La
povertà ci ha vinto e sottomesso. Solo i discount hanno il
(de)merito di averla resa un po agevole, decorosa e accettabile. In
questi posti freddi e formali, ogni forma di indigenza viene svincolata
da tutte le ossessioni che crea. Li i prezzi sono accessibili e ti
permettono di poter comprare quello che ti serve per mangiare a costi
agibili. Certe volte vado a fare la spesa con mia moglie (ho
sempre odiato fare la spesa) e guardo con attenzione le persone. C'è
sempre un papà e una mamma con bambino che alla cassa devono decidere
cosa mettere fuori dalla spesa. Il bambino ha raccolto le cose che
più lo attraggono, dolci, salatini e patatine. Le persone anziane
sembrano allucinate, girano con carrelli semivuoti e hanno gli occhi
sul depliant preso all'ingresso, comprano solo prodotti in offerta.
Gli extracomunitari se sono con famiglia a seguito si comportano come
tutte le famiglie, la povertà non è razzista, omologa i bisogni. Se
sono maschi, siano essi dall'Est o del Nord Africa, comprano sempre
alcolici e salatini. Se sono donne acquistano alimenti e detersivi. Una cosa li unifica, tutti fanno la spesa con i "soldi contati", pochi possono permettersi di sforare la cifra
stabilita. Il discount racconta il territorio meglio di chiunque
altro. Negli orari più improbabili, ora di pranzo o primissimo
pomeriggio, nel parcheggio trovi qualche suv o berline tedesche. Gli
insospettabili vanno a fare la spesa. Non voglio contaminarsi con il
resto della ciurma dei consumatori, non vogliono farsi "sgamare". Forse ritengono che non sia bello fare la spesa insieme a extracomunitari, bracciati,
commesse, operai o disoccupati. Hanno l'esigenza di risparmiare ma pensano che
nessuno lo debba sapere. E' il nuovo segreto di Pulcinella. Nel piazzale, sotto la pensilina dei
carrelli, c'è sempre un ragazzo di colore, sicuramente di un paese centroafricano, che distribuisce i carrelli. L'ultima volta abbiamo
fatto amicizia e abbiamo parlato un po. Mi ha raccontato che con le
mance, accumulate distribuendo carrelli e caricando buste colme di spesa,
riesce a fare da sette a otto euro al giorno. Commesse e commessi
sono sempre gentili e disponibili. Conoscono quasi tutti i clienti.
Fanno di tutto, li vedi nelle corsie a sistemare merce, subito dopo
te li puoi trovare alla cassa o fuori col muletto a scaricare la
merce appena arrivata. Nel luogo dove si magnificano bisogni
essenziali e nuovi disagi, tra i dipendenti non esistono differenze.
Tutti devono fare tutto. Ora capisco perché sindacati, partiti,
associazioni, perfino la chiesa hanno perso gran parte del proprio
ruolo. Il discount li ha sostituiti, è diventato il nuovo centro di vita collettiva. Li prodotti alimentari tappezzati da offerte speciali soddisfano un bisogno essenziale: mangiare spendendo poco. Li l'imbarazzo muore all'ingresso. Attraversato il tornello si acquista la
pasta, l’acqua minerale, le merendina, il petto di pollo, i
detersivi e la birra che ci terranno compagnia per una settimana, il
tutto ad un prezzo sostenibile.
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domenica 27 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
LA CONSIDERAZIONE
Un
anno fa, a Vittoria, sette colpi di pistola misero fine alla vita di
Michele
Brandimarte, calabrese, pregiudicato
con
precedenti per 416-bis, associazione a delinquere di stampo mafioso e
traffico di droga. Un omicidio “pesante”, caduto troppo presto in
un silenzio assordante. Brandimarte era
esponente di punta della 'ndrina dei Piromalli Molè, cosca che
controlla il territorio di Gioia
Tauro. Della
morte del piccolo Loris Stival sappiamo tutto, forse anche troppo.
Una curiosità morbosa che non si riscontra nell'omicidio Brandimarte. Eppure lo spessore criminale della persona uccisa dovrebbe
suscitare più di qualche curiosità.
Isaia
Sales, storico della criminalità organizzata, in uno dei suoi saggi
scrive: “Le mafie clonano il loro modello dalle classi dirigenti
del Paese. Ambiscono a ottenere un riconoscimento pubblico del loro
potere. Non gli basta la virtù del crimine, hanno bisogno della
considerazione sociale”. Ecco, la considerazione.
Il contrario di questo sostantivo è discredito, disprezzo,
definizioni che la criminalità economica non ama ma che prendono
forma quando la criminalità è “costretta” a venir fuori per
quella che è: un'associazione che applica ogni tipo di violenza: omicidio (Brandimarte) compreso. La considerazione è la componente
più importante per un'impresa mafiosa, senza di essa non si genera
il rispetto, l'ossequio, verso l'imprenditore mafioso. Per
la criminalità economica la considerazione è l'investimento più
importate, costi quel che costi. Non si bada a spese e comunque la
mafia non ha problemi di liquidità. Il suo denaro è un ottimo
fertilizzante, attrae tante mosche, parla un linguaggio semplice che
tutti considerano, anzi amano.
Oggi
la mafia sta dentro lo "scontro" tra domanda e offerta, è diventata il
propulsore della nostra economia. Sa proporre alle imprese legali le
sue prestazioni ad un costo più basso di qualsiasi concorrenza,
oppure offre buone opportunità di lavoro. L’imprenditore “sano”
non pensa, non vede, non guarda. Nota solo una cosa: o il prezzo del
servizio offerto - che è sempre molto conveniente - oppure la
rapidità con cui viene liquidata la sua prestazione. Il
denaro decompone tutti i valori, in primis quelli etici e
morali. E' così che si instaura “un'amicizia funzionale” che
permette all'economia criminale di acquistare considerazione.
Tra
“imprese” però non sempre i rapporti sono stabili e continui. Dove invece si
creano obbligazioni reciproche, estremamente vincolanti, pare che sia
il mondo della finanza. In questo caso sembra che
l'amicizia diventi molto più funzionale è stabile. Poche
settimane fa la Banca d'Italia ha pubblicato l'ultimo quaderno
dell'antiriciclaggio dove vengono analizzati i dati del primo semestre
del 2015. Dalle frasi e dai diagrammi emerge l'energia liberata dal denaro della criminalità economica - anche nella nostra provincia
- e quindi come viene comprata la considerazione. A pag. 7 con
poche parole, viene spiegato tutto.
".... Rispetto
a ciascuno dei semestri dell’anno precedente si rileva un
incremento del numero di segnalazioni con riferimento sia agli
intermediari finanziari che ai professionisti e operatori non
finanziari. Nel
confronto con il secondo semestre del 2014, il numero delle
segnalazioni inviate dagli intermediari finanziari è aumentato del
12 per cento per effetto essenzialmente della crescita delle
segnalazioni della categoria ‘Banche e Poste’; sono invece
rimaste stabili quelle degli altri intermediari finanziari (fatta
eccezione per le fiduciarie). Le
segnalazioni dei professionisti sono cresciute in maniera
significativa per il contributo del Notariato ..." Chiaro, anche fin troppo.
A
pag. 23 le parole prendono forma e diventano un schema. Infatti, nel
cartogramma che descrive il numero di seganalazioni provinciali di
riciclaggio di denaro, per ogni 100 mila abitanti, ci dice che la (ex) provincia di Ragusa
è al secondo posto a livello nazionale, prima in Sicilia. Un ottimo
primato, non c'è che dire. Pare che la nostra criminalità economica
(soprattutto il suo denaro) sia molto considerata dal sistema
finanziario locale e dai tanti professionisti del settore. E' forse questo il nuovo modello Ragusa?
Un dato economico, accessibile a tutti, ci descrive con molta
semplicità quanto sia grande il fallimento politico e sociale della
lotta alla criminalità economica. Qualcuno è ancora convinto che
il problema sia esclusivamente la parte criminale? Ad una attenta
lettura dei fatti e della realtà si preferisce sempre il folklore
che piace tanto all'antimafia melodrammatica: coppola, riti,
giuramenti e facce lombrosiane. Lo capisco (ma non giustifico), è la
cosa più facile, meno pericolosa, ma soprattutto fa tanto audience e
crea nuovi professionisti dell'antimafia. Questo atteggiamento ha permesso negli anni alla mafia di diventare sistema economico
ampio e credibile e quindi di essere CONSIDERATA SOCIALMENTE. La sua espansione economica è sempre più difficile da contenere. Magistratura e forze
dell'ordine fanno il possibile. Manca la politica e l’opinione
pubblica. Manca la coscienza civile. I media, su questi temi, oramai suonano la
grancassa alle veline istituzionali e all'antimafia da operetta. Hanno dimenticato l'autonomia nel giudizio e il proprio ruolo
vitale: informare.
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