A
molti miei coetanei sento ripetere spesso una frase: “Noi da
giovani eravamo meglio di quelli di oggi” … … è una cazzata
paurosa.
Basta
guardare cosa sono oggi le discoteche e li puoi vedere come sono i ragazzi
di oggi: belli, palestrati, vestiti benissimo, alcuni arrivano con
auto brillanti. Entri in una discoteca dal nome altisonante è trovi
le ragazze immagine... e non dico altro.
Noi
eravamo brutti, è già dire brutti è una metafora. Io, ad esempio,
avevo i capelli un po' lunghi tipo Jim Morrison (sottolineo tipo …
se lo sente dall'aldilà mi fulmina) ed ero pieno di brufoli. Erano
così tanti i miei brufoli che con il topexan, (storico detergente) io non ci lavavo la faccia ... lo bevevo ... come sciroppo, pur
di mandare vie quelle “petunie” che avevo sul viso.
Le
nostre discoteche erano tristi già dai nomi. Ricordate la “Fazenda”?
Era una capanna di legno in mezzo ad un polverosissimo sterrato che
fungeva da parcheggio. Tu arrivavi e appena scendevi dall'auto eri in
mezzo alla povere. All'ingresso della discoteca, non si faceva la
fila per i biglietti, NO, si stava mezzora a battere i piedi per
scrollarsi di dosso tonnellate di polvere.
Le
ragazze immagine? Si, hai voglia! Immaginavamo che ci fossero!!
E poi
le nostre auto … intanto erano le auto delle nostre madri, che
spesso prendevamo a sgamo e soprattutto quando c'era il pieno di
benzina … la Fiat 126 era quella che andava per la maggiore. Ci
infilavamo in cinque, avvolte anche in sei, in quelle scatole di
latta. Quando uscivamo da quell'auto eravamo già sudati come delle
scimmie.
Ma la
vera differenza tra noi e i ragazzi di oggi era nell'abbigliamento.
Noi eravamo dei tamarri mostruosi. Come scarpe avevamo quasi sempre
scarpe da tennis, i più sfigati le espadrillas. Indossavamo jeans
strettissimi che ti impedivano i movimenti, ma soprattutto ci
pressavano maledettamente i genitali. Non contenti indossavamo
cinture finte el charro con fibie mostruose che ti lasciavano il
segno sulla pelle per giorni. Le abbottonavamo strettissime. E poi,
infilata dentro i jeans, una maglietta aderente che sembrava la
maglia della salute dei poveri. I più tamarri arrotolavano le
maniche di queste magliette e alcuni avvolgevano sapientemente un
pacchetto di malboro per sentirsi più fighi. Entravi in discoteca e
non si andava a ballare ma giravi il locale, in mezzo alla confusione
più totale e con la musica sparata a palla ... cercavi la ragazza
che ti piaceva. Le ragazze stavano quasi sempre sedute sui divanetti,
in pista ballavano solo le coppie. Appena trovavi quella che ti
piaceva ti piazzavi li davanti a lei. Ti appoggiavi su uno dei tanti
pali legno che popolavano la “fazenda” e aspettavi, senza perdere
mai la tua preda. La fissavi fino a fargli la tac, la risonanza
magnetica con i mezzi di contrasto e nel contempo che la fissavi
aspettavi il momento magico.
Allora
le discoteche facevano dai venti ai trenta minuti di lenti e tutti
eravamo preparati a quella mezz'ora di musica. Il dj con maestria
smorzava la musica disco e con voce impostata diceva: EHI RAGAZZI IN
PISTA: cominciano i lenntii”. in quel momento tutti i falchetti
abbandonavano i pali e si tuffano sulle loro prede … intanto le
luci del locale venivano abbondantemente smorzate, non si vedeva
quasi nulla ma ognuno sapeva dov'era la sua preda, anche al buio
l'avresti trovata, oddio c'era anche chi nello slancio inciampava e
cadeva come una baccalà, ma chi riusciva a raggiungere la ragazza
gli si piantava davanti e con voce ferma esclamava: “Balli!!” la
risposta era quasi sempre “ … si …”. Tutti e due, mano nella
mano raggiungevano la pista e li iniziava un ballo che non vi dico.
Era tutto uno strofinio, un avvicinarsi di lui e un allontanarsi di
lei, quando l'atmosfera si era finalmente riscaldata a dovere e si
cominciavano a prendere le giuste misure, le palle con gli
specchietti che giravano ti mandavano un maledetto raggio di luce che
illuminava il volto di lei … li tantissimi si accorgevano che
quella che avevano puntato per un'intera serata ... b a s t a r d a
... pochi secondi prima che tu arrivassi a chiederle di ballare si
era spostata lasciando il posto a sua cugina … s i m p a t i c i
s s i m a … ma comunque un cesso.
Ai
miei coetanei che fanno certe affermazioni mi sento di dire che noi
abbiamo limonato cose che gli umani non possono neanche immaginare.
Ma andava bene così.
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