La
campagna promozionale avviata dall'amministrazione comunale sulla
raccolta differenziata ha aperto nella città e sui social una
discussione tutta incentrata sullo slogan e non sull'utilità della
raccolta e sul ruolo dei cittadini. Come sempre in questa città ci
fermiamo all'apparenza, mai alla sostanza. Mentre scrivo stanno
piovendo giudizi di ogni sorta sul manifesto: “brutto, bello,
provocatorio, innovativo, spregiudicato, anticonformista, volgare,
esilarante … ma non emerge nient'altro. La raccolta differenziata
è uno strumento troppo importante per questa comunità, siamo in
notevole ritardo e non possiamo ridurla ad un triste dibattito tra
tifosi pro e contro uno slogan. Rischiamo di fallire miseramente per
l'ennesima volta. La buona riuscita o meglio il decollo della
raccolta differenziata non passa esclusivamente per una frase ad
effetto (questo può succedere per le campagne elettorali), passa
unicamente per l'utilità, per la convenienza. Noi, “i vitturisi”, saremo la
parte attiva, quelli che dovremo fare la differenziata e quindi,
noi, trasformeremo il rifiuto-costo in rifiuto-risorsa economica.
Per questa nostro lavoro esiste una premialità oppure continueremo a
pagare una delle TARI più alte d'Italia? Qualcuno degli addetti ai
lavori può spiegare in quanto tempo
si intendono raggiungere gli obiettivi di riduzione della produzione
di rifiuti e del loro riutilizzo? L'idea di una “tariffazione
puntuale” (più differenzio meno pago, più conferisco spazzatura
indifferenziata più pago) è stata presa in considerazione?
Penso
sia più utile spostare la discussione e il confronto, sereno e
civile, su queste cose e non sull'efficacia di una frase.
Voglio ricordare a me stesso e a chi mi legge che la
storia dei “vitturisi”, dal 1607, è stata costruita sulla
capacità del saper fare non del saper dire.