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domenica 16 giugno 2024

Operazione "Fenice": non solo imballaggi ma anche diverse assonanze.



Vittoria, ma non solo lei, vive una doppia esistenza: di giorno la città frenetica degli uffici, delle banche, del mercato ortofrutticolo, del fatturato; di notte, soprattutto nei fine settimana, diventa la città piena di luci in cui "perdersi" è questione di un attimo. Dentro questa dicotomia si trovano a proprio agio anche le economie mafiose. Questa mia considerazione non nasce a caso ma leggendo il comunicato della DDA di Catania relativo all'operazione "Fenice" che il 12 giugno scorso ha portato all'arresto di 16 persone e ha messo in evidenza (finalmente) come a Vittoria operi una mafia imprenditoriale capace di creare relazioni  con altre mafie imprenditoriali.  Nel documento infatti si legge: "...un’associazione per delinquere di tipo mafioso che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avrebbe perpetrato una serie indeterminata di delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, e acquisito, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, con particolare riferimento al settore della produzione e commercializzazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli. Il sodalizio avrebbe unito l’aggressività e la forza militare a strategie imprenditoriali, estendendo così il suo potere mafioso e il controllo territoriale. A riscontro della sua operatività sarebbero emersi collegamenti con altri gruppi mafiosi, inclusi i clan “Santapaola-Ercolano” di Catania, “Nardo” di Lentini, “Rinzivillo” di Gela. ...". 
E' da tempo che scrivo in questo mio diario telematico che qui le mafia hanno fatto un salto di qualità determinato non solo da chi è stato arrestato. Sono persone che non  hanno la capacità di stabilire quella strategia imprenditoriale che serve a tenere in piedi un'attività. Per fare questo servono alleanze strategiche con funzionari pubblici, bancari, avvocati, notai, commercialisti. Non è più la violenza a caratterizzare le mafie e quando la stessa si manifesta, vedi l'omicidio Russo e il tentato omicidio di Di Martino, arriva immediatamente la risposta della magistratura e delle forze dell'ordine. Ormai l'ossatura del potere mafioso di questa terra, e non solo di questa, si regge sempre meno sulla struttura criminale e sempre più su quella zona grigia fatta da insospettabili disposti a colludere, tradendo l’etica della propria professione. L'imposizione degli imballaggi non avviene con la forza ma diventando competitivi abbassando il prezzo del prodotto, facilitando i pagamenti. Basterebbe ascoltare chi amministra le attività confiscate per capire cosa accade in quel settore. Si capirebbe come e perché sono così competitivi o convenienti. L'altro elemento è il collegamento con i gruppi mafiosi Santapaola-Ercolano” di Catania, “Nardo” di Lentini, “Rinzivillo” di Gela. Guarda caso tre clan mafiosi legati alle 'ndrine calabresi per l'acquisto, a prezzi vantaggiosi, della cocaina. La coca ormai inonda la luccicante movida iblea, è diventata lo sballo di massa a prezzi accessibili. C’è chi la fuma, chi la sniffa anche tutti i giorni. Basta chiederla e la trovi ovunque. Questo territorio, come tanti altri, è diventato un immenso suk, un grande mercato di miraggi, di piacere effimero, ma soprattutto un mercato che non conosce crisi e che genera capitali illeciti che vanno reinvestiti "imprenditorialmente".
Quante assonanze tra l'operazione "Fenice" e l'operazione "Alto livello" (altro bliz coordinato sempre dalla DDA di Catania pochi gironi fa) che ha portato alla luce un sofisticato sistema di frode fiscale e riciclaggio di denaro di dubbia provenienza, dove, anche qui sono state arrestate 16 persone, anche qui vi sono legami con gruppi catanesi, ma in questo caso non è coinvolta un'imprenditoria mafiosa, ma quattro "insospettabili colletti bianchi" di Modica. 

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