A
Vittoria tutto scorre. Dopo il vile attentato che a ridotto in fumo
tre tir del CAAIR e danneggiato seriamente un quarto, si sono
succeduti una serie di fatti che non hanno smorzato per nulla i
riflettori mediatici puntati sulla città. Minacce, dopo una
trasmissione radiofonica Rai, al sindaco e al giornalista Paolo
Borrometi, arresti per presunto pizzo sui trasporti, arresti per
spaccio di droga, arresti per detenzioni di armi, tavoli in
prefettura sull'ordine pubblico, visita della commissione regionale
antimafia, richieste di commissariamento e di accesso al mercato
ortofrutticolo, reportage sullo sfruttamento nelle campagne, la DDA
di Catania che chiede la proroga per l'inchiesta sul voto di scambio
e per concludere è stata presentata una lunga e articolata
interrogazione parlamentare al ministro degli interni che raggruppa
un bel po' di nomi e di fatti. Il tutto è stato aromatizzato con
articoli, servizi, inchieste di ogni tipo (si veda allegato). Tutto questo in un mese.
Chiunque ha un minimo di coscienza critica avrebbe avuto un sussulto.
Invece ogni fatto è scivolato lentamente come l'acqua torbida di
certi torrenti che scorre verso il mare dell'indifferenza.
Un'impassibilità fredda, capace di nullificare qualsiasi fatto in
tempi brevissimi. La marcia della legalità, manifestazione voluta
dall'amministrazione per scuotere la rassegnazione delle coscienze,
ha visto la partecipazione attiva dei ragazzi e dei loro insegnati,
ma non dei loro genitori. Erano troppo impegnati, in che cosa non si
sa ma erano impegnati. Domenico Leggio, direttore della Caritas
diocesana, più di ogni altro ha sottolineato nel suo intervento
l'evidente assenza della società vittoriese. La stragrande
maggioranza delle persone non ha sentito neanche l'esigenza di
marciare affianco ai propri figli per la legalità (non contro la
mafia). Siamo messi proprio male. Viviamo in uno stato di torpore che
ci rende indifferenti e ci fa accettare qualsiasi forma di degrado.
Ma è solo indifferenza? No, non penso proprio. Ritengo invece che
Vittoria è diventata via via una città disillusa e senza un'idea di
futuro. Quando un territorio non si riesce ad immaginare un avvenire
migliore, quando non si ha voglia di riscatto, di rilancio, di
reazione, prevale quello stato di repulsione e di apprensione
definito paura.
Le tante forme di illegalità, la criminalità economica, le mafie lo
hanno capito da tempo e hanno investito su questa condizione,
alimentandola fino a trasformarla in una caratteristica specifica di
questa terra. Vittoria è una città che ha paura. In molti strati
sociali c'è piena consapevolezza di questo stato ma per renderlo
invisibile gli stessi lo hanno avvolto con una spessa coltre di
rassegnazione e indifferenza. Nascondono la paura con
l'insensibilità. Molti giovani fuggono da questa realtà perché
paura e incertezza oramai dettano le regole. Non immaginano un futuro
e appena possibile scappano. Se Vittoria non esce da questo limbo in
cui ci si è cacciata, se non si abbandona velocemente questo stato,
se non reagiamo, le mafie, con le loro floride economie, hanno vinto
definitivamente.
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domenica 19 marzo 2017
domenica 5 marzo 2017
9 Marzo marcia della LEGALITA'
Parteciperò,
come tanti, alla marcia della legalità organizzata dal Comune e
sostenuta da molte associazioni cittadine. A Vittoria serve un
momento d'unità, per ritrovarsi, per fare il punto della situazione,
ma soprattutto per marcare con nettezza il confine tra ciò che è
lecito e ciò che è comodamente illecito.
La comodità è il sostantivo che indica al meglio l'atteggiamento di un pezzo importate della nostra società. Questa comunità presenta le stesse caratteristiche di quel “mondo di mezzo” fatto da “persone perbene” che non disdegna di fare affari con la criminalità economica. Per questa gente il denaro sta su tutto. Non puzza. Non importa come e da dove arriva. A furia di intascarlo ormai portano addosso il fetore della complicità.
Rido amaramente quando sento ancora parlare di mafia come di un fenomeno esclusivamente criminale e mai come fenomeno economico. L'impresa mafiosa, quella che ha costituito diverse attività di servizio all'agricoltura, all'edilizia, all'industria, qui, come in altre zone, si è sviluppava in silenzio e senza grandi clamori. Attorno ad essa si è creato un grande consenso sociale. Questo successo non è stato contrastato da nessuno. Chi ha intrattenuto e intrattiene rapporti con questo tipo di economia? Chi ha curato e gestito con profitto queste imprese e i loro patrimoni?
Non sono solo le azioni violente della criminalità a condizionare e infangare Vittoria. No. E' soprattutto questo pezzo di società, questa "zona grigia", fatta da “persone perbene”, che in silenzio hanno assunto un ruolo: sostenere l'economia mafiosa; la stessa che ordina di incendiare i tir, che traffica in droga e nasconde le armi.
Le azioni violente delle mafie trovano sostegno in questa zona grigia e chi le compie sa che senza questa zona non può esistere.
La comodità è il sostantivo che indica al meglio l'atteggiamento di un pezzo importate della nostra società. Questa comunità presenta le stesse caratteristiche di quel “mondo di mezzo” fatto da “persone perbene” che non disdegna di fare affari con la criminalità economica. Per questa gente il denaro sta su tutto. Non puzza. Non importa come e da dove arriva. A furia di intascarlo ormai portano addosso il fetore della complicità.
Rido amaramente quando sento ancora parlare di mafia come di un fenomeno esclusivamente criminale e mai come fenomeno economico. L'impresa mafiosa, quella che ha costituito diverse attività di servizio all'agricoltura, all'edilizia, all'industria, qui, come in altre zone, si è sviluppava in silenzio e senza grandi clamori. Attorno ad essa si è creato un grande consenso sociale. Questo successo non è stato contrastato da nessuno. Chi ha intrattenuto e intrattiene rapporti con questo tipo di economia? Chi ha curato e gestito con profitto queste imprese e i loro patrimoni?
Non sono solo le azioni violente della criminalità a condizionare e infangare Vittoria. No. E' soprattutto questo pezzo di società, questa "zona grigia", fatta da “persone perbene”, che in silenzio hanno assunto un ruolo: sostenere l'economia mafiosa; la stessa che ordina di incendiare i tir, che traffica in droga e nasconde le armi.
Le azioni violente delle mafie trovano sostegno in questa zona grigia e chi le compie sa che senza questa zona non può esistere.
Ecco,
io marcerò contro le “persone perbene”, contro il "mondo di
mezzo", contro le "zone grigie" ... per un vera
legalità.
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