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Pensi a Modica e ti viene subito in mente la magnificenza del duomo di San Giorgio, l’eleganza dei suoi palazzi nobiliari, la sapidità unica e granulosa del suo cioccolato, il gusto esclusivo de ‘mpanatigghi o la fragranza dei “viscotta i saimi”. Pochissimi però pensano e ricordano ciò che scrisse Giovanni Spampinato, nell’articolo pubblicato da “l’Ora” di Palermo, il 28 febbraio del 1972. Tre giorni prima, nella vicina Ragusa, era stato assassinato l’ing. Tumino, un omicidio tanto strano quanto eccellente.
"... L'ing. Tumino negli ultimi anni aveva svolto una intensa attività di costruttore edile a Modica, innalzando tra gli altri un palazzo nel corso centrale. Tale attività gli fruttò denunce e rancori. E' probabile che abbia pestato i piedi a qualcuno: a Modica opera una sorta di "mafia" che controlla vari settori, tra cui quello edile. ...”
Quindi,
secondo
Spampinato,
a
Modica era attiva da tempo una
entità criminale forte, impalpabile, ben
radicata nell’economia
cittadina e la stessa non permetteva ingerenze esterne. Per
scriverlo avrà avuto delle prove, e
comunque
era la prima volta che qualcuno scriveva
della
presenza di
“una
sorta
mafia” a
Modica.
Dopo quell’articolo
Spampinato non fece più accenni sulla città della Contea,
anzi dopo
il 27 ottobre 1972
non scrisse più nulla perché venne ammazzato da
Roberto Cambria.
Per
un certo periodo nessuno parlò di
Modica
e
della sua
“…
sorta
di mafia
… ”.
Bisogna
attendere il
1984 quando
Michele Pantaleone (storico, giornalista e saggista che pose
all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale la gravità del
fenomeno mafioso) in
un convegno che si tenne a
Modica
nel
febbraio di quell’anno,
parlò di personaggi locali che si erano arricchiti troppo
facilmente “…
sotto i nostri occhi e sotto i baffi di alcuni magistrati ...”.
Dopo
pochi mesi, nel
1985, su
“I Siciliani” di Pippo Fava veniva
pubblicato
un articolo
dove
si parlava di imprese
modicane “come un utile serbatoio per riciclare denaro”
di
dubbia
provenienza. Nel corso degli anni ‘80 questi
gruppi
imprenditoriali modicani
“acquistarono parecchi terreni nei dintorni di Modica, si trattava
di aree destinate ad uso agricolo, ma pochissimo tempo dopo le
cessioni di queste
superfici,
in consiglio comunale si cominciava a parlare di possibili
“opportune” varianti al Piano Regolatore”. E così, dalla
seconda metà degli anni ‘80 fino a tutto il decennio ‘90
i “vignali” chiusi
dai
caratteristici
muretti a secco di C.da Cava Gucciardo, di C.da Serraucelli e di C.da
Michelica vengono
investiti
da
un’imponente speculazione edilizia.
Lungo tutto questo
periodo
si susseguono voci
e indiscrezioni che legherebbero l’espansione urbana all’intervento
diretto di amministratori ed esponenti politici, dietro cui si
nasconderebbero gli investimenti di
“una
sorta di
mafia” che
deve riciclare
capitali illeciti. Si
dirà che
sono
solo
voci, malignità,
invidie.
Cemento
e
mattoni
però
furono reali
e
concreti. Il
suolo, un
tempo agricolo, diventava in tempi rapidissimi prima cantiere, poi
struttura, in fine edificio. Nella zona nacquero in poco tempo diversi agglomerati
commerciali,
alcuni
di
questi
riconducibili a gruppi imprenditoriali catanesi.
Scaringi
- magazzino
di abbigliamento tra
i
più importanti della Sicilia - è
uno di questi.
Giuseppe
Scaringi,
componente
della
famiglia proprietaria del
gruppo imprenditoriale, la sera del 23 novembre del1993 viene ucciso a Catania con 13 colpi di pistola. Secondo
alcuni collaboratori di giustizia, l’omicidio
va
inquadrato
nella guerra di mafia in corso nei primi anni ‘90 tra i clan
Santapaola e Cappello. Ma il cemento
e i mattoni non hanno sensibilità, rispondono ad
altre
logiche.
Infatti,
l’area
commerciale di Modica continua ad
espandersi e
il
suo sviluppo
mette in moto
l’altro
business:
l’edilizia
residenziale. Sopra
e tutt’intorno
ai magazzini d’abbigliamento, ai supermarket, ai centri per
elettrodomestici si sviluppano appartamenti,
residence e
villette a schiera.
Modica, urbanisticamente,
si
allarga
fino
a slabbrarsi,
la sua periferia diventa
un
polo
commerciale-residenziale
tra i
più significativi del Sud
Est
siciliano.
Per
i soliti maligni (i sciarriati cca cuntitizza) diventa
il luogo dove inizia l’origine legale del denaro, la sua
iniziazione formale. Le
dinamiche economiche del riciclo chiedono velocità:
più
centri commerciali, più cantieri, più merce, più forniture, ... più
trasporto.
Ecco,
IL
TRASPORTO!
Così
come
per il Mercato ortofrutticolo di Vittoria il trasporto
è
indispensabile
per
far arrivare nei mercati del
Nord
e nei supermercati della
GDO
l’ortofrutta della fascia trasformata, lo
stesso diventa essenziale
per rifornire
una
delle
più importanti aree commerciali del Sud Est siciliano. In
Italia non c’è merce che non viaggi sui
TIR
e
le
mafie
hanno
sempre
avuto
un debole per i trasporti.
Secondo
la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia),
mafia, camorra e 'ndragheta si sono messe d'accordo per
gestire tutte
le
rotte possibili
dei TIR.
Perché
tutto questo interesse? Forse,
oltre ai
tanti prodotti fanno
viaggiare qualcos'altro? Ad
esempio droga? Di certo c'è che Modica, come
Vittoria,
in
pochi anni
è diventata un’importate
piazza di spaccio. Di
droga nella città della Contea ne arriva tanta, lo
dimostrano le continue
operazioni delle forze dell’ordine. E
dove c’è tanta droga si
genera tanto
altro
denaro
da
reinvestire,
ma
riciclarlo è sempre più difficile perchè vi è sempre una
fase in cui i
soldi
fatti
illegalmente sono
costretti
ad uscire allo scoperto e quindi diventano
vulnerabili.
Per
superare
questa circostanza serve
la
compiacenza
di una banca, la disponibilità di qualche impresa e la complicità di professionisti validi e spregiudicati. Serve
cioè una "camera" che sappia
sanificare il denaro sporco facendolo diventare pulito. Vengono in mente le "botti" di
Tommaso Campailla - medico, filosofo e
poeta
modicano del XVII secolo che inventò
le camere per
curare
i
malati di
sifilide - dove la gente entrava appestata e usciva sana e pronta per nuove avventure. La massoneria potrebbe essere una di queste “botti”? La Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie ha provato a dare una risposta complessiva. A pag 251 della relazione conclusiva sui rapporti mafia massoneria c'è scritto: "Se
la realizzazione o il tentativo di programmi criminosi (riciclaggio? n.d.r.) avviene
in un contesto riservato , chiuso da ogni interferenza statale (una "botte"? n.d.r.),
ciò non può che agevolare i disegni mafiosi che rimangono
fisiologicamente sottotraccia, e per di più ammantati dai valori
massonici e tutelati dalla privacy riconosciuta alle associazioni di
diritto privato”. Ma al di la delle parole della Commissione, è certo e riscontrabile che Modica, come Ragusa, ha una lunga tradizione massonica. Inoltre, da
pochi mesi, sempre a Modica, è riaffiorata una loggia, pare aderente al G.O.I. (Grande Oriente d'Italia), e si dice pure che sia molto
frequentata. Quanta voglia di esoterismo in giro per gli Iblei. Chissà perché!?
Negli anni si è consolidata l'idea che le mafie siano a macchia di leopardo: qui si e la no. Non esistono città mafiose e città immuni dalle mafie. Le mafie hanno diversi atteggiamenti: in alcuni territori sono brutali e violente, in altri sono riflessive e rassicuranti, "una sorta di mafia" appunto. In ogni caso quando diventano imprenditrici vuol dire che trovano disponibilità e condivisioni politiche, economiche e professionali. Quando tutto questo accade è perché c’è una “società civile” che le ha accettate e ne condivide metodi e comportamenti.
Tutto questo è successo e succede anche a Modica?
http://www.archivio900.it/it/articoli/art.aspx?id=8142
https://books.google.it/books?id=HiEiZ-eFeeMC&pg=PA715&lpg=PA715&dq=petrolieri+di+modica+I+siciliani&source=bl&ots=2gmonwAwkl&sig=t4m7Vzi4trJFrhvbZNVKOeJFfto&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjVmor9nPDeAhUBzIUKHRd0B2gQ6AEwDXoECAgQAQ#v=onepage&q=petrolieri%20di%20modica%20I%20siciliani&f=false
https://issuu.com/ilclandestino/docs/clandestino_web
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/24/commerciante-freddato-dai-killer-colpi-di-pistola.html
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/05/15/Cronaca/MAFIA-CATANIA-
ARRESTATO-AUTORE-OMICIDIO-SCARINGI_122828.php
http://www.studistorici.com/wp-content/uploads/2010/07/CACCAMO_dossier_3.pdf
https://www.ragusaoggi.it/a-modica-rinasce-loggia-massonica-e-la-1522-ed-e-dedicata-a-quasimodo-sabato-si-e-svolta-linaugurazione/
https://www.ragusanews.com/2012/07/09/cronaca/mafia-e-camorra-un-arresto-anche-a-modica/27598
Basterebbero dei semplici cani molecolari per sapere cosa viaggia sui tir, senza smontare nulla.
RispondiEliminaEvidentemente, sta bene così a tanta gente.