In
questi giorni discuto molto con mia figlia sull'inutilità di
occupare la scuola che frequenta. Ritengo gli argomenti che utilizza
troppo grandi e trattati in modo un po approssimativo: jobs act, articolo 18, riforma della scuola. Non per fare il padre compassato e scrupoloso,
penso che ci sia passione nelle cose che dice, ma vedo
affiorare anche il desiderio antico e furbesco
di
perdere qualche giorno di scuola, la solita maliziosa svogliatezza
che un po tutti da giovani abbiamo praticato. Ma se occupare la
scuola a queste condizioni è sbagliato, sia nel metodo che nel
merito, non significa che io abbia ragione. Agli slogan di ragazzi
che “protestano” perché aspirano ad un futuro migliore, noi
grandi cosa contrapponiamo? Se un ragazzo qualsiasi mi domandasse:
“Ok, la mia protesta è un po vaga e furba
perché sa di vacanza, ma lei cosa propone? Non vede che il merito è
stato bandito e che vengono premiati solo i furbi,
quelli che stanno nelle vicinanze del potere o meglio che sono
parenti del potere?” Io queste accuse me le sento addosso. Ed è
qui che affiora il caso di cui tutti in città parliamo: gli
incarichi al figlio dell'ass. Dezio. Voglio fare subito una
precisazione non è mia intenzione mitragliare un giovane
professionista. Il problema non è né lui né il cognome che porta,
ma è il modello attuato. Un sistema che è uguale a Vittoria come a
Courmayeur. Gli atti, le delibere, le determinazioni sono sicuramente
legittimi ciò che fa impressione è come la casta che governa da Nord a Sud guardi esclusivamente a se stessa. Qualcuno molto più bravo di me ha scritto
in un breve saggio: “il
massimo peso delle relazioni di casta, rispetto all'impalpabilità
delle relazioni basate sul merito”.
Uno studente ha tutte le ragioni per mandarci sonoramente a quel
paese, perché a Vittoria come a Treviso puoi essere un giovane
brillante e capace, presentare ad una pubblica amministrazione un
ottimo lavoro che merita di essere sostenuto ma qualcuno ti dirà:
“chi
sei ... di chi fai parte”
e dalla risposta dipenderà tutto. Puoi essere Einstein, se non hai
un padrino finisci nell'insieme indistinto e indifferenziato, diventi
un bamboccione, sfigato e choosy. Se invece sei furbo
… Se vogliamo uscire al più presto da questa crisi lasciando un
mondo migliore a questi ragazzi serve valorizzare il genio, il lavoro, e fare qualche
sacrificio. Non serve sicuramente la furbizia.
Ricordiamoci della volpe: è furba ma finisce sempre in pellicceria.
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domenica 23 novembre 2014
domenica 16 novembre 2014
Con chi sta Dio?
Io non voglio sapere dove
sta Dio. Io vorrei capire: con chi sta Dio? Da credente, sempre più
perplesso, mi sono sempre posto questa domanda. Non sono riuscito
mai a trovare una risposta. Fatti, circostanze,
condizioni che si susseguono giornalmente mi lasciano sempre più
dubbioso e via via più scettico. La domanda poi si fa più
insistente quando leggo certa cronaca , ma soprattutto sento certe
cose. Ad esempio mi è arrivata notizia che noti “personaggi”, gente molto ricca e potente della mia
città, essendo molto credenti (beati loro) hanno sentito l'esigenza
di realizzare all'interno delle loro ricche e lussuose abitazioni una
cappella. Li si chiudono per pregare. Mi è venuto spontaneo pensare, tra i tanti elettrodomestici
che possiedono questo è quello più singolare: la lavabiancheria
della coscienza. Io li immagino, dopo che hanno capito di aver combinato qualche porcheria, inginocchiati col capo chino che provano a mettere a posto la propria anima tra i loro agi. Si
atteggiano un po come Zaccheo il pubblicano, il ricco esattore di
piccola statura, il quale ospitò Gesù nella sua casa, ammise i
suoi peccati e promise di
dare la metà dei suoi beni ai poveri e se aveva frodato qualcuno
avrebbe restituito quattro volte tanto. Certo, loro si guardano
bene dall'imitarlo. Anzi, forse, per questa gente Zaccheo è stato
un grande cretino perché doveva tenersi in casa Gesù, ma soprattutto
i soldi. Infatti, se uno ci ragiona (come loro) è molto meglio
trincerarsi nel proprio agiato e prezioso angolo spirituale,
implorare perdono al proprio Gesù, recitare due Padre Nostro, tre Ave
Maria e un Atto di Dolore per resettare e pulire tutto, così da
ripartire bianchi e splendenti per nuove scorribande.
Questa
singolare notizia insieme alle tante cronache di questi giorni ha
fatto riemergere questa domanda: con chi sta Dio? Dalla mia memoria affiora una frase di Don Pino
Puglisi (ammazzato dalla mafia).“Nessun
uomo è lontano dal Signore. Il
Signore ama la libertà, non impone il suo amore. Non forza il cuore
di nessuno di noi. Ogni cuore ha i suoi tempi, che neppure noi
riusciamo a comprendere. Lui bussa e sta alla porta. Quando il cuore
è pronto si aprirà.".
…
UHMMM
... quindi non c'è bisogno di avere una cappella personale. Dio attende ovunque.
Dopo
di che mi torna in mente una frase di Don Peppino Diana (ammazzato dalla camorra): “La
criminalità organizzata riempie un vuoto di potere dello Stato che
nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione,
lungaggini e favoritismi".
Apposto ...
Io non voglio sapere dove sta Dio. Io vorrei capire: con chi sta Dio?
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