Il mese di
settembre è stato molto movimentato. In pochi giorni due operazioni,
prima l'arresto dei Consalvo che imponevano agli operatori
commerciali cassette e prodotti per imballaggio dei prodotti
ortofrutticoli e poi i Cilia. La cattura di quest'ultimi è inserita
all'interno di una vasta
operazione contro il traffico internazionale di stupefacenti tra
l’Italia e l’Olanda, con decine di arresti eseguiti in tutta
Italia. Imballaggi e camion, binomio perfetto. Infatti, l'ho scritto
tante volte e lo ripeto: chi controlla la logistica governa ogni
forma di economia criminale. Ma l'arresto
dei Consalvo e dei Cilia non ci racconta solo della loro capacità
“imprenditoriale”. Dietro le loro attività ci saranno
sicuramente rapporti con consulenti, tecnici, istituti bancari. I
loro soldi - tanti soldi - anche se frutto, secondo gli
investigatori, di attività illegali fanno gola. La reputazione di
certa gente, il loro percorso criminale conta poco o nulla. I loro
soldi non hanno nomea, non puzzano, non macchiano quindi qualunque
cosa può essere fatta se viene fatta per quei soldi. E' questo tipo di
cinismo che contraddistingue questi professionisti? Mi risuonano in
testa le parole del magistrato, nostro concittadino, Bruno Giordano
che intervistato da Peppe La Lota l'agosto scorso dichiarava:
“L’attuale
situazione richiede una nuova classe dirigente. La partecipazione
alla vita pubblica dei professionisti da un lato e il contenimento
dell’emigrazione culturale dall’altro”. Ma
in questa città, in questa provincia, ci sono professionisti
al servizio. La loro eleganza, il loro garbo, la loro amabilità ci
racconta la loro freddezza, la loro indifferenza verso ciò che
rappresentano socialmente ed economicamente certi “clienti”,
certi “imprenditori”. Un cinismo che utilizzano come una corazza
ma che nasconde però la loro disperazione. Si sentono furbi - forse
anche protetti – perché hanno in mano la gestione di imprese forti
e capaci e grazie a questo servigio si arricchiscono. Ma questo
cinismo è il peggior nemico che il territorio possa avere. E'
l'alleato più forte dell'economia criminale. E' la sostanza
allucinogena che spinge a giustificare ogni comportamento: “se non
lo faccio io lo fa qualcun'altro quindi non si può che agire in
questo modo”. Un cinismo che rende pigri e rassegnati. Non vi
rendete conto che tutto ciò è triste? Prima di arrestarli, quando
entravano nei vostri studi, quando gli proponevate di investire quel
denaro in altre attività non provavate nulla? Se c'è una cosa
triste è adeguarsi e cogliere l'occasione, perché non è vero che
tanto non cambia nulla o è sempre tutto uguale, con il vostro
atteggiamento tutto peggiora. Se vogliamo cominciare a parlare di
criminalità in maniera nuova abbiamo l'obbligo di guardare anche
questo aspetto. Troppo facile puntare i riflettori solo sui boss e
ignorare certi poteri che hanno sempre bisogno di silenzio e ombra.
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