I
corleonesi cominciarono con i camion. Nel dopoguerra il governo
militare alleato aveva concesso a Michele Navarra - capomafia di
Corleone - il diritto di raccogliere e gestire i veicoli militari
abbandonati dall'esercito Italiano. Navarra usò questi mezzi per
avviare una società di autotrasporti per operazioni di vario tipo:
trasporto alimenti, movimento terra , trasporto materiale, ma
soprattutto tante operazioni illegali. La criminalità economica ha
avuto sempre un debole per i trasporti su gomma e guardando i dati si
capisce subito perché. In Italia, ancora oggi, circa il 90% delle
merci viaggia sui camion. Ogni giorno una moltitudine di tir
attraversano in lungo e in largo la penisola. Controllare queste
carovane significa controllare l'economia del Paese. E' il settore
strategico per eccellenza. I clan lo sanno da sempre, pertanto, nel
tempo, hanno imposto le loro regole. Dal Mercato di Vittoria ogni
giorno partono in media da 200 a 300 camion, una convoglio
consistente, significativo, che mette in contatto Vittoria con
diversi centri del Sud, del Centro, del Nord Italia e dell'Europa. Le
rotte commerciali di questi tir fanno gola a tal punto che mafia,
camorra e 'ndragheta si sono messe d'accordo. (Forse oltre
l'ortofrutta si fa viaggiare qualcos'altro?). La DIA di Napoli, con
l'operazione “Sud Pontino” (2010), ha dimostrato che esiste un
cartello tra mafia, camorra, 'ndrangheta (quest'ultima ha un ruolo di
primo piano). In particolare gran parte del trasporto
dell’ortofrutta su gomma funzionerebbe secondo un regime
monopolistico malavitoso e Vittoria, assieme ai mercati di Fondi,
Giugliano, Aversa, Parete, Trentola Ducenta, Palermo, Catania,
Marsala e Gela, non sfuggirebbe a tale logica. Qui, oltre a capire
come funziona la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli,
servirebbe capire qual è la vera funzione del trasporto. Ma c'è
dell'altro. “Dominare” il settore autotrasporti, significa anche
avere accesso alle tante agevolazioni del settore. Leggendo il
dossier della DDA di Catania in merito all'operazione “Caronte”
del novembre scorso (anche qui mafia, camorra e 'ndragheta insieme
appassionatamente), a pag 42 del provvedimento si legge: «Le
indagini svolte hanno acclarato che gli affari di cosa
nostra catanese tendono ad interessare anche settori di contorno
rispetto a quello dei trasporti, quale quello politico
della erogazione di incentivi agli autotrasportatori che abbiano
incrementato l’utilizzo delle cosiddette autostrade del mare».
Ma guarda un po, i soldi pubblici fanno scattare la vocazione
ambientalista alle mafie. Infatti, il Dpr 265/2006 riconosce eco
bonus alle imprese di autotrasporto che incrementano la
movimentazione merci intermodale, con particolare riferimento
all’utilizzazione della modalità marittima al posto di quella
stradale. Ma anche la regione Sicilia ha una norma - la legge
regionale 11/2004 - che regola l’erogazione di incentivi agli
autotrasportatori che praticano il trasporto intermodale per le merci
avvalendosi delle autostrade del mare. L'incentivo siciliano funziona
a meraviglia, viene erogato ogni tre mesi ed è commisurato alle
dimensioni degli automezzi. Può essere corrisposto o ai singoli
autotrasportatori, o ai consorzi (iscritti in appositi albi
regionali), oppure agli armatori delle navi, i quali, ricevuti i
cosiddetti “buoni di detrazione” (utilizzabili come mezzo di
pagamento, parziale o totale, del nolo marittimo per l’imbarco di
mezzi pesanti) da parte degli autotrasportatori, li devono poi
presentare alla Regione che provvederà alla liquidazione.
L’ammontare dell’incentivo, poi, si compone di una parte fissa e
di una parte variabile, legata quest’ultima all’entità
dell’incremento effettivo dell’utilizzo delle tratte marittime da
parte del beneficiario. La cosa interessante è che gli incentivi
regionali non sono cumulabili con quelli statali. Si “acchiappa”
con Roma e con Palermo. Siamo sempre li: camion e porti, porti e
camion, controllo delle economie e tanti soldi pubblici. Una vera
cuccagna.
Ricapitoliamo:
gestire l'autotrasporto significa governare le diverse economie, far
viaggiare i propri interessi e accedere a finanziamenti pubblici
significativi. I più bravi in questo tipo di conduzione sono
diventati i calabresi i quali non fanno la guerra ma spartiscono
perché c'è sbobba per tutti. Quindi: cosa ci faceva Brandimarte
a Vittoria?