Visualizzazioni totali

lunedì 3 luglio 2017

Fuoco, schiavitù e munnizza. Non si vede. non si sente, non si parla.

In questa terra tutto scorre in modo inesorabile verso il basso. Qui ogni cosa che crea arretratezza è tutelata con un rigore manicale. Guai a contrasare ciò che è stato, che è e che dovrà continuare ad essere. Modificare, aggiustare, ostacolare questo tendenza è come mettere in discussione certi notabilati. Spesso significa entrare in contrapposizione con chi provi a difendere da certe ingiustizie. “Ma fatti i fatti tuoi ... futtatinni … non vedi che ciò che dici non suscita interesse … qui non cambia nulla”. Ma il problema non è che non cambia nulla. No! Qui si lavora scientificamente perché nulla deve cambiare. Si sprecano energie impressionanti proprio perché niente deve essere modificato. Anzi, è meglio se viene peggiorato. E di peggioramento in peggioramento siamo diventati la terra dei fuochi, degli schiavi e della "munnizza". Saliamo agli onori della cronaca nazionale solo per queste tre cose. In una settimana gli incendi dolosi hanno distrutto circa una decina di aziende e l'unico polmone verde di questo territorio è diventato carbonella da barbecue. La logica del maggior profitto ha trasformato ogni forma di lavoro in schiavitù. La regressione è così forte che la schivitù lavorativa non basta deve anche diventare schiavitù sessuale (l'Espesso, anche questa settimana ritorna a parlare dei festini a luci rosse). E poi la “munnizza”, il nuovo oro, su cui costruire intese, accordi e affari. Da più di un mese Paolo Borromenti sul suo blog descrive, con cura quasi maniacale, la geografia delle cosche del Sud Est siciliano collegandola al grande business dei rifiuti. Il quadro che ne viene fuori è inquietante. Vittoria, insieme ad altre realtà del catanese e del siracusano, è al centro di questa vicenda. Fuoco, schiavitù e munnizza: questa impressinante mescolanza di soggezione, vergogna ed emergenza è gestita dalle mafie. Forse, dico forse, solo un cieco non riuscirebbe a vedere questa immensa vergogna, ma sicuramente né sentirebbe il puzzo disgustoso che appesta l'aria da anni. Fin quando seguitare a far finta di nulla? Fin quando continuare ad essere complici silenti? 

Nessun commento:

Posta un commento