Visualizzazioni totali

sabato 13 marzo 2021

Mafia, massoneria e fascismo. A Ragusa la mafia c'è sempre stata e nessuno l'ha mai vista?


Le mafie in alcuni territori non vengono percepite. Il motivo è dato dal fatto che in queste zone non si manifestano reati e omicidi di tipo mafioso. La tranquilla e paciosa Ragusa è stata sempre definita una città libera dalla mafia, come se gli interessi e le economie criminali avessero avuto una paura atavica a scalare le ripidi pareti dell'altipiano ibleo 😄 . Io invece ho sempre pensato e scritto che a Ragusa si è sviluppato, senza violenza,  un sistema relazionale che non ha una funzione di mero supporto ma è l'aspetto costitutivo del fenomeno mafioso di questa città. Qui, come in pochi altri posti, diversi poteri si sono legati fino a cementificarsi. Chi ha provato ad indagare, spiegando i legami e la composizione di questo malta, come Giovanni Spampinato, ha fatto una brutta fine. 

Nella tesi di dottorato di ricerca del dott. Fabrizio La Licata viene citato un documento anonimo del 20 febbraio 1931, tratto dall’Archivio Centrale dello Stato. Nello stesso vengono descritti in maniera “minuziosa” le caratteristiche dei maggiori dirigenti del Partito nazionale fascista ragusano, in particolare del segretario federale Lupis, dell'on. Pennavaria  e del loro entourage. La domanda che mi sono posto e che pongo a chi avrà il piacere e la pazienza di leggere questo documento è: ma Ragusa è sempre stato il luogo dove ogni anomalia viene opportunamente mascherata? . 

" ... il segretario federale sig. cav. Luigi Lupis Forestieri, chiamato “Lisuzzu”, […], gode fama di ricco possidente di terreni e di somme liquide. È di carattere autocrate, è di abitudini molto signorili, ed è seguace degli antichi costumi feudali. È legato da vincoli di sangue alle principali famiglie del luogo che nel passato manipolarono la politica provinciale (ex on. Giovanni Cartia). Attualmente una parte dei di lui parenti sono infiltrati nelle varie organizzazioni fasciste della provincia. Egli intenderebbe imprimere alla provincia un suo speciale indirizzo nel nome del fascismo.[…] Il Lupis cerca in tutti i modi di influire sull‟opinione pubblica di Ragusa e provincia specie nelle occasioni di cerimonie, solennità e commemorazioni […]. È stato un protettore della mafia. (quindi la mafia c'era già a Ragusa ndr) […]. L‟entourage del Lupis, è costituita dalle seguenti persone, le quali occupano cariche nelle organizzazioni politiche e sindacali della provincia, ove le stesse persone hanno estesa parentela.

1) Comm. Francesco Paolo Giunta, Presidente della federazione agricoltori, arcimilionario, ex propagandista e candidato del partito popolare, è parente del Lupis per parte del suocero. Sebbene molto ricco suole servirsi della macchina della federazione per usi privati, ed esercita con arte raffinata lo strozzinaggio. Il marchese Tedeschi e il comm. Pandolfo di Pozzallo sono a conoscenza dello strozzinaggio che esercita il Giunta. Ha per segretario il dott. Carruba, a lui parente, avendo sposato una giovane che dicesi congiunta ed alla quale diede in dote la somma di L. 100000. Parenti e compaesani del Carruba, sono i segretari delle varie sezioni.

2) Sig. Ugo Ciuti, segretario dell‟Unione industriale, proviene dalla Toscana, gestisce per volere del Lupis, il teatro comunale, passato al dopolavoro. Si afferma abbia subito un processo per malversazioni contabili ai danni dei sindacati. […].

3) Dott. Raffaele Schininà, presidente dell‟opera nazionale per la maternità ed infanzia (cognato del Lupis), già facente parte del partito popolare; egli non è tanto ben visto dalla popolazione per la vita di bigotto che conduce; tanto che alla domenica e nelle festività religiose si nota a questuare durante tutte le messe.

4) Prof. Malfitano, ex maestro elementare, presidente dell‟opera nazionale del dopolavoro. […].

5) Carbonaro Luigi, vice segretario della federazione fascista degli agricoltori, diffamato dalla voce pubblica per “pregiudicato”, e che fu anche proposto alla commissione per l‟ammonizione, ubbidisce ciecamente al Lupis. Tra gli altri incarichi a anche quello di reclutare donne dedite alla prostituzione clandestina, per condurle in case private e tenerle a disposizione del segretario federale. È di pubblica ragione che il Carbonaro in compagnia di tal Ugo Montes, e spalleggiato da militi in divisa, si recava nelle campagne per attendere ai bivi e crocevia, oscuri ed analfabeti contadini, per imporre loro l‟immediata iscrizione al sindacato, al solo scopo di far numero e farsi pagare la tessera, che consegnava sul luogo.[…].

6) Filippo Dell‟Agli, segretario dell‟Unione provinciale dei sindacati fascisti dell‟agricoltura, è un succube del Lupis, dal quale fu sorpreso, or non è molto, nel proprio ufficio in intimità con una donna del popolo.

7) Cav. Luigi Iacono, ricco possidente, ufficiale in congedo dei granatieri, invalido di guerra, decorato al valore, rappresenta la federazione fascista nella giunta provinciale amministrativa; […]. Gode fama di usuraio, ed esercita lo strozzinaggio, a mezzo di interposta persona, che è poi il pericoloso pregiudicato Gaetano Mazzola, chiamato Tano, capo della mafia ragusana. […]. Il pregiudicato Gaetano Mazzola suole millantare di aver servito il fascismo e di essersi distinto nelle lotte elettorali, a vantaggio dell‟on. Pennavaria. […].

8) Giovanni Sulsenti di Carmelo, chiamato “Vanni cuteddu” maestro elementare, centurione comandante provinciale dei fasci giovanili di Ragusa, membro della commissione di disciplina della federazione, gode fama di persona di nessuna serietà. […]. Fu compagno di imprese audaci al pregiudicato Gaetano Mazzola, capo della mafia, senza però cadere nella rete della Polizia. […]. Suole spesso tenere un contegno villano, vivamente deplorato e commentato, e cioè dare noie alle donne nei ritrovi pubblici (cinematografi). Fra queste si annovera la signora Licitra, moglie dell‟appaltatore di lavori edili, che costruì la strada interna di Ragusa, la quale non ha parlato dell‟affronto per pudore e per evitare gravissime conseguenze, tra il proprio marito ed il Sulsenti. Ha capeggiato un gruppo di giovani fascisti e militi, dei quali però alcuni lo hanno abbandonato, recandosi con essi nei quartieri popolari occupati dai contadini, ove adducendo pretesti di rappresentare l‟autorità, e rivolgendo domande di nessuno conto, si avvicina a giovani contadine per toccarle con le mani. [...]

Nello stesso documento si possono leggere una serie di notizie riguardanti altri personaggi legati all'on. Pennavaria, “il quale veniva accusato di sostenere un gruppo di potenti affiliati alla massoneria, che erano anche i maggiori azionisti della banca popolare agricola, detta “banca Pennavaria”. Dal documento si legge sempre:

Tutti costoro, non sono visti con simpatia dai fascisti della corrente del federale Lupis, per quanto il Lupis stesso lì avvicini e si dimostri loro amico. Perché sia possibile formarsi un‟idea sulla situazione locale si riferisce:

1) Saverio Puglisi, esattore, è il più forte finanziere della Provincia di Ragusa, il quale ha l‟appalto della esattoria di detta città e di varie province e comuni dell‟isola; non è iscritto al fascio, ex affiliato alla massoneria, e molto legato all‟on. Pennavaria, per ragioni che non si conoscono. […].

2) Comm. dott. Ottaviano Salvatore, medico chirurgo, persona di superiore cultura, manipolatore della situazione politica e finanziaria di Ragusa. Tutti ricorrono a lui per ottenere favori di qualche entità. Fu gran venerabile della loggia del luogo del rito orientale. È attualmente presidente della banca Pennavaria. […].

3) Cav. rag. Licita Salesio, direttore della banca, rettore della Provincia. Coprì alto grado nella massoneria. Gode poco simpatia nell‟ambiente. […].

4) Avv. Scribano, legale della banca ex massone.

5) Rag. cav. Giorgio Criscione, possidente, ex massone, persona della più alta fiducia di S.E. Pennavaria.

Mafia, usura, sfruttamento della prostituzione, corruzione e massoneria; tutto ben miscelato e cementato col potere politico dell'epoca.  Ma tutto questo è accaduto solo negli anni ruggenti del ventennio?