La
notte del 24 agosto scorso la terra ha tremato nel Lazio e nelle
Marche. Case private ed edifici pubblici si sono sbriciolati come
biscotti. Mi chiedo: cosa sarebbe successo se un terremoto
della stessa intensità avesse colpito la nostra zona. I nostro
ospedali, le caserme dei vigili del fuoco o dei carabinieri, le
scuole, gli uffici pubblici, le case private ... che fine avrebbero
fatto? Io non so se esiste una mappatura delle strutture pubbliche
messe o da mettere a norma. So,
anzi vedo, lo stato di molti edifici pubblici e privati e so che il
Sud Est siciliano è un territorio esposto ad altissimo rischio
sismico. Quando arriverà il
nostro turno, mi auguro mai, spero che accada di notte quando nelle
scuole frequentate anche dai mie figli non ci siano studenti, quando
gli uffici pubblici sono vuoti. Insomma, cerco di convincermi che la
terra tremi guardando l'orologio. Forse
esagero, ma penso che oltre il 50% degli edifici di Vittoria, Comiso,
Ragusa, Modica ... sia a rischio per tecniche di costruzione, per
materiali utilizzati e per scarsa manutenzione. Le
speculazioni edilizie che si sono succedute dagli anni '60 in poi,
guidate da personaggi spregiudicati e legati al potere, non hanno mai
preso in considerazione il rischio sismico. La prevenzione è stata
sempre percepita come un costo insopportabile che riduce i profitti.
Solo dopo il terremoto
dell'Irpinia è nata una normativa parzialmente adeguata, ma il
grosso degli edifici del nostro territorio è nato tra gli anni
'60-'80 e non tutti quelli realizzati dopo gli anni '80 rispettano la
normativa antisimica. La nuova
amministrazione dovrà mettere mano su una questione da sempre
sottovalutata. La scossa del 24 Agosto ci dice che non si può più
puntare sulla sorte. Quegli edifici sgretolati parlano. Ignorare un
problema grave, serio e profondo non è, e non può essere, la
soluzione.
Per chi vuole approfondire
https://ingvterremoti.wordpress.com/2015/01/30/i-terremoti-nella-storia-il-catastrofico-terremoto-dell11-gennaio-1693-nella-sicilia-orientale-levento-piu-forte-della-storia-sismica-italiana/
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