In provincia di Ragusa ci sono
106 beni delle mafie "destinati". Sono gli immobili confiscati alle
organizzazioni criminali di questo territorio che dovrebbero essere
riutilizzati per scopi sociali, istituzionali o economici, gestiti dall'Agenzia
Nazionale per i Beni Confiscati (ANBSC) e assegnati agli enti locali. C'è di
tutto, terreni agricoli, terreni edificabili, appartamenti, ville, locali
commerciali. box. Il dato è aggiornato al14/12/2025 e non c'è comune di questa
provincia che non sia nell'elenco redatto dall'Agenzia nazionale. Sto parlando di un patrimonio consistente che
varrà diversi milioni di euro e lo stesso potrebbe (dovrebbe) essere
riutilizzato, facendolo così diventare protagonista di un processo di
restituzione alla collettività di quanto, in modo violento e illegale, le è
stato tolto dall'imprenditoria mafiosa. In questo modo la comunità potrebbe
finalmente partecipare ad una storia di rivincita dello Stato e di riscatto di
un territorio, ma non è così. Questi 106 immobili stanno marcendo nell'incuria
più totale.
La questione del patrimonio di beni immobili confiscati alle organizzazioni mafiose di questa provincia ci presenta due punti interessanti. Il primo è quello della effettiva dimensione e distribuzione territoriale di questo patrimonio, e quindi della significativa penetrazione economica delle organizzazioni mafiose nell'intero territorio ibleo. Questo ci racconta, in parte, quanto siano state forti le compiacenze di un certo mondo professionale. Che ruolo hanno avuto notai, consulenti, avvocati e tecnici nell'acquisto e nella gestione economica di questi beni per conto dell'imprenditoria mafiosa? Il secondo è quello dei criteri con cui questo patrimonio - dopo sequestro, confisca e assegnazione - viene gestito e della sua effettiva utilità all’innalzamento delle opportunità economiche e sociali nei territori che lo ospitano. Da questo secondo punto emerge un'amara considerazione: questi criteri sono assenti, o meglio, risultano evanescenti. Forse gli assegnatari di un bene confiscato (tribunale o pubbliche amministrazioni) non sanno di avere questo bene? Oppure: l'amministrazione assegnante non fornisce all'assegnatario la necessaria comunicazione iniziale e non si sa se per indolenza, o magari per il timore di spaventare l’assegnatario? Resta il fatto che questi immobili non vengono né utilizzati né riqualificati, e quindi si deteriorano nell'incuria. E' la rappresentazione plastica della sconfitta dello Stato, costretto a relegare tutto ciò in un silenzio imbarazzante. Da questa ignominia si coglie un dato: la non considerazione dell'imprenditoria mafiosa e della sua capacità di saper accumulare beni impoverendo il territorio. Mentre la mafia criminale, quella che spara, taglieggia e spaccia, viene contrastata con determinazione dagli organi inquirenti e dalla (presunta) società civile; la mafia economica, che controlla e gestisce beni e servizi, non trova contrasto neanche quando gli si sequestrano e confiscano i beni frutto delle sue attività illecite.
Bisogna uscire da questa condizione iniziando a parlare pubblicamente di questo fatto tanto assurdo quanto imbarazzante. In particolare a Vittoria si avvicina la commemorazione della strage del 2 gennaio del 1999 e con essa le giuste manifestazioni in ricordo delle due vittime innocenti, Rosario Salerno e Salvatore Ottone. Onorare questi due ragazzi significa non fermarsi esclusivamente alla memoria del dolore ma aprire, finalmente, un dibattito (una vertenza) su questi temi, che sproni e porti le istituzioni del territorio ragusano all'utilizzo economico e sociale di questi beni. Servono locali per le start up, servono terreni per sperimentare forme di agricoltura ecosostenibile, servono depositi per il nostro sistema agroalimentare, servono locali per un presidio sanitario,... C'è questo patrimonio nelle mani dello Stato, che è frutto di attività illecite che hanno compromesso il futuro delle giovani generazioni e umiliato la capacità di molte microimprese e di tanti lavoratori, UTILIZZIAMOLO! Evitiamo che, nel silenzio più totale, CONTINUI A MARCIRE!
La foto allegata a questo post è tratta da Google Immagini.

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