La
voglia di tavolo verde è sempre stata una delle passioni nascoste
del nostro territorio. Sarà per questo che qualcuno tempo fa avanzò l'idea di far nascere un casinò in provincia? Se non
ricordo male la proposta era di far diventare il Castello di
Donnafugata una lussuosa casa da gioco. Questa esigenza pare che sia
scemata, non perché sia diminuito l'interesse politico ma perché la
voglia di azzardare, il desiderio del gioco ha trovato uno sbocco
nella diffusione del le slot machine e nel gioco on line. Il settore
in provincia ha avuto subito una rapida espansione. Basta girare per
i locali pubblici per capire come il territorio in poco tempo sia
silenziosamente diventato una piccola Las Vegas. Molti bar si sono
attrezzati con slot machine e video pocker. Ma anche da casa, con un
computer, un tablet, uno smartphone o con una una connected tv, si
può accedere a siti dove giocare. L'associazione Libera nel suo
dossier “Azzardopoli” ci dice che il gioco d'azzardo on line
genera: “Un
fatturato legale stimato in 76,1
miliardi di euro,a
cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci
miliardi di quello illegale. E'
“la
terza impresa” italiana,
l'unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della
crisi che colpisce il nostro paese”.
Basta
farsi un giro, soprattutto nei locali di periferia, per vedere già
di prima mattina persone sedute di fronte ad una macchinetta, per
subire la “spennatura giornaliera”. Parlando con una di queste, durante uno dei pochi momenti in cui riesce a staccare gli
occhi dal video, mi spiega con una certa convinzione che per lui
tentare la fortuna è oramai l'unico modo per provare a risollevare
la sua situazione economica, ma con la stessa convinzione mi dice che
è riuscito solo a precipitare
nell'inferno della videodipendenza e dei debiti. Nel giugno scorso
sono stati pubblicati dei dati che ci danno la dimensione del danno
sociale che c'è in atto nella nostra area.
Nel territorio ibleo attualmente si registrano “700
punti giochi (nel 2000 erano appena 70), dove si spendono ogni giorno
821.000 euro”.
Ma non ci sono solo le slot dei locali pubblici ci si può rovinare
anche da casa, basta collegarsi a Texas
holdem poker
per fare “Puntate,
rilanciate, foldate e bluffate con un unico scopo: scalare la
classifica del gioco d'azzardo più famoso al mondo ...”. e così
chi
gioca online si piazza dalle quattro alle cinque ore davanti al
computer. Nei tornei si possono superare anche le 20 ore davanti allo
schermo. Chi gioca si estrania dal mondo per vincere o perdere tanti
soldi. Sia le slot machine che i giochi on line sono sotto
controllo dell'AAMS
(Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato), “il
garante della legalità e della sicurezza in materia di apparecchi e
congegni da divertimento ed intrattenimento per assicurare la
trasparenza del gioco”. Lo Stato non esercita gratis questo ruolo alto e nobile, infatti
incassa i proventi dei giochi e - siccome la Sicilia è a
statuto speciale - anche nelle casse della regionali arrivano soldi
frutto di queste attività (rivoluzionario Crocetta dove sei?). Garanti della legalità che creano disperazione guadagnandoci pure? Ma al peggio non c'è limite. Nel luglio scorso dall'operazione della DDA
“Gambling" sembra emergere che con il gioco on line la 'ndragheta
ripulisse denaro sporco. Pare che dietro il “Texas
holdem poker”
la cosca della Piana di Gioia Tauro (la zona dei Brandimarte) e della
Locride, raggirando i blocchi dell'AAMAS, riciclavano grandi quantità
di denaro che venivano trasferite a Malta. Il cerchio si chiude e i conti tornano ...
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