Pochi
giorni fa un vastissimo incendio nella pineta di Chiaramonte Gulfi ha
distrutto diversi ettari di macchia mediterranea. Una ricca
vegetazione fatta anche di alberi secolari è evaporata. Naturalmente l'incendio era di natura dolosa. Il sindaco del comune montano,
Vito Fornaro, nel suo profilo Facebook ha chiesto collaborazione ai
propri concittadini per individuare i responsabili di questo scempio
disumano: “Chi
sa, oppure ha visto, parli, perché bisogna individuare i colpevoli
...”
. Pare
che le sue parole siano cadute nel vuoto. Fino ad ora nessuno ha
visto, nessuno ha sentito, nessuno ha parlato. Ma chi può avere interesse
a mandare in fumo una delle macchie mediterranee più belle del Sud
Italia? Forse esagero, ma dietro questo tonante silenzio non vedo
indifferenza o passività, ma percepisco un'angoscia, una
paura inquietante. L'omertà regolamenta e scandisce i comportamenti anche nella provincia babba. La mia potrà sembrare una posizione fuori misura, ma l'assordante
mutismo dei cittadini della tranquilla Chiaramonte, di fronte
all'invito del sindaco, fa veramente riflettere. La Pineta di
Chiaramonte Gulfi come il parco dei Nebrodi? Dietro
questo ennesimo incendio doloso (non è il primo che interessa la
pineta) si celano forse interessi legati ad attività speculativa dei
terreni o di prevenzione degli incendi e di rimboschimento? Gli inquirenti proveranno sicuramente a fare luce. Di certo è stato commesso un
atto criminale che ha provocato danni ambientali e di immagine
incalcolabili.
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