Dopo questa breve considerazione vorrei porre alla vostra attenzione alcune domande:
- Da quando c'è questo modello di differenziata quanto incassa il comune (qualsiasi comune) dai consorzi obbligatori a cui viene conferito il rifiuto differenziato?
- Questo incasso ha permesso la riduzione della TARI?
- Se in tutti i comuni si differenzia: perché le discariche in provincia, e più complessivamente in Sicilia, sono in via di esaurimento? E perché si avviano procedure per aprire nuove vasche?
SI PUO' DIRE CHE QUESTO MODELLO VA MODIFICATO PROFONDAMENTE?
Serve obbligatoriamente un nuovo tipo di raccolta differenziata che faccia diventare il rifiuto realmente materia prima e che sappia bloccare ed eliminare l'emergenza ambientale/sanitaria in cui il territorio tutto è precipitato (Ragusa, Modica, Comiso ... non vivono una situazione migliore della nostra). Bisogna cominciare a pensare - facendo tutte le valutazioni possibili - alla realizzazione di un impianto inter-territoriale di biodigestione. Una struttura in cui vengono trattati, attraverso un processo di compostaggio che avviene in mancanza di ossigeno, la massa di rifiuti organici domestici e gli scarti agricoli. Da questo procedimento si produce biogas (metano) che può essere utilizzato per qualsiasi tipo di attività. Altra struttura da valutare e prendere in seria considerazione è un centro per la depolimerizzazione delle plastiche sia quelle domestiche che quelle derivanti dall'agricoltura. Da questo processo si ottiene disel e oli combustibili. Sia per il primo che per il secondo procedimento vi sono studi e imprese di una certa valenza con professionalità in grado di gestire e realizzare le strutture in totale sicurezza. I soldi che i comuni otterrebbero dalla vendita o dalle royalties delle prodotti derivanti dalla trasformazione dei rifiuti potrebbero servire, ad esempio, a ridurre finalmente la TARI. Va considerato che questi impianti possono essere realizzati in uno o più stabilimenti abbandonati presenti nel territorio. Gli stessi posso essere adeguati e riconvertiti per questo tipo di processi. Da questa proposta si deduce anche che per il vetro, la carta e il cartone si può continuare a differenziare come si è fatto fin'ora, Invece la frazione umida, buona parte dell'indifferenziata, le plastiche e gli scarti agricoli andrebbero raccolti e poi conferiti a questi impianti e non farli finire nelle discariche (https://www.blogsicilia.it/siracusa/discarica-lentini-rifiuti-mafia-ampliamento-leonardi/580271/)
Se vogliamo provare a bloccare l'emergenza ambientale, che è l'humus dove prosperano le mafie (voglio ricordare l'operazione della DDA di Catania "plastic free"), abbiamo l'obbligo di valutare e pensare a forme nuove di gestione dei rifiuti. Il sistema attuale ha generato una serie di problemi che si sono via via incancreniti. Lo dico con tutto il rispetto possibile: quest'emergenza non può essere contrastata solo sui social con foto e filmati che segnalano mega discariche abusive, dune di plastica o indicando le fumarole che giornalmente ammorbano l'aria del nostra terra e appestano il suolo di diossine. Il lavoro di denuncia e di sensibilizzazione fatto da Riccardo Zingaro e dalle associazioni ambientaliste è encomiabile; vanno ringraziati per la passione e il rischio che mettono in campo. Ma accanto a questo servono proposte e misure che facciano diventare il rifiuto ciò che è realmente: una risorsa e non un problema. La gestione dei rifiuti è uno dei temi, insieme a quello dell'acqua, su cui sindaci e classe politica regionale hanno cazzeggiato. I risultati delle loro chiacchiere inconsistenti sono evidenti. Qui c'è l'obbligo di mettersi realmente a lavoro prima che le mafie si impadroniscano definitivamente dell'emergenza rifiuti.