L'estate 2025 non passerà alla storia soltanto per essere stata la più calda di sempre ma anche perché è stata parecchio movimentata da un punto di vista militare. A largo delle nostre coste l'agitazione (fortunatamente senza scontri) tra navi militari russe e della Nato, con il corollario di aerei ed elicotteri che pattugliavano le aree interessate, è stata intensa e continua. Basta visitare il sito italmiradar.com e leggere i post che riguardano le tensioni nel Mediterraneo per trovare conferma di ciò che scrivo. Ma perché vi è stata e vi è tutta questa allerta? La guerra in Ucraina e le vicende mediorientali ci raccontano quella parte dello scontro che riguarda il controllo della superfice delle acque del Mare Nostrum. Accanto a questo vi è un altro conflitto ben più grave e pericoloso: è quello sul controllo dei fondali del Mediterraneo! La Sicilia, per la sua posizione centrale tra Europa, Asia e Africa, è diventata il punto di incontro, il nodo cruciale, per la rete internet mondiale.
Sui nostri fondali, al largo della costa ragusana, poggiano i cavi di fibra ottica che trasportano le informazioni tra l'Estremo Oriente e le Americhe, tra L'Africa e il Nord Europa. A Marina di Ragusa e a Pozzallo vi sono le stazioni di approdo di questi cavi che servono a rafforzare il sistema di connessione a livello internazionale. Le immagini che allego, tratte dal sito submarinecablemap.com, evidenziano la condizione di ciò che sto raccontando.
E' chiaro pertanto come la Sicilia, e in particolare la zona iblea, sia diventata un'area strategica, definita da esimi giornalisti, manager di primo piano e militari alti in grado: "hub informatico", "cerniera digitale", "cuore della rete mondiale di internet". Tutto questo ovviamente ci espone ad una nuova serie di problemi, soprattutto ora che vi sono diverse tensioni. Pensare di provare a tranciare questi cavi significa non solo voler alterare l'economa globale ma peggiorare una serie di equilibri geopolitici già, da tempo, abbastanza precari. Ecco spiegato perché la sola presenza, a largo delle nostre coste, del rimorchiatore russo Jakob Grebelsky - probabile nave di appoggio del sottomarino russo Novorossky - ha attivato un intenso sistema di allerta che è stato seguito e raccontato per l'intera estate dal sito www.itamilradar.com.
La Sicilia, il nostro territorio, grazie (si fa per dire) a questo nuova condizione strategica, si appresta a diventare una grande base militare, una gigantesca caserma, una zona di economia di guerra, dove verranno formati i guerrieri del XXI secolo. Non è un caso se poche ore fa, il presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, il modicano Nino Minardo, ha annunciato con una certa enfasi che presso l'aeroporto di Trapani-Birgi, nascerà il nuovo polo di addestramento globale dei caccia F-35 e sarà la struttura gemella di quella già operativa nella Luke Air Force base in Arizona, negli Stati Uniti. Il deputato ha voluto inoltre fare rilevare come tutto questo "...è un’opportunità concreta per la Sicilia. Significa centinaia di posti di lavoro tra personale civile e militare, nuove possibilità per le imprese locali e la presenza di grandi realtà industriali come Leonardo e Lockheed Martin. Credo fortemente che la nostra Isola possa diventare un punto di riferimento nel Mediterraneo, coniugando industria della difesa, portualità e infrastrutture. È un’occasione storica di crescita e di sviluppo che dobbiamo saper cogliere."
Allora il futuro di questa terra non sarà il turismo, lo sviluppo del settore agroalimentare e quindi il rilancio della sua microimpresa ma sarà solo quello di diventare un'importante piattaforma tecnologico-militare? E quindi 'l'aeroporto di Comiso o il porto di Pozzallo, per "saper cogliere" queste occasioni storiche cosa potrebbero o dovranno diventare? Le parole dell'on Minardo, nella loro banalità politica fanno paura e vanno a braccetto con quanto scritto nel Piano territoriale regionale (PTR). In questo documento (si veda l'immagine allegata) la fascia costiera che va da Siracusa a Licata viene definita "banana energetica", cioè dovrebbe diventare un area che produce energia con l'agri-voltaico, biocarburanti e impianti eolici off-shore. Tutta questa energia serve forse a sostenere l'energivora Intelligenza Artificiale (AI) che dovrà viaggiare nella rete sottomarina? Se è così (ed è probabile che sia così) tutto questo deve essere difeso, da ogni possibile attacco, con sistemi militari avanzati. Nell'area del Sud Est siciliano sono operative: la base di Sigonella, il sistema MUOS e poi vi sono diverse infrastrutture militari, apparentemente secondarie, sparse nel territorio. Alla luce di un possibile precipitare degli eventi, tanto in Ucraina quanto in Medio Oriente, potrebbero servire ulteriori strutture militari? E' forse questa "l'occasione storica di crescita" di cui parla l'on Minardo? E' così che si prova ad avviare la filiera della guerra?
Nessun commento:
Posta un commento