Negli ultimi venti anni la parola legalità insieme alla parola antimafia sono stati i sostativi più usati e abusati. In nome e per conto di queste due parole sono nati e si sono moltiplicati una marea di professionisti, molti anche farlocchi. Questa storia, forse, spiega cosa e su quali temi dovrebbe avvenire il contrasto alle mafie.
“Quando con il lavoro riesci solo a sopravvivere è la peggiore delle disperazioni. Io ero disperato, non riuscivo a soddisfare le esigenze legittime della mia famiglia, le esigenze no i vizi, LE ESIGENZE!! I libri per la scuola, il mutuo, le bollette, u manciari ... le esigenze, solo le esigenze ...”
Michele ripeteva la parola esigenze con gli occhi gonfi di rabbia e pronti ad
esplodere in un pianto collerico. Quel breve discorso raccontava una
grande verità: la provvisorietà economica è anche provvisorietà esistenziale. Chi lo ascoltava gli fece un cenno con la testa, come a dire: "continua a sfogarti". Lui capì e riprese a parlare con la stessa intensità.
"Quando
fui assunto alla segheria di Peppe u Turcu (uomo
di panza e di sostanza ndr) lui in persona, senza
neanche guardarmi in faccia (era troppo impegnato a
traffichiare con lo telefonino) mi disse quali erano
le condizioni:
-
“Il tuo stipendio sarà di mille euro al mese ...
anche se nella busta paga troverai scritto un importo superiore
prenderai sempre mille euro al mese. Non cercare gli 80 euro
di Renzi, gli assegni familiari o lo straordinario ... CCA’ STI
COSI NON ESISTONO ... se ti conviene la
situazione è questa, viceversa quella è
la porta ...” e con il gesto della mano mi indicò l’uscita.
Non
avevo tante altre possibilità. In
tasca avevo una bolletta scaduta da dieci giorni e la banca mi aveva
telefonato tre volta per la rata del mutuo. Gli dissi di si.
Peppe u Turcu, distogliendo un attimo
gli occhi dallo schermo del suo telefonino e guardandomi appena mi
disse:
-
“vai in quell’ufficio e firma le carte che ti fa vedere la
signorina”.
Firmai
il contratto e subito dopo un signore, che tutti chiamavano “u
sorvegliante”, mi disse cosa dovevo fare. Fu così che tre anni fa
iniziai a lavorare ‘nta segheria ro Turcu".
Chi lo ascoltava gli domandò: "scusami Michè, ma quanti operai
lavoravano nella segheria?"
La
risposta fu immediata: "circa quaranta ... e le condizioni
erano identiche per tutti. C’era chi prendeva un po' di più ma solo
perché lavorava da più tempo ... e comunque, nessuno prendeva gli 80 euro, gli assegni familiari e lo straordinario".
Facendo un conto approssimativo, per ogni lavoratore erano da tre a cinque mila euro l’anno di “trattenute obbligatorie”, moltiplicando
per il numero dei dipendenti si arrivava a circa 150 mila euro l’anno; per tre anni - il tempo trascorso dalla firma del
contratto di Michele - erano quattrocentocinquantamila euro (€ 450.000,00). Soldi,
fatica, diritti, sottratti “ppi sucu di mafia” a chi lavorava.
Mentre chi lo ascoltava pensava a quella somma Michele continuava il
suo racconto:
"Mi aggrappai mani e piedi a quelle
mille euro, erano una certezza, una scarsa certezza, ma
c’erano. Con mille euro al mese
se hai un mutuo di quattrocento euro si arranca.
In famiglia siamo in quattro e mia
moglie non lavora... Sapevo chi fosse Peppe u Turcu,
tutti conoscevamo la sua storia, ma ci permetteva di campare ... MALE! ... ma si campava.
Poi,
quella mattina, tutto cambiò ... elicottero,
auto della polizia e poi poliziotti che spuntavano da
tutte le parti. La prima cosa che pensai fu: ho perso il lavoro. Quel pensiero, incrociando lo sguardo di chi faticava con me, divenne collettivo: ABBIAMO PERSO IL LAVORO.
Seguirono giorni di preoccupazione. L’azienda fu confiscata. Arrivò l’amministratore giudiziario. Si persero subito alcune commesse (quasi sicuramente erano clienti che compravano i nostri prodotti ma li pagavano in nero, senza fattura). Ma quando a fine mese arrivò lo stipendio la sorpresa (per tutti) fu grande. € 1.420,00. Minchia, c’era tutto. Le 80 euro di Renzi, gli assegni familiari, pure lo straordinario. La regola, u giustu, quello che mi spettava ... lo prendevo per la prima volta dopo tre anni. TRE ANNI!! ... questa è la Legalità ... e no dda cosa cuntata da certi politicanti o da qualche parrino ... NOO! ...quella è una minchiata da salotto, chiacchiere di gente cca' panza cina che non conosce manco lontanamente il significato della parola difficoltà.
Seguirono giorni di preoccupazione. L’azienda fu confiscata. Arrivò l’amministratore giudiziario. Si persero subito alcune commesse (quasi sicuramente erano clienti che compravano i nostri prodotti ma li pagavano in nero, senza fattura). Ma quando a fine mese arrivò lo stipendio la sorpresa (per tutti) fu grande. € 1.420,00. Minchia, c’era tutto. Le 80 euro di Renzi, gli assegni familiari, pure lo straordinario. La regola, u giustu, quello che mi spettava ... lo prendevo per la prima volta dopo tre anni. TRE ANNI!! ... questa è la Legalità ... e no dda cosa cuntata da certi politicanti o da qualche parrino ... NOO! ...quella è una minchiata da salotto, chiacchiere di gente cca' panza cina che non conosce manco lontanamente il significato della parola difficoltà.
Michele, con
gli occhi sempre più gonfi,
non aveva solo raccontato
i suoi disagi, aveva fatto una lezione.
Si salutarono, ma prima di andarsene Michele rivolgendosi a quella persona disse: "l'azienda ha superato
la fase critica, ora va bene,
l’amministratore ci ha detto che “possiamo diventare imprenditori
di noi stessi” ... non sarà facile ... ma si è aperta una strada ...
per formare ... una ... cooperativa ..."
e scoppiò finalmente a piangere.
P.s. la storia è vera, i nomi invece sono di fantasia.
Nessun commento:
Posta un commento