Visualizzazioni totali

domenica 20 dicembre 2020

FARE LE COSE PER BENE, SEGUIRE I SOLDI PER TROVARE LE MAFIE.


Immagine tratta da Google Immagini

Ci sono vari modi per capire le economie criminali. Io, per semplificare, li ho ridotti sostanzialemnte a due: il primo è quello di focalizzare l'attenzione sulle realtà dove storicamente le mafie hanno avuto un  ruolo sociale dettato prevalentemente da azioni violente, spesso anche eclatanti. Qui le mafie hanno costruito economie precarie, che si reggono sullo sfruttamento, la provvisorietà  imprenditoriale,  l'abbandono scolastico; cioè si reggono grazie al sostegno sociale, politico e culturale di ogni forma di degrado.  L'altro modo è quello che analizza i comportamenti di gruppi imprenditoriali forti e strutturati che impongono, con un certo "stile", le loro regole. Queste, di fatto, sono un soggetto socio-politico-economico che esercita il suo potere come una vera e propria signoria territoriale (definizione di Umberto Santino). Questa premessa è il primo passo utile per cominciare a setacciare certe dinamiche economiche che si sviluppano da tempo anche nel nostro territorio. In provicia di Ragusa, tra la parte Est e la parte Ovest, sono in gioco ricchezze economiche e contesti sociali ben diversi, che hanno però un unico denominatore: la gestione e l'investimento di masse significative di denaro. Sembra strano, ma questi investimenti sono più corposi e significativi li dove non si fa un uso abituale della violenza. Una conferma di ciò arriva dalla relazione della Commissione parlamentare antimafia, quella approvata nel febbraio del 2018. Nella stessa infatti a pag 27 si legge che le mafie non usano  "la violenza  sui mercati legali ciò li danneggerebbe nel mimetizzarsi e nel reinvestire" le somme che devono riciclare nell'economia legale. 

Questo fatto pone un quesito: Vittoria, essendo un territorio caratterizzato da una criminalità organizzata violenta, è da sempre sotto l'attenzione dei media e degli organi inquirenti; è forse questo il motivo per cui in questa zona non è molto conveniente fare investimenti di un certo tipo? Per provare a rispondere a questa domanda va fatta una piccola analisi economica. Osservando i fatturati delle aziende presenti nella nostra provincia nel sito reportaziende.it/ragusa, vengono fuori due dati: il primo ci dice che tra le prime 20 aziende siciliane per fatturato ci sono cinque società iblee. Un recod per una provincia di modestissime dimensioni. Il secondo dato ci dice che i fatturati di queste cinque imprese (tre di Modica, una di Ragusa e una di Comiso) supera il miliardo e mezzo di euro. Come si può notare emerge una geografia economica interessante. Infatti, in tanti pensano che sia il Mercato ortofrutticolo di Vittoria, con i suoi settanta box, il cuore dell'economia iblea e di contro il centro - date le decine di inchieste che lo hanno interessato - di certi interessi. Eppure sommando i fatturati delle attività che operano direttamente dentro il Mercato non si superano i cinquecento milioni di euro. Viceversa le tre imprese di Modica superano i noventocento milioni di euro, cioè esattamente il doppio della struttura commerciale ipparina.  Non sto dicendo che queste imprese siano in odore di mafia, ma penso che mettere sotto attenzione l'economia di un territorio, ritenuto immune a prescindere da qualsiasi anomalia. mi sembra, a mio avviso, un fatto quasi ovvio. A volte, senza voler pensare male, uno si può domandare: ma certi business hanno bisogno del silenzio e della complicità delle istituzioni?

Giovanni Spampinato, che di cose ragusane e modicane se ne intedeva ci ha lasciato una frase: "ho capito che quello che faccio lo devo fare bene". Anche il dott. Giovanni Falcone ci ha lasciato una frase: "segui il denaro e troverai cosa nostra". E' venuto il momento che gli insegnamenti che ci hanno lasciato queste due persone - uccise dalle mafie - non vengano solo ricordati in convegni ricchi di tanta retorica,  ma siano soprattutto messi realmente in pratica; perché tra la veemenza dei gruppi criminali vittoriesi e la calma dinamica dell'area ragusana - modicana è morta, da tempo, la narrazione della provincia tranquilla.