Omicidio
Brandimarte, smorzati i riflettori tutto è tornato lentamente come
prima. La vita va avanti e certe cose, soprattutto quelle scomode e
imbarazzanti, si devono rimuovere con calma, con cura. La regola è
semplice: fare scemare la cosa fino a non parlarne più. Così tra
silenzi, paure e dimenticanze varie l'economia criminale del Sud Est
siciliano continua a riorganizzarsi indisturbata. Il motore del suo
sviluppo? La droga. Per la criminalità controllare il traffico degli
stupefacenti è fondamentale, è il generatore di tutta la liquidità
necessaria per fare investimenti, per rilevare imprese travolte dalla
crisi, per “offrire” sostegno economico. L'organizzazione
migliore in questo tipo d'impresa è la 'ndragheta: per la
compattezza della sua struttura, per l’enorme disponibilità di
denaro, per le sue accertate capacità criminali e per il livello di
controllo del territorio che è capace di esprimere. Brandimarte era
uomo di spicco della 'ndragheta, legato alla cosca dei Piromalli, e
la provincia di Ragusa si presta a certe caratteristiche. La droga è
il nuovo petrolio, genera tanta liquidità più del racket. I suoi oledotti sono i tir, i container, le persone. Il porto di
Pozzallo, il mercato ortofrutticolo di Vittoria e per ultimo
l'aeroporto di Comiso (non è da sottovalutare nemmeno il porto
turistico di Marina di Ragusa) sono strutture da dove partono e
arrivano persone, barche, tir container. La 'ndragheta è interessata
a “gestire” queste opere? Una cosa è certa, le nuove strategie
della criminalità economica sono perfettamente in linea con le regole
della globalizzazione: fare sistema, sviluppare economia di scala
affidando la gestione ai migliori. I profitti realizzati, sfruttando
il territorio, vengono quasi prevalentemente reinvestiti nei paradisi
fiscali. Anche qui i più bravi sono i calabresi. Infatti secondo la Direzione
Centrale per i Servizi Antidroga la 'ndragheta ha l'egemonia nel
«traffico
internazionale di droga, grazie ai canali diretti di
approvvigionamento dai Paesi del Sudamerica e alla dimostrata abilità
nel gestire complessi sistemi di riciclaggio». Guarda
caso a poche miglia dalla nostra costa esiste uno dei migliori
paradisi fiscali. Malta. E guarda caso pare che anche qui i Piromalli abbiano qualche "affare". Basta scrivere su Google “Malta offshore”
compaiono una serie di siti. Aprendone uno a caso
(http://societaoffshore.org/malta)
si trova scritto: Lo
stato di Malta gode di un sistema fiscale molto vantaggioso: le
aliquote applicate sono tra le più basse del vecchio continente e le
procedure amministrative risultano molto semplici da espletare. Negli
ultimi anni questa giurisdizione si è contraddistinta per l’apertura
del proprio sistema fiscale alla cooperazione internazionale così da
garantirsi l’inserimento nella White List: questo fattore però non
deve trarre in inganno gli investitori perché comunque Malta resta
una delle migliori mete per l'offoshore (imprese
fittizie usate per nasconderne, denaro e occultare proprietà).
Insomma, pare che Malta, per la sua posizione geografica, sia un'ottima
piazza dove investire denaro contante. Tutto questo è un caso o una precisa volontà? Ma la
domanda che deve sempre rimanere al centro del dibattito è: cosa ci
faceva Brandimarte a Vittoria?
La
storia continua