Foto Franco Assenza
La
crisi che sta vivendo la fascia trasformata non è una crisi che
riguarda tutti, non è un tornado che si sta abbattendo su tutte le
aziende del comparto agricolo, non è quel disastro collettivo che
sta colpendo tutta la nostra società dalla tesata ai piedi. Le
crisi, storicamente non è mai stata solo difficoltà, come qualcuno
- in modo stolto - vorrebbe farci credere. La crisi, per alcuni, è
stata ed è anche una grande opportunità. Trovare prodotti
ortofrutticoli di ottima qualità a prezzi stracciati e sottocosto, è
o no una grande occasione? E per chi? Basta vedere i dati di
Unioncamere Sicilia e si capisce chi sta guadagnando, e tanto, grazie
a questa crisi. “E’
salito del 30% il valore delle esportazioni siciliane nel 2017. Lo
scorso anno il fatturato delle vendite all’estero è stato pari a
9.2 miliardi di euro in aumento rispetto al 2016 quando il giro
d’affari è stato di 7,1 miliardi".
I dati dell’Istituto Italiano Commercio con l’Estero (Ice) sono
ancora più precisi, ci dicono che l’export in provincia di Ragusa,
nel corso dei primi nove mesi del 2017, ha avuto un impennata del
+32,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 . E che cosa abbiamo
esportato? Prodotti agricoli trasformati! E’ il nostro settore di
punta, rappresenta il 35,4% dell’export provinciale. I primi dati
del 2018 sono in piena continuità con quelli dell’anno precedente.
Una vitalità impressionante.
E’
fin troppo evidente: c’è un nesso preciso tra queste performance
eccezionali e il crollo dei prezzi delle nostre produzioni. La crisi
riguarda esclusivamente una miriade di produttori agricoli e le tante
attività artigianali e commerciali ad essi collegate. C’è una
narrazione tossica in atto che prova a nascondere l’evidenza e la
realtà. Qualcuno sta provando a fornire un quadro sostanzialmente
diverso, sta veicolando una visione armonica della nostra società. Ci
dicono: “stiamo perdendo tutti, tutti insieme dobbiamo rialzarci”.
No! Non è cosi! Stanno perdendo tanti, ma non tutti. Questa crisi
sta trasformando profondamente la nostra società. E’ in atto un
violento cambiamento di rotta imposto da una parte minoritaria, forte
economicamente e capace di determinare le scelte politiche, a danno
di una parte maggioritaria, divisa politicamente e debolissima
economicamente.
Il
successo dell’export sta avvenendo tramite la svalutazione dei
nostri prodotti, che vuol dire riduzione generalizzata dei redditi
agricoli e peggioramento delle condizioni di vita della maggior parte
della nostra popolazione. Negare questa evidenza significa essere
favoreggiatori di questa parte minoritaria.