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domenica 19 novembre 2017

NON C'E' SVILUPPO SENZA TUTELA DELL'AMBIENTE


Ci sono notizie che ci scivolano addosso come se nulla fosse, eppure hanno un grande impatto sulla nostra vita. Pochi giorni fa la Guardia di Finanza di Vittoria ha scoperto e sequestrato ad Acate un’area di oltre 10 mila mq adibita a discarica abusiva. Secondo una prima stima giacevano in bella mostra oltre 20 tonnellate di rifiuti di scarto della serricoltura, e cioè: imballaggi in plastica, rifiuti organici, vaschette di polistirolo, matasse di nylon e contenitori vuoti di prodotti fitosanitari altamente pericolosi.
Pochi pochi giorni dopo, in un fondo agricolo nei pressi di Comiso, i Carabinieri hanno scoperto e sequestrato una nuova discarica abusiva di oltre 5 mila mq contenente diverse tonnellate di materiale proveniente da demolizione di edifici, plastica e rifiuti organici di ogni genere.
Naturalmente il suolo delle due aree poste sotto sequestro non era neanche lontanamente impermeabilizzato e quindi il rischio di contaminazione del sottosuolo e delle falde acquifere ci può stare tutto.
A queste due notizie ne associo una terza: in Italia, negli ultimi dieci anni, 80 mila processi per crimini ambientali sono andati in prescrizione. Un regalo immenso a chi “controlla” questo settore, in particolare alla criminalità organizzata che su questo tema detta le sue regole.
Non abbiamo ancora capito, ma soprattutto chi ci amministra e chi ci governa non ha ancora compreso, che il nostro modello economico non produce più reddito (anzi produce debiti) e sta compromettendo in modo definitivo il territorio. Nelle nostre serre viene prodotta ortofrutta di alta qualità, ma a questo pregio non corrisponde un'altrettanta qualità ambientale. La serra è uno strumento produttivo semplice e geniale: cattura l'energia del sole, la mantiene e così accelera la produzione, ma attorno a questo congegno di energia alternativa si è sviluppato un indotto fatto di polimeri, diserbanti, polistirolo che ha fatto aumentare, esponenzialmente, i costi di produzione, tra questi i costi dello smaltimento dei rifiuti. Alle continue crisi di mercato, che hanno corroso nel tempo la capacità economica dei nostri produttori, è corrisposto il lento ma continuo inquinamento del territorio. Basta farsi un giro nelle nostre campagne per capire di cosa sto parlando. La stessa cosa vale per l'edilizia. I costi di smaltimento degli sfabbricidi è cresciuto nel tempo e anche qui la crisi del mercato delle costruzioni ha avviato processi di dequalificazione urbana e ambientale.  In un contesto in forte difficoltà economica le mafie, con le loro imprese criminali, hanno subito fiutato l'affare e si sono inserite con i loro “servizi”a basso costo ma alto impatto sul territorio. Lo dico con estrema chiarezza: queste due enormi discariche, proprio per le loro dimensioni, non potevano non essere “gestite” da qualcuno.

L'estrema disattenzione politica e amministrativa verso la tutela del territorio oltre a compromettere seriamente il nostro ambiente, sta generando mafia. E' un'incuria mafiogena. I rifiuti sono materia prima, sono una risorsa economica, non sono un costo, vanno riutilizzati, non vanno smaltiti. Mi ritornano in mente le parole di Nicola Cipolla, grande dirigente politico e sindacale siciliano, durante un intervento su questi temi, con la sua voce da baritono cominciò a ripetere, quasi urlando: "... non c'è sviluppo senza tutela dell'ambiente … non c'è progresso ... non c'è sviluppo. ...”. Da visionario qual'era capiva che si stava andando a sbattere verso forme di economia deviata che lui (insieme a Pio La Torre) aveva contrastato con forza.
Per ostacolare questa pericolosa deriva serve progettualità, incentivi e nuove forme di contrasto. I fondi ci sono, i programmi di sviluppo prevedono diverse misure in tal senso: non attivarli, disconoscerli significa fare un grande favore alle nostre ecomafie.

sabato 11 novembre 2017

Rifiuti, troppe discariche abusive. Uscire dall'emergenza ambientale prima che sia troppo tardi


Amici di questo mio piccolo e umile spazio, è da qualche tempo che non vi annoio con le cose che scrivo, mi sono preso una pausa “elettorale”. Devo ringraziarvi, controllando la statistica del blog , cosa che non avevo mai fatto, ho scoperto che in poco tempo questo mio diario elettronico ha raggiunto le 52.500 visualizzazioni. Il dato mi ha sorpreso e lusingato. La cosa mi incoraggia a continuare e per questo vi sono veramente molto grato.

Vengo subito al motivo per cui riprendo a scrivere, sperando di non tediarvi. C'è una notizia che ho appreso da Facebook. Il Sindaco, Giovanni Moscato, ha annunciato qualche giorno fa (07/11/2017), tramite un post, che il comune di Vittoria è stato invitato ad ECOMONDO, STATI GENERALI della GREEN ECONOMY, manifestazione che si tiene a Rimini. Il motivo? In pochissimi mesi, con l’avvio della raccolta differenziata, in città si è passato dal 2 al 54% di rifiuto differenziato. Lo dico con orgoglio: mi fa veramente piacere che gli organizzatori di ECOMONDO abbiano voluto valorizzare Vittoria. E' un successo raggiunto e voluto in primo luogo dalle persone di questa città, spesso bistrattate più del normale. Questo significa che la città era già preparata e matura ad accogliere questo sistema. Ma va anche detto che la differenziata, così come è stata concepita, mostra diverse anomalie. Sacchi e sacchetti di umido, plastica, carta e cartone ,.. esposti dinnanzi ai portoni, sui marciapiedi o di fronte le vetrine dei negozi, non è un bel vedere. Inoltre, e non è solo una mia impressione, si vedono in giro più ratti e più insetti, sarà perché tutta la roba messa in esposizione, per motivi vari, viene ritirata in tarda mattinata? Forse. Di certo c'è che l'attuale situazione igienica di Vittoria non è delle migliori. In alcuni quartieri e soprattutto nell'estrema periferia del territorio prosperano rigogliosi agglomerati di spazzatura. Il territorio è precipitato in una crisi ambientale e igienico sanitaria da cui non si riesce ad uscire e si aggrava di giorno in giorno. Sui social, oltre alle foto dei luoghi invasi dalla spazzatura, cresce l'indignazione dei cittadini e delle associazioni ambientaliste. Qualcuno da la colpa ai “cittadini incivili”, in parte è vero, ma solo in parte. E' anche vero che il servizio è ancora  molto disorganizzato e servirebbe una sostanziale correzione. Mi permetto di   avanzare umilmente alcuni quesiti/proposte:
- Perché fino ad oggi nelle campagne, dove abitano diverse famiglie, non sono state previste delle isole ecologiche? Magari proprio nei luoghi dove si formano le attuali discariche abusive.
- Come mai non si fanno accordi con la grande distribuzione presente in zona, installando postazioni di raccolta automatica di carta, plastica, vetro e alluminio, a cui accedere liberamente e dalle quali ottenere degli sconti o dei buoni da utilizzare per la propria spesa? In molte realtà questo sistema si sta affermando.
- Cosa manca per mettere in funzione il nostro centro di compostaggio? Parlo di una struttura costata oltre 3 milioni di euro, in cui si possono mettere a deposito circa 5 mila tonnellate di rifiuto umido e fornire dell’ottimo compost (concime naturale) per i nostri territori ad alta vocazione agricola. E' stato mortificante e disarmante apprendere dalla stampa che l'umido, materia prima per fare il compost, finisce in discarica (http://gds.it/2017/07/18/raccolta-differenziata-in-50-comuni-siciliani-poi-i-rifiuti-finiscono-in-discarica_697833/).

Capisco che far partire il centro di compostaggio, anche se è utile nell'immediato, è  cosa assai complessa, ma le altre due proposte potrebbero essere messe in campo nel breve periodo, permettendo, in poco tempo, di avviare una eventuale riduzione delle discariche che “adornano” il territorio.
Infine - questa domanda è volutamente provocatoria – dopo che le persone, da febbraio/marzo di quest'anno si sono organizzate con mastelli e sacchetti modificando  il loro modo di consumare, selezionando con attenzione i loro rifiuti, effettuando un lavoro che ha permesso alla  città di raggiungere in pochissimo tempo il 54% di rifiuto differenziato; dopo tutto ciò, nel 2018, la TARI (Tassa Rifiuti) subirà una diminuzione oppure tutto rimarrà come sempre? I rifiuti sono risorse economiche e non un costo, ma il valore di questo capitale deve essere redistribuito nel territorio. Se il lavoro fatto dai cittadini fino ad oggi non diventa, oltre che utile, conveniente, si tradisce l'essenza e l'obbiettivo della raccolta differenziata. Se tutto questo verrà disatteso, il lavoro di separazione fatto dai cittadini rischia di diventare una fastidiosa quanto infruttuosa imposizione.

Al di la del dato sulla raccolta differenziata il territorio è già in piena emergenza ambientale. Bisogna rientrare in tempi brevi da questo stato attuale, prima che diventi un fatto strutturale, definitivo.   Voglio ricordare, prima di tutto a me stesso, che li dove c'è emergenza prima o poi prosperano  strani affari.