All’aereoporto di Catania in questo periodo incontri più amici che
in una via del centro cittadino. Ho fatto compagnia ad un amico che
doveva accompagnare suo figlio. Purtroppo quando finiscono le feste
l’area partenze dello scalo catanese assomiglia più alla
sala dello sconforto. Quella luce al neon, forte, brillante,
fastidiosa, che esalta i colori delle tante pubblicità appese ovunque, ricche di fascino femminile, sembra dissolversi, rende tutto
molto triste, fa da contorno ad un ritratto malinconico creato dal
distacco di tante persone che conosci. La separazione di tanti amici
con cui hai condiviso gli anni più belli. Li guardi di spalla mentre
fanno check in e ti auspichi che non si girino per non dare un
appiglio alla rabbia, alla nostalgia. Loro partono e io ho la
sensazione di vedere la mia terra, la mia vita che
perde pezzi. I ricordi affiorano, senti voci, risate, feste … una
volta eravamo pieni di sogni e di speranze adesso siamo tutti sparsi
per il mondo. C'è Giovanni che non riusciva ad
arrivare a fine mese e a Londra
dirige uno dei ristoranti più noti della City. C'è Luca
che qui brancolava tra un contratto a
termine e un co.co.pro con l’università mentre in Germania ha
subito iniziato ad lavorare in un prestigioso centro ricerche. C'è
Angela che si era ridotta a lavorare in un call
center. Oggi ha un contratto con una impresa immobiliare a Barcellona
C’è Franco che sognava di progettare la città
del futuro e oggi collabora in uno studio d'architettura di Parigi,
mentre qui i progetti li affidano ai figli degli amici. All'inizio
li definivo dei vigliacchi, dei traditori perché si erano arresi,
perché mi hanno lasciato “solo”. Poi riflettendo mi sono reso
conto che ero ingiusto e ingeneroso nei loro confronti. La vita non
ti da molte possibilità, non puoi aspettare sempre, se non agguanti
qualcosa le tue aspettative diventano rimorsi. Per questo mi sono
convinto, sempre più, che loro non hanno tradito un bel niente, sono
stati traditi dalla loro terra. Chissà che Rinascimento
sarebbe se un giorno tutti potessero tornare. Certo, bisogna
preparare il momento di questo ritorno … ma serve qualcuno in grado
di prepararlo.
P.s. I nomi sono immaginari ma le storie sono vere e non riguardano solo cittadini vittoriesi.
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