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domenica 31 maggio 2020

Fumarole = Diossine = Tumori.

Foto tratta da Google immagini


Arriva Maggio, si iniziano a smontare le serre, i teli di plastica che hanno coperto le produzioni orticole invece di essere smaltiti vengono bruciati. Non tutti gli agricoltori fanno questo, è una piccola minoranza che commette questa assurda brutalità. Ma anche se pochi creano un danno ambientale incalcolabile. Ed così che da Marina di Acate a Pachin si materializzano qua e la pennacchi di fumo nero e denso che si sparge nell’aria ammorbandola e rendendola agre e irrespirabile. Chi compie questi gesti non ha nessuna dignità. Questi comportamenti raccontano la putrefazione morale che caratterizza questa gente. Ora, come ogni anno, inizierà il solito percorso che si ripete da almeno un ventennio: appelli al Prefetto, tavoli tematici che ribadiranno l’impotenza degli organismi preposti al controllo che ribadiranno: "non abbiamo né uomini né risorse"; intanto le fumarle continueranno ad appestare l’aria e creare danni alla nostra salute e all’economia turistica e agricola del territorio.

Quando capiremo che ’ambientalismo è impegno civile, è passione democratica, è dovrebbe diventare un sentimento popolare perché guarda esclusivamente al miglioramento della qualità della vita; sarà sempre troppo tardi. Invece, questa parola è stata trasformata - ad arte - in un’ideologia elitaria e il "militante ambientalista" viene spesso accusato di essere un organizzatore di azioni politiche appariscenti e velleitarie. Naturalmente, è stato facilissimo far passare questo concetto. in parte perché spesso le "battaglie ecologiste" sono un tantino vanagloriose, ma in particolare ciò che ha vanificato ogni forma di rispetto ambientale è l'assoluta tollerenza e la perenne giustificazione politica (spesso per fini elettorali) e istituzionale verso ogni forma di irregolarità ambientale. Infatti, da anni migliaia di tonnellate di plastica dismessa dalle serre e di rifiuti urbani vengono bruciati o seppelliti senza che nessuno faccia qualcosa per impedire questo scempio. Tutto questo ha creato e crea delle conseguenze nel nostro ambiente e alla nostra salute, ma pochissimi si indignano e si mobilitano affinché questo disastro venga fermato.

E’ giusto sapere che quando le plastiche bruciano producono diossine e idrocarburi policiclici e aromatici. Pare che le particelle di diossine svolgano un ruolo sia nell’aria che respiriamo e sia nel suolo che calpestiamo e coltiviamo. Non lo dico io, lo dice l'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente). E' giusto sapere come le diossine non hanno la stessa indulgenza che abbiamo noi nei confronti di certi agricoltori che all'alba o all'imbrunire bruciano le plastiche dismesse. E NO! Le diossine si accumulano in modo irreversibile sui tessuti degli organi viventi, sia essi vegetali o animali. A lungo andare questo "accatastamento" pare che crei qualche problema anche al nostro sistema immunitario. E’ forse per questo che a Maria, impiegata e giovane madre, in un anno vengo diagnosticati due tumori? Uno al rene e l'altro alla tiroide? E’ forse per questo che a Salvatore e a suo fratello Mario - uno bracciante e l’altro ruspista - vengono accertati ad uno tumore ai polmoni e all’altro un tumore alla prostata? Sarà sempre per questo motivo che Peppe - elettricista- viene diagnosticato un tumore alle ossa, mentre a Giovanna, casalinga, viene scoperto un cancro alla mammella? Potrei continuare per ore, la lista è lunga e si aggiorna minutamente.

LA TUTELA DELL’AMBIENTE NON E’UN FATTO ELITARIO, E’ TUTELA DELLA SALUTE E DELL'ECONOMIA.

Bisogna convincersi che il tumore è una malattia sociale, dipende dalla qualità dell'aria che respiriamo, dalla caratteristica dall'acqua che utilizziamo e dalle proprietà del cibo che mangiamo: se queste peggiorano maggiore è la possibilità di ammalarsi di cancro. Sono problemi che riguardano le nostre vite. I due cartogrammi allegati (fig 1 uomini, fig 2 donne) ci raccontano della distribuzione spaziale dei tumori maligni in Sicilia. Li ho estrapolati dall’Atlante Sanitario dei Tumori redatto dall’Assessorato Regionale alla Sanità. Guardate le tre aree relative alla provincia di Ragusa e poi pensate ai pennacchi di fumo nero che giornalmente, da Maggio a Settembre, siamo abituati a vedere o ai rifiuti tossici che vengono smaltiti illegalmente qua e la nelle cave della nostra provincia. C'è attinenza si o no? L’ambientalismo è ancora un fatto elitario, proclamato da alcuni fricchettoni attempati e da pochi radical chic con la puzza sotto il naso o deve diventare un punto centrale dell’agenda politica, sociale ed economica di questa terra? Si attende risposta.




domenica 10 maggio 2020

LE MAFIE AL GRAN PRANZO DELLA BUROCRAZIA

Foto tratta da Google immagini

Il Coronavirus nelle nostra realtà non ha fatto strage di persone come a Bergamo o a Brescia ma si avvia a fare strage di piccole attività. Questo eccidio è già in atto e rischia di alimentare molte forme di irregolarità e di illegalità. La pioggia di norme, di ordinanze e di disposizioni nazionali, regionali, comunali sta favorendo e ingrassando una burocrazia diventata sempre più enorme, confusionaria e asfissiante. I nuovi principi di formalità burocratica, sommati a quelli già esistenti, bloccano e mortificano la voglia di ripartenza di tanti piccoli titolari di attività e con essi il lavoro vero, quello che crea reddito e dignità. La fase due, nei fatti, è caratterizzata da autocertificazioni che si confondono con le precedenti, da pile di documenti fiscali che seguono le richieste di finanziamenti per la liquidità, da una cassa integrazione che non parte per tutta una serie di assurde e vergognose vicende amministrative, da protocolli per la sicurezza confusionari e farraginosi. Il tutto sembra quasi un invito a chiudere le attività e a continuarle in nero, abusivamente. Il feticcio della burocrazia sta macinando ogni desiderio di ripartenza, ogni forma di reazione positiva; sta triturando tutto fino a renderlo impalpabile. In Sicilia ci sono circa 40 mila domande di cassa integrazione in buona parte ancora da riconoscere; le poche miglia di richieste di finanziamento fino a 25 mila euro, fatte agli istituti bancari, vengono liquidate a rilento. La vittima di questa lentezza è l’economia reale: le microimprese, le attività vere, quelle fatta dalle persone in carne e ossa, che sono stata prima colpite al cuore dal virus e ora vengono colpite alla testa, a più riprese, da una capziosità burocratica che ama far perdere solo tempo. Ma dentro tutta questa cavillosità qualcuno ci sta guadagnando. La classe politica, per i suoi piccoli e miseri interessi elettorali, prova a mettere su forme di assistenzialismo che non saranno assolutamente da stimolo al nostro sistema economico. Ma cosa ancora più grave è l’aggressione, senza nessun contrasto, della criminalità economica. La lentezza e l'assenza delle istituzioni sta favorendo le economie criminali. Le indolenze burocratiche stanno agevolando la finanza parallela e le agenzie di lavoro delle mafie. Usura e lavoro illegale rischiano di diventare una risposta concreta alla mancanza di accesso al credito per le piccole attività e alle disonorevoli lungaggini per liquidare la cassa integrazione. Le mafie non sparano più, non lo fanno da tempo, hanno ricompreso come prima, e grazie alle crisi, più di prima, come il territorio si possa tenere facilmente sotto scacco con il denaro e con le complicità. La burocrazia è diventata il primo complice, il primo vero alleato delle mafie, anzi: la burocrazia è mafia!
Quando questo si capirà sarà già troppo tardi perché alcuni pezzi significativi della nostra economia saranno stati già ingoiati e metabolizzati dalle economie criminali. E’ giusto che si sappia: ogni giorno perso dietro futili scartoffie, ogni norma che blocca, ogni inutile integrazione documenti è una consapevole concessione fatta alla rapacità delle mafie e ai loro “servizi"

sabato 2 maggio 2020

COVID-19, CRISI ECONOMICHE E LE OPPORTUNITA' DELLE MAFIE DEL SUD EST


    Foto Donnafugata Resort tratta dal sito charmingsicily.it      

Le mafie economiche sono un elemento con cui l’area iblea, ora, più di prima, deve cominciare a fare i conti. Di queste organizzazioni si è sempre considerato il volto violento, criminale e miserabile; facile da descrivere e da individuare geograficamente (Vittoria). Non si è mai guardato e descritto l’altro aspetto delle mafie iblee, quello più pericoloso: la loro funzione di creare rapporti con l'economica, con la politica, con le istituzioni  e con i bisogni sociali. Questo volto, nella nostra provincia, ha radici e latitudini molto articolate.

L’emergenza sanitaria creata dal Covid-19 ha già avviato una crisi economica che produrrà una profonda riduzione del reddito di molte imprese di questa provincia. La chiusura forzata delle attività, imposta per contenere il contagio, ha colpito duramente alcuni settori economici, tra questi il comparto turistico-alberghiero e a seguire tutta una miriade di piccole e medie imprese ad esso collegate. L’Est dell’area iblea, e più specificatamente la zona vasta della Contea, in questi anni ha visto uno sviluppo significativo del settore turistico che ora, purtroppo, arranca. E’ chiaro che questa crisi apre grandi spazi e opportunità a quelle economie, anche quelle mafiose, che hanno denaro da reinvestire. Mentre le istituzioni sono impegnate a discutere, nelle loro videoconferenze su come contenere una serie di difficoltà che stanno avanzando a grandi passi, provando a mettere in campo misure e fondi (fortemente insufficienti) che possano dare risposte concrete ai disagi sociali ed economici, c’è chi ha già fiutato occasioni e affari. Autorevoli componenti della magistratura e delle forze dell’ordine, su diversi quotidiani nazionali, hanno già denunciato l’interesse della mafie su questi settori. Ma il problema non è solo denunciare: è soprattutto agire. In questo momento, sarebbe fondamentale anticipare e limitare ogni spazio di agibilità alle mafie economiche. Bisognerebbe puntare l’attenzione su alcuni reati indicativi come l’usura, strumento che la criminalità organizzata ha utilizzato sempre per mettere le mani su beni e imprese. Molte analisi confermano come le attuali difficoltà economiche delineano già ora forti deficit di liquidità per tante attività. Quindi, nei prossimi mesi, l’usura potrebbe svilupparsi significativamente in questa provincia?
Laltro fattore che ha permesso alle economie mafiose di espandersi e di attivare dinamiche affaristiche e speculative è la loro capacità di gestire e drenare finanziamenti pubblici. Questa crisi avvierà un afflusso cospicuo e copioso di finanziamenti e contributi regionali, nazionali e comunitari che arriveranno anche qui a sostenere le tante imprese in difficoltà. L’imprenditoria mafiosa resterà a guardare? Oppure proverà, come sempre ha fatto, a coordinare e ottenere più fondi pubblici possibili, anzi ha già schierato la sua area grigia, il suo esercito di consulenti e di tecnici, per sondare ciò che dovrà essere aggredito e prosciugato?

Il 21 aprile scorso, con una procedura di vendita in modalità telematica, blindata e segreta, è stato acquistato all’asta il complesso turistico-golfistico “Donnafugata Resort”. Il prezzo? Meno di 20 milioni di euro. Una struttura che presenta un’area accoglienza di 2.123 metri quadri; un’area ritrovo di 1.843 metri quadri; sale riunioni, spa, e 200 camere per 11.170 metri quadri; il tutto arredato e immerso in un parco di 240 ettari con campo da golf a 18 buche. Un vero affare. C’è un altro struttura all’asta nella nostra provincia: il “Donnalucata Resort”, un complesso di 109 camere, al confine con la riserva naturale del fiume Irminio, molto più piccolo del primo ma comunque interessante.
Non è detto che dietro l’acquisto o gli interessi a rilevare queste o altre infrastrutture ci siano capitali di provenienza illecita, anzi personalmente spero proprio di no. Ed è proprio per tutelare nuovi e probabili investitori sani e motivati che le istituzioni devono cominciare a vigilare con attenzione studiando ciò che si muove nel territorio ragusano. 

Il tempo delle parole è finito. Se si vuole bene a questa terra bisogna cominciare, a fare rete, mettere insieme le forze sane, le persone che voglio uno sviluppo basato sul progresso del territorio e non sull’affarismo di pochi. Bisogna cominciare a vigilare senza cedere nulla a quella lunga e pericolosa filiera fatta di faccendieri, corrotti, e corruttori alimentata dalle mafie economiche. Restare fermi significa creare nuove e più forti condizioni di illegalità imprenditoriale. 
E’ tempo di muoversi, è tempo di fare: SE NON ORA, QUANDO?

Per scrivere questo post ho consultato: