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martedì 12 marzo 2024

L'operazione "Ianus" conferma certe tesi.




Foto tratta da Google Immagini 

L'operazione antimafia di questa notte a Gela, denominata "Ianus",  conferma, purtroppo, alcune tesi che io da tempo descrivo in questo mio diario telematico. I clan Rinzivillo, Emanuello e la stidda sono ormai un'unica cosa. Questa compagine criminale controlla buona parte della fascia trasformata (quindi anche il nostro territorio) e utilizza le serre che "gestisce" per produrre marijuana. La stessa viene utilizzata anche come merce di scambio con la cocaina gestita dalle 'ndrine calabresi. E' emerso come venissero importati più di due kg di cocaina a settimana, questo traffico ha generato volumi per svariati milioni di euro che dovevano essere reinvestiti. Va precisato come, da tempo, le famiglie dei Rinzivillo e degli Emanuello sono soci in affari con la  potente 'ndrina dei Morabito, tra le principali trafficanti di cocaina al mondo. 

Questo è il livello criminale. Rimane sempre da capire come queste consorterie riescano a riciclare le masse di denaro che producono illegalmente. Chi sono i complici? Esiste un'area grigia? 

Allego alcuni miei post che provavano a definire quanto oggi è stato in parte confermato dall'operazione 

https://giostracquadanio.blogspot.com/2014/12/un-preoccupante-omicidio.html

https://giostracquadanio.blogspot.com/search?q=fascia+

https://giostracquadanio.blogspot.com/2017/09/ndrangheta-vittoria-piccolo-promemoria.html

https://giostracquadanio.blogspot.com/2018/03/la-nuova-economia.html

https://giostracquadanio.blogspot.com/2024/02/segui-la-cocaina-e-troverai-gli.html



domenica 10 marzo 2024

L'omicidio Russo ci pone di fronte più realtà.


Foto tratta da Google Immagini


Dopo ogni omicidio in questa città (ma non solo in questa città) si generano, con sincronica ciclicità, una serie di circostanze, quasi sempre uguali. L'immancabile clamore mediatico è seguito dal rumoroso chiacchiericcio che si accende nei vari luoghi della socialità cittadina, lo stesso si conclude quasi sempre con la solita frase consolatoria: "menomale che si ammazzano tra di loro".  Accanto a ciò si sviluppano le immancabili polemiche "antimafia" che, come la panna, montano rapidamente per poi repentinamente scomporsi fino a diventare un dibattito tra "addetti ai lavori". Il tutto dura circa una settimana, massimo dieci giorni, fino al funerale della vittima, poi via via si riduce rimanendo a bagnomaria, in attesa di un nuovo fatto e così la situazione si rimette subito in moto.  A me non interessa per niente entrare nel merito di questo dibattito, però non posso non registrare come anche dopo il delitto di Giovanni Russo questo schema si sia ripetuto. Dopo la sera del 27 febbraio (giorno dell'omicidio) tutti siamo stati impegnati a discutere delle modalità dell'omicidio, se era o meno un regolamento di conti nel mondo dello spaccio, se definirlo un omicidio di mafia o no, ma non abbiamo fatto caso ai fatti di cronaca che si susseguivano. Tra il 28 febbraio e il 9 marzo le forze dell'ordine, in provincia, hanno arrestato per detenzione e spaccio di droga almeno quattro persone e sequestrato circa 500 grammi di cocaina che messa sul mercato avrebbero fruttato tra 40 a 50 mila euro. Una goccia in mezzo al mare di polvere che imbianca i tanti, troppi, nasi di questa provincia e  ci dice come la coca sia diventata la benzina che accende la vita di molte persone e la eleva al cubo (ovviamente lo dico in senso negativo). Le mafie sono concrete, hanno capito subito come questa polvere sia il vero carburante della società del XXI secolo e lo hanno monopolizzato, è diventato il loro business principale. Il racket era diventato roba da straccioni, da sfigati e poi le imprese, già stressate dal carico fiscale, non tolleravano più la richiesta del pizzo, denunciavano subito la vessazione. Paradossalmente, il bullo che prima ti poteva chiedere la tangente minacciandoti ora è diventato l'amico che ti vende la carica. Ti aspetta al bar, ti offre anche l'aperitivo, ti fa il regalino o lo sconto sulla dose che ti devi pippare. Non si può definire neanche spacciatore, è un "agente di commercio". Di questi agenti la nostra provincia è piena. Li vedi nei fine settimana nei locali della movida di Modica, di Ragusa, di Marina di Ragusa o di Vittoria, circondati da "clienti" in cerca di "assenza dei limiti". Sono diventati dei punti di riferimento. 
Questo nuovo stato li porta spesso a bypassare chi li fornisce e tentare di procurarsi la merce direttamente dal "grossista"? Forse chi spaccia sta diventando il maggior concorrente di chi lo fornisce? E' in questo contesto che è maturato l'omicidio del 27 febbraio? Le regole, nella bassa criminalità, ti dicono come puoi fottere chi ti sta sopra, ma dicono anche, a chi sta sopra, come fottere chi tu vuole scalzare. E' stato un avvertimento del tipo "guai a chi non rispetta le regole"?  
Ogni cambiamento all'interno della criminalità è battezzato col sangue. Spero, per il bene di questo territorio, che questo omicidio non sia legato a queste logiche, potrebbe essere l'inizio di un "nuovo ciclo". 

A Vittoria, come in tutto il resto della provincia, la distribuzione, il consumo e i sequestri di cocaina continuano ad aumentare di anno in anno. Che piaccia o no la soluzione non può stare solo nel contrasto allo spaccio minuto e al consumo. Il mercato degli stupefacenti produce ragguardevoli profitti che non possono essere gestiti dai personaggi della criminalità locale. Qui, come in molte parti d'Italia, si è sviluppata un'economia malata che mira a sostituire l'economia legale. Fermarsi all'esclusiva narrazione della parte criminale serve a capire alcune dinamiche ma non aiuta a dipanare il grosso della matassa.  Davide Mattiello, sul ilfattoquotidiano.it, prova a dare un'indicazione.
   "Proviamo ad assumere un pre-giudizio e a fare un esercizio…di fantasia. Il pre-giudizio: le fortune criminali delle organizzazioni mafiose sono direttamente proporzionali al grado di convergenza tra interessi mafiosi e interessi politici egemoni. Questo pre-giudizio è fondato e interessante?" 

Io aggiungo: questo pre-giudizio può essere applicato anche per la "provincia babba"?