Ricomincio
da dove avevo lasciato. Nella
distinta e osservante Ragusa il
giro della prostituzione
genera una
sostanziosa
massa
di denaro. Oltre
100
milioni di euro l’anno
(si
veda
il
post
precedente). A questa significativa quantità di
soldi
vanno aggiunti i proventi dello spaccio delle droghe. A
Ragusa oramai
pippare
coca
fa
figo.
Quasi
il 5% della popolazione ragusana di età compresa tra i 18 e i 54
anni fa uso abituale
di cocaina. 1700
persone circa che spendono giornalmente, in media, circa 50 euro per
darsi la
carica.
L’allarme
è
stato
lanciato dal SERT poche settimane fa.
Oramai
la
cocaina è la droga più richiesta,
il suo mercato è in forte ascesa e
lo spaccio è concentrato nel centro storico di Ragusa superiore che
è anche il quartiere a luci rosse.
E’
così
che
nella raffinata
e professante
Ragusa
i nasi e
le vagine vengono utilizzati
come bancomat.
Ma
da
chi è gestito
il
business della
droga e
del sesso? Dove
finisce questo
enorme
mucchio
quattrini?
Forse
la risposta sta nella crescita urbanistica/edilizia
del capoluogo ibleo?
Il
Piano Regolatore Generale di Ragusa venne
approvato nel 1974. Gli
estensori dello
stesso
avevano previsto
un aumento di popolazione da poco meno di 70 mila a 100 mila
abitanti. Guardo
i dati recenti pubblicati dall’Istat e rido. Al 31 dicembre del
2017 la popolazione di Ragusa non superava
le 74 mila unità.
Si
può
pensare
che quella
previsione
fu un
fantasioso
ed
esagerato
auspicio,
utile
a giustificare
le esigenze di certe
lobbies
speculative
e
a identificare un’enorme quantità di aree edificabili?
Forse
è così, ma andiamo avanti. I
bene informati dicono che probabilmente
non si esagerò solo nelle previsione ma pare che vi furono anche
delle lacune
nell’adozione dei Piani
Particolareggiati
del centro storico.
Le male lingue dicono che per
“dimenticanza”
venne
impedita
ogni possibilità di intervento edilizio
in
grado di dare all’edificato esistente del centro storico una
funzione più adeguata alle nuove necessità abitative. Quindi,
da un lato veniva bloccata la possibilità
di modificare gli edifici del
centro storico, dall’altro veniva facilitata la possibilità di
edificare nelle zone d’espansione.
Tutto
questo diede
il la
ad
una
massiccia
migrazione degli abitanti residenti nei quartieri storici passati da
25 mila unità nel 1961 a meno di 5 mila nei giorni nostri.
E
così di revisione in revisione del
PRG,
di
esagerazione in esagerazione nelle previsioni e
di dimenticanza
in dimenticanza
nei
Piani
Particolareggiati,
il
centro storico si è via via svuotato,
la
popolazione ragusana
non è mai cresciuta
e
il
cemento
si è mangiato milioni di mq di territorio.
Grazie a questa
“pianificazione” Ragusa
è
diventata un’unica grande periferia
decadente.
Al centro la triste realtà
del quartiere a luci rosse, con lo spaccio sempre più crescente;
nell'hinterland,
cemento a
manetta
e
desolazione
crescente.
Sesso
droga e calcestruzzo
sono
stati
un
unico
grande
business gestito
da una criminalità economicamente
forte
e
spietata che,
forse,
grazie a tante compiacenze, ha trovato il modo di
riciclare
queste masse di denaro
nel
silenzio più
totale? Ma
queste compiacenze dove si annidano?
L’urbanistica
è disciplina seria, ha bisogno di tecnici, di giuristi e di
economisti capaci e autorevoli che
hanno un costo. Questi senza piccioli non cantano, ma di soldi per farli cantare ce ne sono tanti.
A pag 38 dell’ultima relazione della Commissione
Nazionale
Antimafia
c’è scritto che molti affiliati alla massoneria sono: “avvocati,
commercialisti, medici
e
ingegneri. Presenti in numero rilevante anche soggetti impiegati nel
settore bancario, farmaceutico
e sanitario,
nonché imprenditori dei
più diversi settori,
in primis quello edile … Uno spaccato professionale denotante
soggetti di un livello di istruzione medio alto e, di tutta evidenza,
in grado di stringere relazioni anche nel mondo della criminalità e
in quello della società civile”.
Ragusa
ha una forte tradizione massonica. Nel capoluogo operano tre logge
due aderenti al Grande Oriente d’Italia (GOI)
e
una aderente alla Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI). I soliti bene
informati accennano anche la
presenza di
logge coperte, frequentate da noti
personaggi ragusani che non vogliono rivelare la loro appartenenza alla
massoneria, sarà vero? Una cosa comunque pare certa: a
Ragusa la massoneria con
i suoi “riti esoterici”
occupa da
sempre
un posto di rilievo nelle
istituzioni e nella politica.
Lo
scrittore
Alfio
Caruso nel suo libro “I siciliani”, nel capitolo sull’omicidio
Spampinato (fra
pochi giorni ricorderemo, come
sempre
in pochissimi, l’anniversario dell’uccisione)
ha scritto:
“La
Ragusa delle istituzioni, delle solidarietà d’affari, e di
massoneria, dei rapporti inconfessabili tra sperti e malandrini si
adopera per circoscrivere i danni”.
Ecco,
i danni! Anche
quelli urbanistici che
sono
avvenuti
e
avvengono
sotto
gli occhi di tutti e
nel silenzio più totale? Ma dove
c’è silenzio c’è MAFIA!!?
La
proverbiale correttezza ragusana è solo
una maschera
avvolgente e
spessa,
capace
di
nasconde ogni nefandezza e resiste ad ogni pressione. E’
una
corteccia
difficile da scalfire, impossibile
da
bucare.
E’ la faccia pulita, “babba”,
della peggiore omertà.
Nessun commento:
Posta un commento