Riciclare,
un verbo che la criminalità economica sa declinare solo
all'infinito. Dai proventi della droga arriva il grosso delle somme
da reinvestire e i soldi che si fanno con lo spaccio sono così tanti
che non si riesce a contarli, si fa prima a pesarli. Basta leggere la cronaca delle
ultime settimane per rendersi conto delle dimensioni. Il 23 maggio scorso a Vittoria i Carabinieri
scoprono un laboratorio di cocaina . Dalla
droga sequestrata sarebbe stato possibile ricavare oltre 250 dosi con
un guadagno di circa 12 mila euro.
Il 4 giugno scorso sempre i Carabinieri, nelle campagne di Santa
Croce Camerina, scoprono una piantagione di marijuana. Oltre
tremila kg di erba che immessa nel mercato avrebbe prodotto un
ricavato di circa 2 milioni di euro.
Il 6 giugno a Scoglitti la Polizia di Niscemi blocca un'auto carica di hascisc e
cocaina. Fatta
una prima stima l'hascisc avrebbe fruttato 130 mila euro e la coca 12
mila euro.
In meno di venti giorni, solo nel territorio ipparino è stato
sequestrato un quantitativo di stupefacenti che se immesso nel
mercato avrebbe generato qualcosa come 2,5 milioni di euro. Quale
prodotto ha una resa così alta?
E' l'unica merce che non conosce crisi. Non c'è investimento
finanziario o impresa edile, agricola, industriale capace di produrre
margini così elevati. I guadagni sono così immediati che anche un
disoccupato, una persona che non ha mai avuto problemi di giustizia,
viene tentato dall'entrare nell'impresa droga. Il
lavoro delle forze dell'ordine è prezioso, preciso e puntuale ma
bisogna avere la consapevolezza che queste operazioni toccano una
parte della punta dell'iceberg droga. Sicuramente esagero, ma penso
che la produzione e la commercializzazione degli stupefacenti sia
diventata, per i volumi d'affare che genera, la nostra prima
economia. Non solo, secondo gli inquirenti, pare
che quest'area della Sicilia (Gela - Vittoria) sia una sorta di zona
franca della produzione di marijuana. Sembra che qui si possono
acquistare quantitativi importanti a costi molto convenienti, da
piazzare in altri centri della provincia o dell'isola.
Naturalmente
questa quantità di denaro non può mica rimanere inerte, va
reinvestita. La domanda è dove?
Forse
una
possibile risposta ci arriva dalla lunga e articolata interrogazione
al ministro degli interni fatta del sen. Lumia il 27 gennaio scorso?
Forse. Nel
lungo quesito
Lumia
scrive: “...
a Vittoria la mafia ha occupato ... in primis
l'indotto” della
commercializzazione ortofrutticola.
A
Vittoria tutti sanno che ogni giorno tonnellate d'ortofrutta vengono
sistemate in cassette di legno, queste a sua volta vengono impostate
su pedane di legno e poi il tutto viene trasportato sui TIR.
Imballaggi e logistica sono servizi essenziali per le nostre
produzioni senza i quali l'ortofrutta prodotta resterebbe ferma a
marcire. Il sen. Lumia, sempre nella sua interrogazione sottolinea
come alcune imprese di questi settori, secodo lui, siano controllate
da “soggetti
contigui”,
inoltre avanza due considerazioni “…
in un periodo come l'attuale segnato da una crisi generalizzata,
dalla carenza di liquidità e dalla "chiusura a riccio" del
sistema creditizio, le mafie hanno potenziato un'attività di
"sostegno" a persone e imprese sull'orlo del collasso,
finalizzata a divenire poi proprietarie dei loro destini, riciclando,
al contempo, capitali di provenienza illecita ...”.
Sarà una mia impressione, ma penso che l'economia del territorio non
venga più controllata chiedendo il pizzo alle imprese.
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domenica 21 giugno 2015
sabato 6 giugno 2015
Riciclaggio 1
Riutilizzare il denaro che proviene da attività illecite è la sola necessità
dell'economia criminale. I soldi della mafia se non vengono
reinvestiti nel mattone, nella creazione di imprese sono solo
profitto inattivo, inutile, inoperoso. La
manovalanza (extracomunitari o piccola criminalità locale) fa
il lavoro sporco, genera denaro con lo spaccio, lo sfruttamento
della prostituzione e i video giochi. Poi c'è il livello economico,
ovvero chi deve far fruttare questo denaro con gli investimenti. Chi
occupa questa posizione non deve sporcarsi le mani, deve essere rassicurante, deve fornire garanzia di credibilità (sopra c'è
pure un livello politico?). E' come una sequenza geologica, ogni
strato rappresenta un ambiente, non sempre è facile ricostruire la
successione. Ritorno con insistenza su questo argomento perché
penso che il riciclaggio sia il punto di collegamento fra impresa
criminale e quella che viene ancora definita “società civile”. I
proventi della droga in primo luogo, ma più in generale di tutte le attività illecite, sono il punto di saldatura con il sistema
economico legale. La crisi economica ha accentuato e perfezionato
questi processi, in particolare la mancanza di liquidità ha reso
ancora più fragile l'economia legale. Professionisti, consulenti,
tecnici, imprese non sono più come in passato vacche da mungere con
il pizzo. La crisi li ha resi utili per altri motivi. In questi anni
hanno perso lavoro, incarichi, commesse e le loro difficoltà
economiche sono diventate una grande opportunità per chi ha buone
disponibilità di denaro. Le loro preoccupazioni sono musica per chi
deve riciclare soldi. Un vecchio detto siciliano dice: “papà è
ccu mi runa u pani” (papà è chi mi da il pane), oggi, in questa
terra, chi ha liquidità e voglia di investire diventa padre, madre,
santo, dio; poco importa come e da dove arrivino quei soldi. E' cosi
che la criminalità economica sta diventando padrona della crisi,
trasformandosi in stampella di un'economia legale che è sempre più
sofferente. Tutto questo è difficile da dimostrare ma si può
percepire, intuire, desumere. Immaginate un signore, un “distinto e
rassicurante imprenditore”, il quale si reca in uno studio tecnico,
oppure da un legale, oppure da un consulente, perché sa che
investimenti o progetti di una certa valenza economica sono bloccati
per mancanza di fondi. Il distinto imprenditore è disponibile a
diventare partner del progetto mettendo a disposizione proprio le
somme che mancano per completare e far partire l'investimento. Chi riceve l'offerta cosa farà? Rinuncerà a quelle somme oppure farà
di tutto per farselo socio? I soldi, e solo i soldi, sono lo
strumento principale che la criminalità economica usa per farsi
accettare e integrarsi nella società “buona”. Questo la mafia lo
sa e lo sa pure la “società civile”. To be continued
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