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domenica 23 gennaio 2022

Vaccinare l'economia dalle infezioni mafiose


Foto tratta da Google Immagini

Da chi e come viene contrastata l'economia mafiosa in provincia di Ragusa? La domanda sembrerebbe banale, ma no lo è. Qualcuno potrebbe dire: Polizia,  Carabinieri e Guardia di Finanza (DIA) - coordinati da una magistratura attenta (DDA) - negli ultimi anni hanno effettuato diverse operazioni importati, caratterizzate da numerosi arresti. Ma i personaggi che via via sono stati incarcerati appartenevano, in grandissima parte, a quel livello criminale formato da gente capace solo di rubare, spacciare, minacciare, rapinare, sparare; cioè persone legate, spesso, agli strati sociali più bassi, poco scolarizzati, che per affermasi hanno provato, con ogni forma di violenza fisica, a sottomettere al proprio dominio un territorio. La domanda iniziale fa riferimento al contrasto del livello economico.  Provo a fare un esempio. Poche settimane fa la Guardia di Finanza trovava sulla spiaggia di Randello circa trenta chili di cocaina purissima. Se questa partita di droga rinvenuta fosse stata messa in commercio avrebbe fruttato qualcosa come undici milioni di euro. Sto parlando di denaro contante che poi doveva essere riciclato. Come e da chi sarebbero state gestite queste somme? Ecco, questa domanda non trova mai una risposta. Forse perché qui il livello non riguarda più personaggi rozzi, con soprannomi ridicoli, capaci solo di ogni tipo di "malazione".  Ma osservando i dati statitici dell'ultimo Quaderno dell'Ufficio di Informazione Finanziaria per l'Italia (UIF), redatto dalla Banca d'Italia,  qualche risposta si può trovare. In particolare se si osservano i dati in percentuale delle eventuali segnalazioni finanziarie anomale, pubblicati a pag 11 del Quaderno (i dati sono nazionali ma la provincia di Ragusa, secondo il cartogramma di pag 12, è sostanzialmente in linea con gli stessi),  si evince come nel 2020, su un totale di 592 segnalazioni (non sono tantissime),   banche e poste sono gli enti che hanno indicato il 67% delle ipotetiche operazioni anomale. Il 23% è stato segnalato degli intermediari finanziari. Circa il 10% dagli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL). Il 9% degli Istituti di Pagamento (IP), Tra i professionisti i più attivi sono stati i notai con un 3% di segnalazioni, seguiti dallo 0,2% dei dottori commercialisti, esperti contabili e consulenti del lavoro e in fine dallo 0% degli avvocati. (https://uif.bancaditalia.it/pubblicazioni/quaderni/2021/quaderno-1-2021/index.html). Quindi, le poche segnalazioni arrivano in gran parte dal sistema bancario e postale, tutto il resto degli operatori sembra non curarsi molto della questione. Addirittura, su questo tema, il mondo delle professioni appare molto disattento.  Questa distrazione viene ben rappresentata  nel grafico della distribuzione per origine del sospetto di pagina 24 del Quaderno (si veda la figura sotto).


Ma all'interno della pubblicazione, esattamente a pag. 42, vi è un cartogramma molto interessante (si veda la figura sotto), che fornisce altre valutazioni. Il grafico fa riferimento al peso dell'operatività in contante sul totale delle operazioni finanziarie. Come si può evincere, in provincia vi è un'alta circolarità di moneta liquida e di conseguenza vi sono molte operazioni in contanti.  Secondo gli analisti dell'antiriciclaggio la facilità di utilizzo del contante e la non tracciabilità dello stesso possono essere azioni di riutilizzo di risorse di provenienza illecita.

Gli analisti dello UIF vanno oltre. A pag 44 del Quaderno vengono classificate le attività economiche potenzialmente soggette a  forme di infiltrazioni anomale (si veda la figura sotto allegata). 

Il 60% delle attività ricade nel settore del commercio, in particolare commercio al dettaglio (33,9%) e ristorazione (15%), settori dove si compiono operazioni di piccoli importi, ma va anche detto che sono i settori maggiormente colpiti dalla crisi generata dal COVID e quindi dalle ripetute chiusure dettate dal lockdown. Molte di queste attività per ripartire hanno bisogno di una liquidità che difficilmente gli istituti di credito potranno concedere.  E' forse in questo modo che i soldi delle mafie potranno avere un ruolo nel "rilancio economico" di questi settori? E' così che  l'illecito può diventare lecito? La disponibilità economica delle mafie e la capacità dei suoi  complici può diventare un ottimo pretesto per confondere le acque attorno a vecchi e nuovi traffici? Infine: nella nostra provincia dove sono maggiormente concentrate queste attività?  

Lo stato parallelo, o meglio la finanza parallela, non sta sicuramente a guardare. La crisi crea molte occasioni  e i complici sono sempre pronti e attenti, a titolo oneroso, nel dare le giuste indicazioni.  Per questo tipo di contagio serve un vaccino nuovo che immunizzi seriamente l'economia del territorio da queste possibili  infezioni. Un siero diverso rispetto alla triaca che da anni viene somministrata.
  

domenica 2 gennaio 2022

SAN BASILIO



Foto Franco Assenza (strage 2 gennaio 1999)

Dal 1999 a Vittoria il 2 gennaio è la data che smorza in modo drastico le luci delle festività natalizie. La data non certifica soltanto l'oltraggio peggiore che la nostra comunità abbia subito, rappresenta soprattutto, uno spartiacque. Nella logica delle mafie il cambiamento deve essere marcato dal piombo e battezzato col sangue. Fu così nel settembre del 1983 quando finì l'era del boss Cirasa e del contrabbando delle sigarette e iniziò l'era dei Gallo con il racket e la droga.  Avvenne la stessa cosa nel 1987, quando il clan stiddaro dei Carbonaro Dominante sterminò la famiglia Gallo e si impose sul territorio. Con la strage del 2 gennaio 1999 finisce il dominino della  stidda e inizia quello della mafia liquida, un network che ha come scopo l'accumulazione del potere economico e poi di quello politico. Per completare questo salto di qualità oltre a consolidare i rapporti di convivenza  con imprese e professionisti compiacenti va messa, in modo definitivo, in riga quella "zavorra" di malavitosi straccioni, rozzi e aggressivi che si atteggiano a boss, le cui azioni violente attirano l'attenzione degli organi inquirenti mettendo a rischio i nuovi affari. Poco importa se a perdere la vita saranno due innocenti, per i nuovi "gruppi economici" gli interessi hanno precedenza assoluta. 
La DIA in una delle sue ultime relazioni ha fatto una descrizione precisa delle mafie liquide: "professionisti e imprenditori deviati, cioè l’area grigia dell’economia criminale, che consente di entrare in contatto con un’altra area grigia, altrettanto pericolosa, dove operano gli apparati infedeli della pubblica amministrazione. L’anello di congiunzione è la corruzione" - ­ va avanti la Dia -  "le mafie si presentano nella veste più moderna e imprenditrice, ammantandosi di apparente legalità. Del resto commesse pubbliche e finanziamenti nazionali e comunitari, insieme a settori da sempre privilegiati dalle consorterie mafiose, si pensi ai rifiuti, all’edilizia e al ben noto ciclo del cemento, sono occasione irrinunciabile".
La ndrangheta è la mafia liquida per eccellenza, la sua vocazione affaristico imprenditoriale la pone saldamente come leader nei grandi traffici di droga e nel tempo, sempre secondo la DIA, ha rafforzano i rapporti tra alcune famiglie storiche della mafia siciliana soprattutto del Sud Est siciliano. Il pensiero corre subito ad un altro delitto avvenuto a Vittoria il 14 dicembre del 2014, su cui è subito calato un rumoroso silenzio, quello di Michele Brandimarte, un boss calabrese legato alla 'ndrina dei Piromalli Molè.  Cosa era venuto a fare questa persona a Vittoria? Una risposta arriva sempre dalla relazione della DIA del secondo semestre 2014: "il traffico di stupefacenti avrebbe determinato contatti tra i clan di Vittoria e il gruppo 'ndraghetista dei Piromalli Molè. 

Foto Franco Assenza (omicidio Brandimarte 14 dicembre 2014)

La gestione del traffico delle droghe porta enormi masse di denaro che vanno reinvestite (riciclate) in imprese legali e per fare tutto ciò serve serenità e professionalità specifiche. Nella terra del capitalismo molecolare entrato in crisi, le economie criminali, che con scaltrezza, hanno mutato la loro strategia nella modalità di acquisire potere economico e consenso sociale, sono diventate, con la loro rete di complicità professionali e imprenditoriali, una risposta  concreta a questa crisi. E' fin troppo evidente, dopo il 2 gennaio del 1999 gli interessi e il modo di operare delle mafie è cambiato profondamente, ecco perché il giorno di San Basilio non è e non può essere solo una data da commemorare in modo mesto e sempre meno partecipato. Ventitre anni fa è iniziata una nuova era per la mafie di questa zona di cui ancora oggi non si vuole intravedere né forma e né dimensione. Pochissimi, nel silenzio generale, ne intuiscono  interessi e affari, ma nessuno ne vuole tracciare il contrasto.