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domenica 28 maggio 2023

Il PREZZO DELLA LEGALITA'? STA NELLA CAPACITA' DEL RICICLAGGIO.



Non so quanti hanno visto l'inchiesta di Luca Gaballo andata in onda venerdì sera su Rainews24 dal titolo: "il prezzo della legalità". In poco più di 20 minuti è stata data una descrizione, in parte nuova, delle economie mafiose del nostro territorio. Per la prima volta si esce fuori dalla narrazione classica dei fatti criminali di questa terra e si parla, invece, delle sue anomalie economiche. Un documento da conservare (per questo qui ho condiviso il link) dove emergono per sommi capi, ma in modo chiaro, alcuni fatti che io da anni provo a descrivere in questo mio diario telematico.

In questo documento però manca un approfondimento. Non è una critica, ma penso (sicuramente per problemi di tempo) che in questa buona inchiesta non sia stato vagliato bene un fatto: per le econome mafiose saper riciclare il denaro sporco, nel proprio territorio, è un fatto vitale. Significa che hanno una grande capacità di controllo dello stesso territorio; e in seguito a ciò che si afferma il loro consenso economico e sociale; e grazie a questo che aumenta il loro prestigio  "imprenditoriale". 
E' con la capacità di saper riciclare i proventi della droga, vero motore economico di questa terra, che negli anni sono nate imprese con una forte portata finanziaria, che hanno creato posti di lavoro - di pessima qualità, senza diritti, ma li hanno creati - e poi queste attività sono state e sono competitive rispetto alle loro concorrenti, sia nel prezzo del loro servizio e sia nella facilitazione dei pagamenti, quindi convenienti.  La domanda che da anni pongo a me stesso e a quanti hanno avuto e hanno la pazienza di leggermi è: chi ha permesso e permette a questi "imprenditori" di riciclare il denaro sporco? Vi sono, o no, in questa zona consulenti legali e finanziari che hanno capacità nel saper valorizzare il "carattere imprenditoriale" di certe società e quindi sono in grado di costruire patrimoni destinati ad un preciso "progetto aziendale"? Se vi sono, non sarebbe interessante capire anche che tipo di rapporto hanno con il sistema bancario? 
Ci vorrebbe un'inchiesta specifica su questo aspetto, magari basata sull'incrocio dei dati e l'ascolto del territorio, perché se il territorio si sa ascoltare ... sa raccontare. Comprendere queste dinamiche, oltre ad essere un fatto di fondamentale importanza da un punto di vista "economico", ci spiegherebbe anche perché buona parte della così detta "società civile" è silente (complice?).

I reati delle economie mafiose di questa terra sono, in alcuni casi a partecipazione silenziosa e necessaria, in altri ad adesione impercettibile ma opportuna; per questo motivo godono di un certo consenso sociale che viene prima della paura. 

Vedremo se questo mio piccolo stimolo verrà raccolto. Intanto, come cantava Lucio Battisti: "chissà chi sarà di noi, lo scopriremo solo vivendo"