Foto Donnafugata Resort tratta dal sito charmingsicily.it
Le
mafie economiche
sono
un elemento
con cui l’area
iblea,
ora,
più di prima, deve
cominciare a
fare i conti.
Di
queste organizzazioni si
è
sempre
considerato
il volto
violento, criminale e miserabile; facile da descrivere e da individuare geograficamente (Vittoria).
Non si è mai guardato e descritto l’altro aspetto delle mafie iblee, quello
più pericoloso:
la
loro funzione di creare rapporti con l'economica, con la politica, con le istituzioni e con i bisogni sociali. Questo volto, nella nostra provincia, ha radici e latitudini molto articolate.
L’emergenza sanitaria creata dal Covid-19 ha già avviato una crisi economica che produrrà una profonda riduzione del reddito di molte imprese di questa provincia. La chiusura forzata delle attività, imposta per contenere il contagio, ha colpito duramente alcuni settori economici, tra questi il comparto turistico-alberghiero e a seguire tutta una miriade di piccole e medie imprese ad esso collegate. L’Est dell’area iblea, e più specificatamente la zona vasta della Contea, in questi anni ha visto uno sviluppo significativo del settore turistico che ora, purtroppo, arranca. E’ chiaro che questa crisi apre grandi spazi e opportunità a quelle economie, anche quelle mafiose, che hanno denaro da reinvestire. Mentre le istituzioni sono impegnate a discutere, nelle loro videoconferenze su come contenere una serie di difficoltà che stanno avanzando a grandi passi, provando a mettere in campo misure e fondi (fortemente insufficienti) che possano dare risposte concrete ai disagi sociali ed economici, c’è chi ha già fiutato occasioni e affari. Autorevoli componenti della magistratura e delle forze dell’ordine, su diversi quotidiani nazionali, hanno già denunciato l’interesse della mafie su questi settori. Ma il problema non è solo denunciare: è soprattutto agire. In questo momento, sarebbe fondamentale anticipare e limitare ogni spazio di agibilità alle mafie economiche. Bisognerebbe puntare l’attenzione su alcuni reati indicativi come l’usura, strumento che la criminalità organizzata ha utilizzato sempre per mettere le mani su beni e imprese. Molte analisi confermano come le attuali difficoltà economiche delineano già ora forti deficit di liquidità per tante attività. Quindi, nei prossimi mesi, l’usura potrebbe svilupparsi significativamente in questa provincia?
L’altro
fattore che
ha permesso alle economie mafiose di espandersi e di attivare
dinamiche affaristiche e speculative è
la
loro capacità di gestire e drenare
finanziamenti pubblici. Questa crisi avvierà
un
afflusso
cospicuo
e
copioso
di
finanziamenti e contributi regionali,
nazionali
e comunitari che arriveranno anche qui a sostenere le tante imprese
in difficoltà.
L’imprenditoria mafiosa resterà
a
guardare? Oppure proverà, come sempre ha fatto, a coordinare
e ottenere
più fondi pubblici
possibili, anzi
ha
già schierato la
sua area grigia,
il suo esercito
di
consulenti e di tecnici, per
sondare ciò che dovrà essere aggredito e prosciugato?
Il
21 aprile scorso, con
una procedura di vendita in modalità telematica, blindata e segreta,
è stato acquistato all’asta il
complesso turistico-golfistico “Donnafugata
Resort”.
Il prezzo? Meno
di
20 milioni di euro. Una
struttura che presenta un’area accoglienza di 2.123 metri quadri;
un’area ritrovo di 1.843 metri quadri; sale riunioni, spa, e 200
camere
per 11.170
metri quadri; il tutto arredato
e
immerso in un parco di
240 ettari
con campo da golf a 18 buche.
Un vero affare.
C’è
un altro struttura
all’asta nella
nostra provincia:
il “Donnalucata
Resort”,
un
complesso di
109 camere, al confine con la riserva naturale del fiume Irminio, molto
più
piccolo
del
primo ma comunque interessante.
Non
è detto che dietro
l’acquisto
o
gli interessi a rilevare queste o altre infrastrutture ci
siano capitali di provenienza illecita, anzi
personalmente spero proprio di no. Ed
è proprio per tutelare nuovi e probabili investitori sani e motivati
che le istituzioni devono cominciare a vigilare con attenzione
studiando ciò che si muove nel
territorio ragusano.
Il tempo delle parole è finito. Se si vuole bene a questa terra bisogna cominciare, a fare rete, mettere insieme le forze sane, le persone che voglio uno sviluppo basato sul progresso del territorio e non sull’affarismo di pochi. Bisogna cominciare a vigilare senza cedere nulla a quella lunga e pericolosa filiera fatta di faccendieri, corrotti, e corruttori alimentata dalle mafie economiche. Restare fermi significa creare nuove e più forti condizioni di illegalità imprenditoriale.
E’ tempo di muoversi, è tempo di fare: SE NON ORA, QUANDO?
Il tempo delle parole è finito. Se si vuole bene a questa terra bisogna cominciare, a fare rete, mettere insieme le forze sane, le persone che voglio uno sviluppo basato sul progresso del territorio e non sull’affarismo di pochi. Bisogna cominciare a vigilare senza cedere nulla a quella lunga e pericolosa filiera fatta di faccendieri, corrotti, e corruttori alimentata dalle mafie economiche. Restare fermi significa creare nuove e più forti condizioni di illegalità imprenditoriale.
E’ tempo di muoversi, è tempo di fare: SE NON ORA, QUANDO?
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