Foto tratta da Google immagini
All’ombra
degli Iblei c’è
un omicidio che
non trova
soluzione: quello di Peppe Lucifora, il cuoco modicano picchiato
violentemente e poi
strangolato lo scorso 10 novembre a
Modica. Il
delitto rischia di rimanere un
enigma senza
colpevole. La
probabile
“società civile” modicana è
silente. Dopo
la sorpresa e la meraviglia iniziale tutto è via
via
scemato. La
Città
della
Contea
ha ripreso immediatamente i suoi ritmi facendo
di
tutto per farsi
scivolare addosso la "cosa" con estrema rapidità. Nessuno parla, nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Ora
che cominciano ad affiorare alcune ipotesi e sarebbe importante che qualcuno aiutasse gli inquirenti, sembra, invece, che la vicenda diventi
sempre
più
fastidiosa
e
quindi sempre meno considerata.
Questo mutismo fatale
e
ambiguo
si
presta a molteplici letture: stiamo zitti perché “u scruscio”
può danneggiare il buon nome della città; restiamo
muti perché non ci interessa nulla; rimaniamo in silenzio perché
meno se ne parla meglio è. Insomma, si tace per disinteresse,
rassegnazione e forse anche per
omertà?
Intanto,
secondo
gli inquirenti, al
centro dell’inchiesta
dell’assassinio
ci sarebbe una nuova
pista
dettata del patrimonio economico
attribuibile al Lucifora, gli stessi investigatori lo hanno stimato intorno al milione e mezzo di
euro. Si
parla di giro di usura, ma dove c’è strozzinaggio c’è anche
un’organizzazione criminale ... O
NO? Come
è possibile che un dipendente possa
aver accumulato un tesoro di tale proporzione? Come ha guadagnato
questi soldi?
A Modica nessuno sapeva e
vedeva
nulla? Avrà investito una parte di questi soldi? Se lo ha fatto
avrà chiesto la consulenza di qualcuno capace? Tutte domande che, in
una società che da sempre si definisce
esente dal modello culturale mafioso, dovrebbero trovare delle
risposte e invece domina un
silenzio,
una
impassibilità
che hanno
il retrogusto dell’omertà che sostiene le mafie. Se
questi fatti dovessero trovare conferma
il motivo di tanto mutismo
ha
una sola definizione:
irragionevole
complicità. È come se a Modica si fosse affermato un principio: meglio
offuscare
questa
“viriogna”
parlando
delle feste al castello, della
campagna pubblicitaria di Dolce e Gabbana,
dell'onnipresente cioccolato, di ‘mpanatigghi, di
“scacce”
o di qualche altra piacevole e appetitosa
particolarità
“muricana”.
La
leggerezza mista all’apatia è da
sempre
un ottimo anestetico, riesce a narcotizzare per bene e
rapidamente
le coscienze.
Questo
atteggiamento ci
racconta
l’assenza
della
presunta
“società civile” modicana, anzi la
stessa ha
mostrato
la sua vera faccia: disinteresse
per
cosa sta succedendo da anni all’ombra dei duomi di San
Giorgio
e di San Pietro.
Nessun commento:
Posta un commento