulenza finanziaria, dove molti professionisti ragusani collaborano mettendo a disposizione le loro “conoscenze”. Pare anche che alcuni di questi collaboratori nostrani abbiano pure avuto ruoli politico-istituzionali di primo piano, ma adesso hanno deciso di dedicarsi a tempo pieno nella loro attività professionale.
Quali interessi economici si stanno determinando nel nostro territorio? Sta forse nascendo l’esigenza di creare strutture societarie che devono attrarre capitali? Per investirli in quali settori? Turismo? Infrastrutture come l’aeroporto? Le banche, in tutto questo, che ruolo hanno? Sarebbe interessante scoprirlo. Servirebbe una bella inchiesta giornalistica vecchio stile, come quelle di un tempo, basate sull’incrocio dei dati e l’ascolto del territorio, perché il territorio, se si sa ascoltare, racconta tutto e in casi come questi, forse, verrebbero fuori storie e nomi interessanti. C’è l’esigenza di capire come si muovono le nostre economie, serve evitare che le stesse vengano infiltrate e inquinate da capitali illegali. Comprendere queste dinamiche, considerando il ruolo di certi professionisti, è diventato fondamentale. La legalità non un totem dove danzare intorno allegramente, è prima di ogni cosa chiarezza. Invece, pare che in questa terra tutto scorra sottotraccia, prevalgono solo silenzi ed emergono solo ipotesi e domande, tante domande, che alimentano preoccupazioni e dubbi.
Il tempo saprà darci delle risposte? Vedremo! Come cantava Lucio Battisti ne “il nastro rosa” : ... chissà chissà chi sei, chissà che sarai, chissà che sarà di noi, lo scopriremo solo vivendo.  Fine