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domenica 30 luglio 2017
La melma che genera l'illegalità
sabato 15 luglio 2017
Dietro gli incendi dei nostri boschi c’è una strategia?
C'è la mano della criminalità organizzata dietro
il fuoco che ha distrutto e sta distruggendo ettari di bosco in
Sicilia? Il fuoco è
l'elemento principale di cui le mafie si sono sempre servite. Dietro
ogni loro sporca operazione c'è il fuoco. Fuoco che brucia i TIR di
chi non si piega al controllo dei trasporti. Fuoco per bruciare le attività che non si adattano
a certe richieste. Fuoco per bruciare i rifiuti che non si possono
smaltire. Fuoco per bruciare aree protette e recuperare suolo. In provincia
di Ragusa siamo nel pieno dell'emergenza rifiuti. Questa cosa non la
vede nessuno? I territori di Modica, Ragusa, Comiso, Vittoria si
presentano carichi di “munnizza” di ogni genere. La Sicilia
tutta è nel pieno di un'emergenza rifiuti. Crocetta preso dalla
paura cosa combina? Pochi settimane fa, esattamente il primo di giugno,
firma un'ordinanza di riapertura delle discariche.
Ma
qual'è la situazione degli immondezzai siciliani? La
discarica di Gela ha un’autonomia di 150 giorni. Quella palermitana
di Bellolampo sei mesi. Trapani da 90 a 120 giorni. Lentini tra
cinque e sei mesi. I dati presenti negli uffici dell'assessorato
regionale ai rifiuti dicono che se non arrivano altri impianti o nuove soluzioni si rischia molto presto di essere sommersi dalla
spazzatura.
Io penso che la criminalità economica, conoscendo bene l'incapacità e l'inadeguatezza della classe politica, ha fiutato l'affare e si è
messa subito all'opera. In Sicilia (e non solo) il sistema della gestione dei rifiuti, in tutta la sua filiera, muove
miliardi di miliardi e dove c'è business ci sono coppole e lupare. Accaparrarsi e gestire l'emergenza è una
caratteristica tipicamente mafiosa. Ma l'economia criminale prima di
gestire materialmente un'emergenza si organizza, non arriva mai
impreparata. Da Trapani a Ragusa c'è bisogno di nuovo suolo da
utilizzare per interrare rifiuti. Serve un'occasione, e guarda caso
l'occasione c'è. Il governo
regionale quest'anno ha “risparmiato” sulle attività di
prevenzione degli incendi nei boschi: niente pulizia del sottobosco a
partire da aprile, niente viali parafuoco e gli operai forestali
hanno iniziato a lavorare nella terza decade di giugno. Perfetto.
Ecco servita l'opportunità!
Così avranno esclamato gli uomini d'onore, dai Sicani agli Iblei. E infatti, senza fare
sforzi, hanno atteso l'arrivo del caldo, accompagnato dal vento di
scirocco e da Trapani a Ragusa diverse migliaia di ettari di bosco, grazie a qualche mano fatata, sono andati in fumo.
Ma il suolo è rimasto li: incenerito, affumicato ma li. Pronto per essere utilizzato? Lo so,
molti di voi diranno che io penso male, mi sono abituato a certi
giudizi. Ma
come diceva (guarda caso) Andreotti: "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si
azzecca". Non sarebbe il caso che le istituzioni preposte, anche quelle di questa provincia, rilevassero e proteggessero i suoli delle aree boschive andate in fumo? Se la cosa non venisse fatta mi sentirei autorizzato a pensare ancora peggio di come già penso.
lunedì 3 luglio 2017
Fuoco, schiavitù e munnizza. Non si vede. non si sente, non si parla.
In
questa terra tutto scorre in modo inesorabile verso il basso. Qui
ogni cosa che crea arretratezza è tutelata con un rigore manicale.
Guai a contrasare ciò che è stato, che è e che dovrà continuare
ad essere. Modificare, aggiustare, ostacolare questo tendenza è
come mettere in discussione certi notabilati. Spesso significa
entrare in contrapposizione con chi provi a difendere da certe
ingiustizie. “Ma fatti i fatti tuoi ... futtatinni … non vedi
che ciò che dici non suscita interesse … qui non cambia nulla”.
Ma il problema non è che non cambia nulla. No! Qui si lavora
scientificamente perché nulla deve cambiare. Si sprecano energie
impressionanti proprio perché niente deve essere modificato. Anzi, è
meglio se viene peggiorato. E di peggioramento in peggioramento siamo
diventati la terra dei fuochi, degli schiavi e della "munnizza".
Saliamo agli onori della cronaca nazionale solo per queste tre cose.
In una settimana gli incendi dolosi hanno distrutto circa una decina
di aziende e l'unico polmone verde di questo territorio è diventato
carbonella da barbecue. La logica del maggior profitto ha trasformato
ogni forma di lavoro in schiavitù. La regressione è così forte che
la schivitù lavorativa non basta deve anche diventare schiavitù
sessuale (l'Espesso, anche questa settimana ritorna a parlare dei
festini a luci rosse). E poi la “munnizza”, il nuovo oro, su cui
costruire intese, accordi e affari. Da più di un mese Paolo
Borromenti sul suo blog descrive, con cura quasi maniacale, la
geografia delle cosche del Sud Est siciliano collegandola al grande
business dei rifiuti. Il quadro che ne viene fuori è inquietante.
Vittoria, insieme ad altre realtà del catanese e del siracusano, è
al centro di questa vicenda. Fuoco, schiavitù e munnizza: questa
impressinante mescolanza di soggezione, vergogna ed emergenza è
gestita dalle mafie. Forse, dico forse, solo un cieco non riuscirebbe
a vedere questa immensa vergogna, ma sicuramente né sentirebbe il
puzzo disgustoso che appesta l'aria da anni. Fin quando seguitare a
far finta di nulla? Fin quando continuare ad essere complici silenti?
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