Oggi festeggiamo il 70°
della Liberazione. Affinché si possa apprezzare meglio questa Festa
di Libertà bisogna ricordare cosa è stato il fascismo nel nostro
territorio.
Le elezioni
amministrative del 1920 sancirono la vittoria dei socialisti in 8 dei
13 comuni di quella che sarebbe diventata la nostra provincia: Ragusa superiore, Ispica, Pozzallo,
Acate, Vittoria, Comiso, Scicli e Modica. Mentre i socialriformisti
si affermarono a Ragusa inferiore, Giarratana e Monterosso. La forte
avanzata delle forze progressiste sviluppò in quest'area della
Sicilia un fascismo molto simile allo squadrismo padano,
caratterizzato da una spiccata violenza sociale e politica, che
puntava al rovesciamento dei rapporti di forza. Protagonisti e
mandanti di tutte le azioni violente furono e Filippo Pennavaria a
Ragusa, Giovanni Barone a Modica, Mario Petino a Vittoria, Vittorio
Casaccio a Comiso, Francesco Vaccaro Scurto a Spaccaforno. In tutta
l'area del ragusano iniziò una costante azione di disturbo:
assalti, incendi e saccheggi contro camere del lavoro, sedi di
partito, e circoli politici di varia estrazione politica. Furono
picchiati selvaggiamente e uccisi diversi esponenti politici e
sindacali. La violenza praticata dalle squadre fasciste creava
identità di gruppo, era vincente, era esaltante, era appagante e
questa cosa piaceva molto alla mafia locale, che vedeva nelle forze
progressiste l'avversario principale, per questo spesso partecipava
alle spedizioni organizzate dai fascisti. Uno di questi episodi
avvenne a Vittoria il 29 gennaio del 1921 dove fascisti e il gruppo
mafioso dei “caprai” (U. Santino, 1995, pag. 26) assaltarono e
distrussero il circolo socialista. Durante l'aggressione spararono e
uccisero il consigliere comunale socialista Giuseppe Campagna. Il 13
marzo dello stesso anno, sempre a Vittoria, le squadre fasciste
distrussero i locali della Lega di miglioramento, la Sezione
Socialiasta e la Sezione Giovanile Comunista. Nel maggio del 1922 ,
sempre a Vittoria, i fascisti uccisero a revolverate il giovane
comunista Orazio Sortino e bruciarono la sede della locale Camera del
Lavoro e del Partito Comunista d'Italia.
Il 25 Aprile è una
giornata di festa ma in tempi come quelli che stiamo vivendo bisogna
riappropriarsi della memoria.