Nel
Sud Est, o nel Far Sud - come lo chiamava Bufalino - , ci abituiamo
alle cose negative in modo naturale. Questa consuetudine è la più
indegna delle infermità. Ci fa gradire qualsiasi avversità,
qualsiasi male. Per consuetudine, per abitudine, rispettiamo i furbi
- “i sperti” - e i violenti, così impariamo a subire
prevaricazioni, a soffrire in silenzio. Insomma, ci rassegniamo allo
schifo. La consuetudine è la droga più brutale, perché entra in
noi gradualmente, cresce nutrendosi della nostra incoscienza, e
quando scopriamo d'averla addosso ogni tessuto del nostro cervello,
del nostro corpo si è già adattato, ogni azione è già vincolata,
non esiste più rimedio che possa farci recuperare. Tutto diventa
normalità. Certo, a volte ci sono fatti che ci scuotono e ci fanno
uscire dal torpore, dall'oblio, in cui ci siamo cacciati. Allora, e
solo allora, interviene il chiacchierone di turno che prova a
immergere le nostre teste di nuovo nella sabbia. Quasi sempre ci
riesce. Il mio augurio più grande per tutti è che il 2015 ci dia
una scossa e ci faccia capire che ciò che vediamo è una normalità
inquinata, ingiusta, errata. Cambiare le cose è possibile dobbiamo
cominciare a sentirci offesi da certe azioni, da certi comportamenti,
da certe dichiarazioni. Meritiamo molto più di quello a cui ci hanno
abituato.
AUGURI
SINCERI DI BUON ANNO
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