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sabato 31 marzo 2018

CRISI: NON TUTTI PIANGONO.


Foto Franco Assenza


La crisi che sta vivendo la fascia trasformata non è una crisi che riguarda tutti, non è un tornado che si sta abbattendo su tutte le aziende del comparto agricolo, non è quel disastro collettivo che sta colpendo tutta la nostra società dalla tesata ai piedi. Le crisi, storicamente non è mai stata solo difficoltà, come qualcuno - in modo stolto - vorrebbe farci credere. La crisi, per alcuni, è stata ed è anche una grande opportunità. Trovare prodotti ortofrutticoli di ottima qualità a prezzi stracciati e sottocosto, è o no una grande occasione? E per chi? Basta vedere i dati di Unioncamere Sicilia e si capisce chi sta guadagnando, e tanto, grazie a questa crisi. E’ salito del 30% il valore delle esportazioni siciliane nel 2017. Lo scorso anno il fatturato delle vendite all’estero è stato pari a 9.2 miliardi di euro in aumento rispetto al 2016 quando il giro d’affari è stato di 7,1 miliardi". I dati dell’Istituto Italiano Commercio con l’Estero (Ice) sono ancora più precisi, ci dicono che l’export in provincia di Ragusa, nel corso dei primi nove mesi del 2017, ha avuto un impennata del +32,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 . E che cosa abbiamo esportato? Prodotti agricoli trasformati! E’ il nostro settore di punta, rappresenta il 35,4% dell’export provinciale. I primi dati del 2018 sono in piena continuità con quelli dell’anno precedente. Una vitalità impressionante.
E’ fin troppo evidente: c’è un nesso preciso tra queste performance eccezionali e il crollo dei prezzi delle nostre produzioni. La crisi riguarda esclusivamente una miriade di produttori agricoli e le tante attività artigianali e commerciali ad essi collegate. C’è una narrazione tossica in atto che prova a nascondere l’evidenza e la realtà. Qualcuno sta provando a fornire un quadro sostanzialmente diverso, sta veicolando una visione armonica della nostra società. Ci dicono: “stiamo perdendo tutti, tutti insieme dobbiamo rialzarci”. No! Non è cosi! Stanno perdendo tanti, ma non tutti. Questa crisi sta trasformando profondamente la nostra società. E’ in atto un violento cambiamento di rotta imposto da una parte minoritaria, forte economicamente e capace di determinare le scelte politiche, a danno di una parte maggioritaria, divisa politicamente e debolissima economicamente.
Il successo dell’export sta avvenendo tramite la svalutazione dei nostri prodotti, che vuol dire riduzione generalizzata dei redditi agricoli e peggioramento delle condizioni di vita della maggior parte della nostra popolazione. Negare questa evidenza significa essere favoreggiatori di questa parte minoritaria.

sabato 10 marzo 2018

LA NUOVA ECONOMIA

La squadra mobile di Ragusa, con abilità, scopre e sequestra oltre 300 chili di marijuana nascosta in un apposito vano ricavato nel piano di carico di un camion e arresta i corrieri - il conducente del mezzo e il passeggero accompagnatore – entrambi di Vittoria. Questo, in breve, il sunto di una brillante azione di Polizia che si svolta alle porte di Ragusa nella notte tra il 7 e l’8 marzo. Al di là del fatto che le forze dell’ordine sono sempre attente a certe dinamiche criminali (non è il primo grosso sequestro) , serve fare alcune valutazione partendo da una domanda: da dove viene tutta quella marijuana? Provo a dare, umilmente, la mia risposta con i dati che posseggo. Secondo uno degli ultimi rapporti dell'Ufficio per la droga e il crimine dell'Onu  (Unodc) sul consumo di droga nel mondo, la nostra regione è prima in Italia perproduzione illegale di cannabis e l’Italia prima nel mondo per i sequestri di piantagioniSecondo i dati forniti dalle forze dell’ordine, il primato siciliano deriva soprattutto dal microclima, che garantisce il giusto mix di sole e umidità delle piante. La zona che in Sicilia presenta queste caratteristiche agro-climatico-ambientali? La fascia trasformata! Le serre che si sviluppano da Pachino a Trapani, con il grosso della loro concentrazione tra l’agro di Vittoria e Gela. Ecco da dove arriva l’erba sequestrata: la produciamo. Facendo una breve ricerca sul web viene fuori che solo in provincia di Ragusa, da Ispica a Acate, dal 2015 ad oggi, sono sono state individuate e sequestrate dalle forze dell’ordine circa dieci grosse piantagioni di marijuana in serra. Un amico inquirente mi dice che quei sequestri sono una piccola parte della punta dell’iceberg. Il fenomeno della coltivazione è molto più vasto di quanto si possa pensare. I contadini travolti dalla crisi che mettono a disposizione terra e capacità produttiva sono tanti e crescono di giorno in giorno. La marijuana non è come i pomodorini, le melanzane o i peperoni: investi, lavori, porti al mercato e dopo tanti sacrifici non guadagni nulla. No! L'erba è concreta, ripaga i sacrifici e la criminalità economica non rinuncia mai alla concretezza. Insomma, nel silenzio più totale, siamo diventati come la Giamaica. 
Produrre droga leggera è il nuovo business dell’economia (criminale) iblea. Una parte viene “fumata” nel territorio ma il grosso viene piazzato fuori: scambiato con la coca gestita dalle cosche della ‘ndragheta che hanno base in questa terra oppure portata a Malta. I guadagni sono ingenti e vengono riciclati nell’economia legale. 
L’ho detto, l’ho scritto e lo ripeterò fino alla nausea: Il motore dell’impresa mafiosa è la droga e con i soldi, tanti soldi, l’economia criminale di questa terra ha imposto le sue regole. Le regole dicono come si comanda un territorio, le regole conducono al rispetto e il rispetto lo merita chi possiede e può dare qualcosa a tutti, politica compresa. 


domenica 4 marzo 2018

Chiarezza e non fierezza massonica.




In questa domenica di voto e di attesa, o meglio di conferma, dell’ingovernabilità voglio evidenziare una piccola ma significativa notizia che è passata un po’ sottotraccia. Il primo Marzo scorso è stata "la giornata della fierezza massonica". A me fa ridere solo a leggerla questa frase: “fierezza massonica”. Al di la della mia risata, orgogliosamente profana, questa celebrazione è stata voluta da gran maestro del G.O.I. (Grande Oriente d’Italia), Stefano Bisi, per comunicare “la bellezza della plurisecolare opera per l’elevazione dell’Uomo e per il Bene dell’Umanità” realizzata dalla prima e maggiore obbedienza massonica italiana (sic). Anche Ragusa, città che ha un’antica e florida tradizione massonica, ha risposto positivamente al diktat del gran maestro Bisi. Infatti, nel capoluogo ibleo operano due logge aderenti al Goi: la San Giorgio e il drago e la Mario Rapisardi. Giovedì scorso gli aderenti alla loggia di San Giorgio hanno aperto le porte del loro “tempio” sito in via IV Novembre angolo via S. Salvatore, nei pressi di Corso Italia, dalle 18 alle 21. Chi ha effettuato la visita mi riferisce che gli aderenti alla loggia che accompagnavano i visitatori hanno chiesto espressamente che i loro nomi (persone note e in vista) non venissero né pubblicati né dovevano essere pubblicate loro foto sui social media. Insomma una “fierezza” coperta, nascosta. Strano? Chissà perché?
Ma perché il Goi ha sentito l’esigenza di proclamare la giornata della (rido) “fierezza massonica”? La risposta penso che stia nella relazione della Commissione Nazionale Antimafia. Infatti, la stessa commissione dopo aver ascoltato i gran maestri dei vari ordini massonici italiani e dopo aver fatto sequestrare dalla Guardia di finanza le liste degli affiliati (sequestro avvenuto il primo marzo del 2017 e molto contestato, soprattutto dal gran maestro Bisi), si è scoperto che 193 "fratelli", aderenti a logge calabresi e siciliane, sono stati coinvolti in inchieste di mafia (122 sono del Goi) . E non tutti i condannati sono stati espulsi. Nella relazione, a pag 38, si evidenzia anche che tra gli affiliati alla massoneria (tutti gli ordini, non solo il Goi) prevalgonoavvocati, commercialisti, medici e ingegneri. Presenti in numero rilevante anche soggetti impiegati nel settore bancario, farmaceutico e sanitario, nonché imprenditori dei più diversi settori, in primis quello edile … Uno spaccato professionale denotante soggetti di un livello di istruzione medio alto e, di tutta evidenza, in grado di stringere relazioni anche nel mondo della criminalità e in quello della società civile ".
Io non so se la “giornata della fierezza massonica(rido) sia riuscita nello scopo di “spiegare qual è la missione straordinaria e bellissima della massoneria, una missione che vede i liberi muratori dall’inizio dei tempi al fianco dell’umanità e dell’uomo con lo stile di chi coltiva un ideale etico e lo mette in pratica e di chi sta sempre dalla parte di coloro che fanno gli interessi di tutti e non di pochi e si battono in difesa dei valori fondamentali e non negoziabili, che sono quelli di Uguaglianza, Libertà, Fratellanza. Da convinto profano ritengo che sarebbe stato più giusto una “giornata della chiarezza”. L’elevazione morale e spirituale dell’uomo da sempre ha fatto perno sul concetto della trasparenza piena e totale e mai sul principio della segretezza assoluta fino a non esporre le proprie facce (perché vi incappucciate?). Ricordatevi il vecchio detto. Aria netta non ha paura del tuono. Se avete paura, se sentite il bisogno di nascondervi c’è qualcosa che non funziona, c’è qualcosa di cui, forse, non andate molto fieri.