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Il territorio ragusano conferma la sua particolare attitudine al possibile riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. 361 operazioni finanziarie sospette nel 2017, il 28,5% in più rispetto al 2016. Addirittura nel primo semestre del 2018 le segnalazioni sono cresciute del 22% rispetto allo stesso semestre dell’anno prima. Infatti, da gennaio a giugno 2018 si registrano 244 segnalazioni dubbie rispetto alle 192 dello stesso periodo del 2017. Questi sono i numeri che il 30 settembre scorso la UIF (Unità d’Informazione Finanziaria per l’Italia), l’autorità centrale antiriciclaggio istituita per decreto presso la Banca d’Italia, ha pubblicato nel suo ultimo bollettino.
Sempre
nella stessa pubblicazione, oltre ai dati indicati nella ripartizione
provinciale, emerge con molta chiarezza (si veda il
cartogramma di
seguito allegato) come Ragusa - isieme a Palermo - sia prima in Sicilia per
numero di operazioni bancarie anomale ed è tra le provincie più attive in Italia. Nella
“provincia babba” si contano
oltre
70 operazioni finanziarie
atipiche
per
ogni 100 mila abitanti.
Questi
dati sicuramente
rappresentano una parte del problema, il
fenomeno sarà
molto più vasto.
In
questa terra, pare
che
l’accumulazione illegale di
denaro sia diventata un'importante
componente
economica
caratterizzata
da
una certa opacità.
Infatti,
secondo gli esperti è
sempre
più difficile distinguere
i
flussi
di
capitali
illegali e legali. Intanto
l’economia
reale, quella
che produce
beni, servizi e
lavoro produttivo
- cioè
agricoltura, artigianato e commercio - è diventata
via
via una
particella esigua, dominata
dalla
finanziarizzazione dell’economia.
L’isola
nell’isola è diventata l’oasi del riciclaggio?
Le
mafie, con
le loro economie criminali,
sono oramai
macchine di accumulazione di denaro e grazie al riutilizzo dello stesso puntano
a diventare soggetti economici e politici che interagiscono con le
istituzioni e mirano a concorrere alla gestione del potere. Tutto
questo accade anche nel territorio ibleo, ma
non solo
nelle realtà più “vivaci” come Vittoria o Scicli ma
soprattutto nei territori storicamente “assopiti” dove
pare che operino professionisti “seri e praparati” per certe
operazioni.
Sempre
la Banca d’Italia, tramite
il suo ufficio statistiche (dati
al 31/12/2017),
ci fornisce un altro elemento su cui poter
riflettere. In
provincia di Ragusa operano 100 sportelli bancari, uno ogni 3200
abitanti. In provincia di Palermo c’è uno sportello ogni 3700
abitanti, mentre in provincia di Catania c’è uno sportello ogni
4000 abitanti.
Cioè,
nelle
due aree
metropolitane della
Sicilia, in cui risiede
la metà dei siciliani,
ci sono molti meno sportelli bancari di una provincia che fa 321 mila
abitanti? Addirittura
nella
“provincia babba” ci sono
più sportelli della tanto “decantata” Trapani (uno
ogni 3300 abitanti).
Tutto
questo non
è un po’ strano?!
Ma
le curiosità non finiscono qui. Pare
che in provincia vi siano
professionisti molto competenti in "international
finacial field": campo
finanziario internazionale. Certo,
detto
in inglese da l’idea
di managers tanto eleganti quanto capaci e
non
di ordinari
riciclatori.
I
bene informati parlano
di
azzeccagarbugli locali ben collegati a eminenti professionisti del Nord
Italia che vantano una lunga esperienza nella
sistemazione
di
certe carte. Possibilmente
nei loro studi, elegantemente arredati, tra
i quadri d’autore si trova - in bella evidenza - la foto di Falcone e Borsellino, quella
fatta da Tony Gentile, esposta
come se fosse un totem. Pensano
che quell’immagine possa cancellare o camuffare
maldestramente il loro finto perbenismo. Si
sbagliano, i loro nomi prima o poi verranno fuori e così vedremo
l’altra faccia della mafia di questa terra, quella che vive
eclissata in alcune placide e sonnolenti realtà di questa provincia.
“Segui
i soldi e
troverai
la mafia”,
così
diceva Falcone. Qui seguendo i soldi oltre alla mafia troveremo una verità che per anni è stata scientificamente e volutamente nascosta.