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martedì 18 agosto 2020

RAGUSA, QUI LA MAFIA NON ESISTE?

Immagine tratta dalla copertina del libro  "Le subculture mafiose" di Paolo Crinò

C'è chi è ancora convinto che in provincia di Ragusa la mafia sia qualcosa di marginale che si agita in un territorio formalmente sano, un po' come la particella di sodio che si aggira solitaria e disperata nell'acqua minerale, incapace di creare problemi. Ma basta leggere l'ultimo Quaderno dell'Antiriciclaggio, redatto dall'Ufficio di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d'Italia, per avere un quadro completamente diverso rispetto a come questa provincia viene, da molti, immaginata. Qui, più che in ogni altro luogo, la mafia non è fatta da un gruppo di personaggi micragnosi, rozzi e violenti. Per carità, ci sono, esistono, ma hanno un ruolo infimo e truculento. Spesso le loro azioni, tanto rumorose quanto violente, servono a nascondere le immense nefandezze compiute dalla maggioranza silenziosa. Qui la mafia indossa il doppiopetto, parla più lingue e si presenta come un'impresa organizzata e ben capitalizzata. Insomma, è ottimamente mimetizzata nella nostra società ed è capace di alimentare rapporti con ogni tipo di potere. Questo gli ha permesso e gli permette di avere un ruolo di primo piano nel panorama economico criminale siciliano. Per essere più chiaro: in tutta l'area  ragusana, facendo le opportune differenze tra la zona modicana/ragusana a l'area ipparina, negli anni si è sviluppato un sistema relazionale che non ha funzione di mero supporto all'attività criminale, ma è l'aspetto costitutivo del fenomeno mafioso ibleo.  Qui, meglio che in altre zone, si gestiscono e si riconvertono le masse di denaro prodotte illegalmente. I cartogrammi redatti dall'UIF ci raccontano di segnalazioni finanziarie anomale, ricevute da banche e Poste e da soggetti finanziari diversi da banche e Poste. In particolare, quelli pubblicati nelle pagine 12 e 13 del Quaderno (si vedano le immagini allegate) danno indicazioni chiare e inequivocabili. La nostra provincia ricade, nel primo caso (segalazioni banche e poste), nel terzo quartile; nel secondo caso (segnalazioni di soggetti diversi da banche e poste) nel quarto quartile. Siamo tra i primi in Sicilia. Occupiamo le zone più alte della classifica, quelle che esprimono i valori massimi di segnalazioni. 


Questi grafici ci danno due indicazioni. La prima è ovvia: in provincia ci sono tante (forse troppe) operazioni finanziarie sospette. Il dato è confermato anche da una recente classifica redatta nell'ottobre scorso da "Il Sole 24 Ore". Il secondo ci dice come gli istituti più attivi nel segnalare certe "operazioni anomale" non siano le banche. Forse gli istituti di credito non sono più il riferimento principale per certe operazioni? Non è facile da stabilire, ma dal secondo cartogramma emerge come altre strutture, vedi Istituti di pagamento (IP) o gli Istituti di moneta elettronica (IMEL), siano diventati nuovi punti di riferimento. La crescita di incidenza di eventuali operazioni di riciclaggio nel comparto finanziario non bancario, non è avvenuta per caso. Sarà stata "suggerita e guidata" dai soliti, insospettabili, professionisti del settore.  E' forse nata l'esigenza di utilizzare strutture finanziarie meno vigilate ma altrettanto sicure? Forse. E' anche chiaro che le consulenze tecniche nel riciclare somme di denaro prodotte illegalmente, non si limitano al settore finanziario. L'emergenza Covid-19 ha aperto nuove strade per la criminalità economiche. Gli ultimi  report di SRM Studi per il Mezzoggiorno e di The European House Ambrosetti ci raccontano come logistica, grande distribuzione e trattamento rifiuti siano diventate le attività che interessano maggiormente alle mafie. In Provincia di Ragusa le diverse strutture commerciali (mercati ortofrutticoli e centri commerciali vari) vivono e si sviluppano grazie alla logistica e alla distribuzione alimentare e no. Per cominciare a capire l'ambito economico e i suoi volumi d'affari,  su cui l'economia criminale potrebbe riciclare i suoi soldi, basta consultare il sito https://www.reportaziende.it/ragusa. L'altro grande business è la "monnezza". In tutto il territorio ragusano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, soprattutto quelli urbani, è una necessità pressante e impellente. I fuochi che con periodicità si generano qua è la lungo tutto il territorio ragusano sono l'anticamera di un'emergenza latente. Se questo problema esplode (perché rischia di esplodere) cadranno le ultime regole restrittive e l'affare è fatto.   

Dati, studi, inchieste e analisi ci raccontano una provincia, dove le mafie sono una realtà composita, fatta di soggetti provenienti da varie classi sociali, dalle più infime alle più elevate, che operano in base a scelte razionali e in cui la direzione strategica è nelle mani di soggetti delle classi dominanti. Per dirla come Umberto Santino (Centro di documentazione Peppino Impastato) anche in provincia di Ragusa vi è una "borgesia mafiosa" dinamica, capace di costruire, mantenere e allargare un sistema relazionale entro cui si muovono le organizzazioni criminali con le loro ricche economie illegali. Questa borghesia è in grado, alla bisogna, di essere anche soggetto politico che orienta e determina successi elettorali. E' evidente che per contrastare questa struttura, che controlla in modo e con metodi diversi l'intera provincia, serve una cambio di mentalità e di direzione. E' necessaria una capacità politica nuova, differente, slegata da grumi multiformi e da logge varie. Serve un nuovo modo di fare inchiesta da parte degli organi inquirenti, che non possono guardare solo alcuni territori e ignorare tutto il resto. Bisogna cominciare a raccontare questa terra in modo diverso. Ma soprattutto serve ri-articolare il ruolo dei corpi intermedi, perché qui, più di ogni altro territorio, è stato spezzato il filo tra i bisogni economico-sociali reali e chi di questi bisogni doveva e deve essere interprete e portavoce. Viceversa se continueremo ad attaccare la particella di sodio non ci renderemo conto che l'acqua, apparentemente limpida, è ricca di batteri che hanno e stanno infettando ogni parte del nostro territorio. 





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