Io lo so. So cosa fa girare l'economia del mio territorio. Tutti parlano
dell'agricoltura, anzi della serricoltura. Ma quando mai, non è più così da tempo. L'odore del
successo, della conquista, da trent'anni, sta nel cemento, nei
mattoni, nei ponteggi, nelle lottizzazioni, ma soprattutto nella
capacità di utilizzare la paura di tanti piccoli imprenditori
artigiani del settore - gli unici
che non si sono mai arricchiti e che oggi sono travolti dalla crisi. Piccoli imprenditori, lavoratori autonomi abituati a credere che se non si costruisce si rimanere senza lavoro. Le prove sono indiscutibili, le ho riprese in questi anni con i miei
occhi. Ho visto la città crescere, allargarsi fino a puntare verso
il mare. Altro che oro verde, qui da tempo tutto nasce dal cemento.
E’ da sempre la professione più facile per far soldi nel più
breve tempo possibile. Devi avere solo una capacità: agguantare
silenziosamente, come un predatore, i terreni più allettanti,
acquistarli per pochi decine di euro al mq e poi attendere. Una
variante, una modifica, la nuova stesura del piano regolatore,
qualcosa ti verrà sicuramente incontro. Non ci voglio prove per
queste cose, baste sentire il discorso dell'imprenditore Edoardo
Nottola
nel film Le
mani sulla città
di Francesco Rosi: “…
questa terra quanto la puoi pagare oggi … trecento, cinquecento,
mille lire al metro quadrato … ma domani questa terra, questo
stesso metro quadrato, ne può valere sessanta, settantamila, e pure
di più … Tutto dipende da noi, il cinquemila per cento di profitto
… niente affanni e niente preoccupazioni … tutto guadagno e
nessun rischio … Noi dobbiamo fare solo in modo che il comune porti
qua le strade, le fogne, l'acqua, il gas, la luce e il telefono ...”.
E'
così da sempre e in ogni parte d'Italia. Quando l'obbiettivo è
raggiunto, tutto è già pronto per la realizzazione dell'opera: dal progetto
alle imprese di subappalto. Tanti piccoli artigiani, su cui tagliare il
prezzo di costruzione, scaricare responsabilità e rischi. Quando
guardo le tante costruzioni nate in questi anni e ci entro per
visitarle, sento le voci di chi le ha costruite senza guadagnarci
nulla, si è solo indebitato e vive con la promessa di un nuovo
lavoro convinto di potersi rifare. Le banche poi hanno sempre
concesso credito ai tanti Nottola. Si Può dire che le banche
sembrano fatte solo per i Nottola. Per gli istituti di credito le
imprese agricole, l'artigianato, i servizi sono attività gassose,
prive di massa. Mi capita, a volte, di trovarmi con questi
imprenditori, con i Nottola, con i più forti; li guardo, li
ascolto, sono ben vestiti, hanno uffici che sembrano studi
professionali con quadri d'autore alle pareti, parlano bene, con
calma, alcuni mi dicono: “sai ... io sono sempre stato di sinistra”,
come per giustificarsi. Ed è li che sale la rabbia, quella muta, che
ti fa digrignare i denti e mordere la lingua. Io lo so chi siete, so
che state fiutando nuovi affari, malgrado la crisi, nonostante la
mancanza di credito, per voi tutto questo non esiste. Anzi, per voi
la crisi è un opportunità e la mancanza di credito è un pretesto. Con poche migliaia di euro si possono comprare terreni e fabbricati messi all'asta così da far ripartire la giostra da un'altra angolazione. E poi si trova sempre qualcuno pronto a difendere questi affari. Gli argomenti sono
sempre gli stessi: lo sviluppo, il lavoro, l'economia, la crisi, l'impresa, la modernità
… tutte definizioni. Nei fatti tutto è per voi. La verità, nonostante tutto, è li e non si può nascondere. Io lo so, e così, e non posso
assecondarvi.
Riadattamento di "Io so e ho le prove" di Roberto Saviano, pubblicato nel n.32 di Nuovi Argomenti dell'ottobre 2005.
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