Francesco
Aiello è uno degli ultimi dirigenti contadini del Mezzogiorno. In lui convivono, senza entrare in conflitto, la sensibilità
dell'intellettuale e l'arida praticità di chi deve ogni giorno
affrontare la vita. Una miscela unica e ben calibrata. Vittoria è stata il suo terreno di sperimentazione e pratica politica, la sua forza. Non si è mai distaccato dal territorio e
non si distaccherà mai. Ne ha studiato l'evoluzione, capito vizi
e anomalie governandone la direzione. Ha commesso molti errori, ma solo chi non
fa nulla non sbaglia mai. Per decenni, lui è stato la città e la
città si è rivista in lui, per questo Vittoria è stata indulgente
con Aiello, gli ha sempre perdonato i tanti errori politici che ha fatto perché spesso, forse, commessi in buona fede. Per molti
della mia generazione è stato una sorta di fratello maggiore con cui potersi confrontare, magari a volte litigando. Preparato, severo, a volte comprensivo, sempre fortemente convinto delle
sue posizioni, ma comunque quasi sempre disponibile al dialogo e all'ascolto. Per tanti è stato un maestro, pure per l'opposizione. Le ultime elezioni amministrative ci consegnano un Aiello parzialmente rigenerato, ancora più legato alla sua base
sociale: gli agricoltori. Penso però che i produttori in questa fase non si rivedano molto in Aiello. Il mondo della serricoltura è cambiato e vive una crisi che viene poco compresa dalla politica in generale. Conoscendolo sono certo che non rinuncerà ad avere un
ruolo. La rassegnazione non gli appartiene e le sconfitte lo ricaricano, lo portano a studiare, a rielaborare e rileggere il territorio. Rappresenta un patrimonio per questa città, la sua esperienza può essere utile a formare una nuova
generazione di dirigenti. Sono convinto che si metterà a disposizione, farà da chioccia. Ha compreso che ci sono tante uova da fare schiudere.
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mercoledì 22 giugno 2016
martedì 21 giugno 2016
Auguri Giovanni
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