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domenica 21 giugno 2015

Riciclaggio 2


Riciclare, un verbo che la criminalità economica sa declinare solo all'infinito. Dai proventi della droga arriva il grosso delle somme da reinvestire e i soldi che si fanno con lo spaccio sono così tanti che non si riesce a contarli, si fa prima a pesarli.  Basta leggere la cronaca delle ultime settimane per rendersi conto delle dimensioni. Il 23 maggio scorso a Vittoria i Carabinieri scoprono un laboratorio di cocaina . Dalla droga sequestrata sarebbe stato possibile ricavare oltre 250 dosi con un guadagno di circa 12 mila euro. Il 4 giugno scorso sempre i Carabinieri, nelle campagne di Santa Croce Camerina, scoprono una piantagione di marijuana. Oltre tremila kg di erba che immessa nel mercato avrebbe prodotto un ricavato di circa 2 milioni di euro. Il 6 giugno a Scoglitti la Polizia di Niscemi blocca un'auto carica di hascisc e cocaina. Fatta una prima stima l'hascisc avrebbe fruttato 130 mila euro e la coca 12 mila euro. In meno di venti giorni, solo nel territorio ipparino è stato sequestrato un quantitativo di stupefacenti che se immesso nel mercato avrebbe generato qualcosa come 2,5 milioni di euro. Quale prodotto ha una resa così alta? E' l'unica merce che non conosce crisi. Non c'è investimento finanziario o impresa edile, agricola, industriale capace di produrre margini così elevati. I guadagni sono così immediati che anche un disoccupato, una persona che non ha mai avuto problemi di giustizia, viene tentato dall'entrare nell'impresa droga. Il lavoro delle forze dell'ordine è prezioso, preciso e puntuale ma bisogna avere la consapevolezza che queste operazioni toccano una parte della punta dell'iceberg droga. Sicuramente esagero, ma penso che la produzione e la commercializzazione degli stupefacenti sia diventata, per i volumi d'affare che genera, la nostra prima economia. Non solo, secondo gli inquirenti, pare che quest'area della Sicilia (Gela - Vittoria) sia una sorta di zona franca della produzione di marijuana. Sembra che qui si possono acquistare quantitativi importanti a costi molto convenienti, da piazzare in altri centri della provincia o dell'isola. Naturalmente questa quantità di denaro non può mica rimanere inerte, va reinvestita. La domanda è dove? Forse una possibile risposta ci arriva dalla lunga e articolata interrogazione al ministro degli interni fatta del sen. Lumia il 27 gennaio scorso? Forse. Nel lungo quesito Lumia scrive: “... a Vittoria la mafia ha occupato ... in primis l'indotto” della commercializzazione ortofrutticola. A Vittoria tutti sanno che ogni giorno tonnellate d'ortofrutta vengono sistemate in cassette di legno, queste a sua volta vengono impostate su pedane di legno e poi il tutto viene trasportato sui TIR. Imballaggi e logistica sono servizi essenziali per le nostre produzioni senza i quali l'ortofrutta prodotta resterebbe ferma a marcire. Il sen. Lumia, sempre nella sua interrogazione sottolinea come alcune imprese di questi settori, secodo lui, siano controllate da “soggetti contigui”, inoltre avanza due considerazioni “… in un periodo come l'attuale segnato da una crisi generalizzata, dalla carenza di liquidità e dalla "chiusura a riccio" del sistema creditizio, le mafie hanno potenziato un'attività di "sostegno" a persone e imprese sull'orlo del collasso, finalizzata a divenire poi proprietarie dei loro destini, riciclando, al contempo, capitali di provenienza illecita ...”. Sarà una mia impressione, ma penso che l'economia del territorio non venga più controllata chiedendo il pizzo alle imprese.

sabato 6 giugno 2015

Riciclaggio 1


Riutilizzare il denaro che proviene da attività illecite è la sola necessità dell'economia criminale. I soldi della mafia se non vengono reinvestiti nel mattone, nella creazione di imprese sono solo profitto inattivo, inutile, inoperoso.   La manovalanza (extracomunitari o piccola criminalità locale) fa il lavoro sporco,  genera denaro con lo spaccio, lo sfruttamento della prostituzione e i video giochi. Poi c'è il livello economico, ovvero chi deve far fruttare questo denaro con gli investimenti. Chi occupa questa posizione non deve sporcarsi le mani, deve essere rassicurante, deve fornire garanzia di credibilità (sopra c'è pure un livello politico?). E' come una sequenza geologica, ogni strato rappresenta un ambiente, non sempre è facile ricostruire la successione. Ritorno con insistenza su questo argomento perché penso che il riciclaggio sia il punto di collegamento fra impresa criminale e quella che viene ancora definita “società civile”. I proventi della droga in primo luogo, ma più in generale di tutte le attività illecite, sono il punto di saldatura con il sistema economico legale. La crisi economica ha accentuato e perfezionato questi processi, in particolare la mancanza di liquidità ha reso ancora più fragile l'economia legale. Professionisti, consulenti, tecnici, imprese non sono più come in passato vacche da mungere con il pizzo. La crisi li ha resi utili per altri motivi. In questi anni hanno perso lavoro, incarichi, commesse e le loro difficoltà economiche sono diventate una grande opportunità per chi ha buone disponibilità di denaro. Le loro preoccupazioni sono musica per chi deve riciclare soldi. Un vecchio detto siciliano dice: “papà è ccu mi runa u pani” (papà è chi mi da il pane), oggi, in questa terra, chi ha liquidità e voglia di investire diventa padre, madre, santo, dio; poco importa come e da dove arrivino quei soldi. E' cosi che la criminalità economica sta diventando padrona della crisi, trasformandosi in stampella di un'economia legale che è sempre più sofferente. Tutto questo è difficile da dimostrare ma si può percepire, intuire, desumere. Immaginate un signore, un “distinto e rassicurante imprenditore”, il quale si reca in uno studio tecnico, oppure da un legale, oppure da un consulente, perché sa che investimenti o progetti di una certa valenza economica sono bloccati per mancanza di fondi. Il distinto imprenditore è disponibile a diventare partner del progetto mettendo a disposizione proprio le somme che mancano per completare e far partire l'investimento. Chi riceve l'offerta cosa farà? Rinuncerà a quelle somme oppure farà di tutto per farselo socio? I soldi, e solo i soldi, sono lo strumento principale che la criminalità economica usa per farsi accettare e integrarsi nella società “buona”. Questo la mafia lo sa e lo sa pure la “società civile”.    To be continued