Immagine tratta da Google Immagini "luce d'inverno sull'altipiano ibleo"
Disconoscere
che la criminalità organizzata abbia condizionato la vita economica
e sociale di Vittoria è come negare l’esistenza dell’acqua. Le
mafie, da oltre trent’anni, hanno ammorbato con ogni forma di
violenza questo territorio, tant'è che Vittoria oramai è percepita
come un luogo di appestati da tenere a debita distanza.
Ma tutto il male etico e morale ricade esclusivamente all’interno di questa città? L'economia mafiosa riside solo a Vittoria? La signorile Ragusa, la nobile Modica, i paciosi e ordinati paesini adagiati sui monti Iblei o la “floreale” Ispica, sono luoghi immuni dalle mafie, oppure riescono a nascondere con grande abilità le loro vergogne? In questo mio spazio telematico ho scritto tanto su Vittoria e sui suoi tanti malanni. Se adesso provo a voltare lo sguardo lo faccio perché voglio dimostrare con alcuni fatti come la mafia, con i suoi legami e le sue economie, non si è ramificata solo nell’ipparino ma è riuscita in modo diverso, meno rumoroso ma comunque pericoloso, ad inquinare altre realtà. Cioè, voglio provare a puntare i riflettori su questioni che tanti fanno finta di non vedere.
In
questa "prima puntata" porrò l'attenzione sulla distinta
Ragusa. In questa città da tempo la parola immigrazione fa un po'
rima con prostituzione. Il centro storico superiore del capoluogo è
diventato un concentramento di case chiuse così elevato da far
impallidire il quartiere a luci rosse di Amsterdam. Cinesi,
colombiane, cubane, nigeriane, rumene, pronte a soddisfare le voglie
sessuali di tante brave e insospettabili persone. Alcune pare che
abbino pure dei profili su internet dove elencano dettagliatamente le
prestazioni esercitate nell’appartamentino in zona centro.
Le
forze dell’ordine non stanno a guardare. Infatti, non vi è
settimana che non veda un'operazione di polizia contro una casa di
piacere. Quest’anno, solo nei primi giorni di luglio, la polizia ne
ha scovate e chiuse sei, ma la voglia di “pilu” a Ragusa è
troppo ardente.
Naturalmente
dove c’è tanto sesso, c’è droga, tanta droga (il rock and roll
è un optional). Infatti nel quartiere a luci rosse lo spaccio è florido. Anche questo è dimostrato dalle diverse operazioni fatte
nel tempo dai carabinieri e della polizia. Quindi, i “masculiddi”
ragusani, cresciuti a pane fatto col “criscente”, ricotta e cacio
cavallo, per ottenere una migliore prestazione sessule sniffano
cocaina? E si!! Ne
pippano pure tanta. Il consumo di coca a Ragusa e provincia è
cresciuto, e molto.
Il Servizio tossicodipendenze (SERT) dell’Asp di Ragusa qualche giorno fa ha lanciato l’allarme: “quasi tutti i nuovi casi che sono afferiti al Sert per problemi di abuso sono stati per cocaina ... una percentuale che rasenta il 70%”.
Il Servizio tossicodipendenze (SERT) dell’Asp di Ragusa qualche giorno fa ha lanciato l’allarme: “quasi tutti i nuovi casi che sono afferiti al Sert per problemi di abuso sono stati per cocaina ... una percentuale che rasenta il 70%”.
La
mafia in tutto questo ha o no un ruolo? Per capirlo bisogna avere
contezza del denaro che generaro queste attività "imprenditoriali".
Provo a fare due conti in modo semplice. Secondo
un’ichiesta fatta qualche tempo fa da Repubblica, dal titolo
“Ragusa a luci rosse”, un’addetta del sesso “produce” in
media duemila euro al giorno che moltiplicate per
treccentosessantacinque giorni fa 730 mila euro in un anno. Nel
quartiere a luci rosse di Ragusa ci saranno almeno 150 operatrici e
quindi in un anno, all’interno di quella zona, si sviluppa un volume
pari a 109 milioni di euro. Non oso pensare il denaro che genera la
cocaina utile a rallegrare le prestazioni sessuali dei maschi
dell'altipiano.
Si
può ancora pensare che dietro queste cifre non ci sia
un’organizzazione criminale che gestisce sesso, spaccio e ... gli
immobili del centro storico di Ragusa superiore?
Nella distinta e osservante Ragusa questa massa di denaro si è generata e si genera silenziosamente ogni giorno, ogni mese, ogni anno, da almenno vent’anni. Dove è finita e dove finisce questa quantità di denaro? E' stata riciclata? Da chi e come? Se penso a quanto è cresciuta urbanisticamente Ragusa negli ultimi vent’anni si offende qualcuno? E le “chiuse” che circondavo la città come sono diventate terreno edificabile? Il denaro fatto con lo sfruttamente del sesso e lo spaccio della droga ha forse generato la concretezza e la materialità del cemento e dei mattoni? Sarebbe interessante provare a dare delle risposte a queste domande. O NO!?
Continua
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