Pio La Torre foto tratta da Google Immagini
La prima questione da porsi è: cosa e quanto è stato sequestrato in
questi anni alle mafie vittoriesi?
Nella
pagina web del
sito del comune di Vittoria (https://www.comunevittoria.gov.it/) si
trova
un link: “beni immobili confiscati alla mafia", entrandoci si può
accedere all'elenco
dei beni confiscati. Il
documento non è molto aggiornato,
porta la data del 28 novembre del 2018 e in esso sono registrati 21
immobili tra
terreni e abitazioni
appartenenti
a dieci differenti proprietà. Quattro
di
queste
proprietà erano
assegnate
temporaneamente
ad associazioni di volontariato e cooperative sociali, ma
l’assegnazione
è già scaduta
da
tempo. Altre
quattro proprietà sono da assegnare. Una
è in uso temporaneo al comando di polizia municipale e in una, pare, vi abiti
una
famiglia. Riassumendo:
su 21 immobili solo
due sono assegnati, tutto il resto è inutilizzato. Si può dire che è
un evidente fallimento?
Continuando a cercare la cosa è diventata più interessante. Il 4 gennaio scorso ho ascolatato l'intervento del prof. Giuseppe
Teri, vicepresidente nazionale della scuola di formazione Antonio
Caponnetto, durante la
diretta Facebook
organizzata da I
Siciliani
giovani in
memoria di Giuseppe Fava. Il
prof. Teri, illustrando alcuni dati dell’Agenzia
Nazionale
dei Beni Sequestrati
e
Confiscati (ANBSC), si
è
soffermato
su quelli relativi a beni sequestrati a Vittoria. Dal
suo intervento ho appreso come, al 4 gennaio 2021, alle mafie vittoriesi “sono
stati confiscati 64 beni. 57 sono in gestione dell’ANBSC, cioè vuol dire non sono ancora utilizzati. La
differenza tra 64 e 57 sono in procedura giudiziaria…” . Quindi, ad oggi, nella nostra città ci sono 57 beni immobili gestiti dall'ANBSC - che è un ente posto sotto la vigilanza del Ministero dell'Interno - inutilizzatti, trascurati, abbandonati. Lo stesso Ministero però ha pagato per anni l’affitto
per
l’immobile dove è allocato il
commissariato di polizia di
Vittoria
ad
un parente
della famiglia Luca, ovvero Rocco Luca, figlio di Salvatore, finito
in carcere assieme allo zio e al padre, nel luglio 2019, perché indagati con accusa di
concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio ( https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/07/14/sequestrata-sede-pstra-proprietari-clan_e443eaa9-efc2-46ff-81da-a351f4567558.html).
In una città dove le povertà aumentano e dove il Covid sta peggiorando la situazione economica ci sono 57 beni che potrebero essere riutilizzati per creare lavoro, ma non vengono usati. Non si conosce la loro reale consistenza, non fanno parte del dibattito politco, non vengono neanche utilizzati dallo Stato che li ha in gestione. Questo non è un fallimento: è una vergogna! E' la conferma che qui qualisiasi forma di contrasto alle economie mafiose - metastasi di questo territorio - è stata inconsistente. A cosa sono serviti i percorsi di legalità se poi non siamo riusciti a gestire e utilizzare i patrimoni delle mafie per scopi economici e sociali? Senza voler fare demagogia: ma Pio La Torre per cosa è morto? Per finire con la faccia stampata su qualche murales? L'amministrazione che verrà, di qualuque colore essa sia, dovrà essere incalzata con forza, su questo tema.
Vittoria deve diventare un presidio di giustizia sociale e lo deve fare partendo dall'utilizzo dei beni di chi ha infangato e sfregito questa città. .... Continua
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