la
campagna elettorale sul referendum è entrata nel vivo e la giostra
mediatica sta già girando a mille amplificando cineticamente tutte
le dichiarazione dei vari leader dei due schieramenti. In questo
vortice di frasi e controfrasi ce n'è una che rimane sempre a galla,
la sua: “abbattere i costi della politica”. La recita con
un' enfasi, con una retorica così persuasiva da renderla fisica.
Quando Lei si appresta a pronunciala i tratti del suo viso di colpo
si irrigidiscono e le smorfie che La caratterizzano si resettano. Una mimica facciale unica, impareggiabile. E' come se Lei
credesse veramente a quello che dice. Certo, la sua storia personale
però è in leggera contraddizione con la sua frase. Sul suo
sito, matteorenzi.it,
nella
sezione
chi
sono
non
si capisce bene che tipo di lavoro Lei abbia svolto prima di entrare
in politica. Leggo: “Lavora
come dirigente nell’azienda di famiglia che si occupa di servizi di
marketing”.
Frase, a mio avviso, generica, che non chiarisce quale tipo di
esperienza lavorativa Lei abbia maturato. Ma poco importa.
Il
suo curriculum politico invece è ampio, denso, ricco. E' evidente
che Lei ha sempre e solo fatto politica e di politica vive. Non è
un'accusa la mia. Ho sempre ritenuto la politica il mestiere più
alto e più nobile che una donna o un uomo possa svolgere, ma
richiede qualità specifiche. Per questo non la ritengo un costo, ma una risorsa. Persone come De Gasperi, Dossetti, La
Pira, Moro, Togliatti, Di Vittorio, Ingrao, Pajetta, Berlinguer,
Nenni, Pertini ... sono state un costo? Converrà con me che sono
stati una risorsa. Dietro le storie di questi uomini ci sono anni di
sacrifici, privazioni, sofferenze e lavoro, tanto lavoro, praticato
in tutte le sue forme. Proprio perché conoscevano nel profondo il
significato della parola lavoro, cercavano di incentrare la loro
azione Politica
nel migliorare le condizioni economiche e sociali del Paese. Inoltre,
erano persone che si dedicavano molto raramente alla politica della
talpa, una pratica furbesca, direi un tantino infame, che consiste nel
far mancare il terreno sotto i piedi anche ai propri compagni di
partito, pur di arrivare ad occupare velocemente posti di rilievo.
Saprà sicuramente come molti di questi sono padri di quella
Costituzione che Lei chiede di “modificare”. La credibilità di queste persone è ancora così forte nel Paese che avete scelto di utilizzare alcune figure (posso dire strumentalmente?) per
dare credito e vigore alla vostra campagna referendaria (i manifesti
con la faccia di Ingrao, Berlinguer ... ricorda? ) .
Sono
certo che sosterrà anche Lei che quel modo di fare Politica
non è un costo. Se è così, sa anche che il suo ruolo
politico/istituzionale gli impone di essere chiaro. Mi permetta, penso che Lei debba dire: “abbattere
i costi della mala-politica”,
precisando
cos'è
la mala-politica, cioè: la
gestione inconcludente e inefficace delle istituzioni che si
amministrano, caratterizzata da latitanza, episodi di malcostume e
corruzione, mancanza di progettualità, ipocrisia, smania di fare
sempre e comunque buona figura, il tutto condito da continui e
ripetuti cambi di casacca. Tutti mali che conosciamo ma che nessuno, neanche Lei, ha provato a
redimere. Non mi pare che la riforma costituzionale che Lei propone e per cui siamo chiamati a votare al referendum del prossimo 4 dicembre, punti ad abbattere tutto
questo. Anzi.
Lei
sta già occupando tutti gli spazi mediatici per promuovere la sua
causa, che io, come avrà capito, non condivido. Le chiedo però
umilmente di essere preciso. La Politica
ha ancora un suo fascino, soprattutto nelle giovani generazioni, non la sfregi con frasi generiche, o peggio con promesse
mirabolanti.
La
saluto augurandole un grande in bocca a lupo per la sua carriera
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