“Fallo
ammazzare, ma che cazzo ti interessa … ogni tanto un murticieddu
serve per dare una calmata a tutti …”
Se
qualcuno si era convinto che la criminalità economica del Sud Est
siciliano fosse una congrega di straccioni è stato smentito su tutti
i fronti. Ad accendere i riflettori su le mafie più agguerrite,
rapaci e meno studiate di sempre, è stato Paolo Borrometi. Con la
semplicità e la chiarezza che lo contraddistingue, ha esaminato la
composizione delle famiglie mafiose, i loro intrecci e i loro legami.
Ha analizzato i loro affari: prima di ogni cosa come riciclavano la
massa enorme di denaro prodotta con la gestione della filiera degli
stupefacenti. Ha denunciato i loro legami con la politica e con pezzi
delle istituzioni di questo lembo di Sicilia. Ha capito come si
infiltravano e ammorbavano l’economia legale di questa terra. E
poi, dopo aver verificato con attenzione, ha raccontato tutto con una
semplicità disarmante. Anche i ragazzini delle scuole elementari,
soprattutto i ragazzini delle scuole elementari, hanno compreso i
suoi articoli. E con la forza delle parole, delle parole semplici, ha
messo a nudo interessi e business che per anni sono stati mascherati,
protetti, tollerati e coccolati. Le parole di Paolo non si sono
limitate ad accendere una luce, hanno irraggiato il Sud Est. Ciò che
altri, sapientemente, nascondevano col buio delle loro parole,
sperando che lo stesso divorasse ciò che eclissava, lui lo ha
abbagliato con le sue parole. Per queste parole è scattata la
“fatwa” mafiosa, la sentenza: “Fallo ammazzare ...”. Tutti
quelli che ritenevano Paolo un raccontatore automatico di minchiate
(ed erano tanti) adesso si sono dovuti ricredere. E’ il boss del
clan Cappello che lo vuole morto. Per capirci, stiamo parlando della
cosca più potente della Sicilia Orientale, capace di imporsi pure
nel territorio calabrese e campano. Chi dice che la mafia non esiste,
o che non bisogna parlare di mafia per non infangare la nostra terra,
ha perso definitivamente, Chi ha sputato veleno su Paolo, lo ha
sputato su se stesso. Quando capiremo che chi denuncia un problema
non è il problema allora, e solo allora, avremo capito quando è
utile la funzione di Paolo e di quelli come lui.
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