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martedì 31 dicembre 2019

2020, SERVE UNA SVOLTA CONCRETA.


Foto tratta da Google immagini


Il prossimo sdilluvio universale non sarà fatto d’acqua, ma di tutti i nostri rifiuti accumulati nei secoli. Moriremo assufficati dalla nostra stissa merda.”
Andrea Camilleri


In Provincia di Ragusa una tra le prime cause principali di morte è rappresentata dai tumori. La percentuale di mortalità per questo motivo è in crescita sia per gli uomini che per le donne. In particolare negli uomini aumenta la mortalità per il tumore del polmone e poi per quello del colon retto e della prostata. Nelle donne al primo posto c’è il tumore alla mammella, seguito da quello del colon retto, del pancreas, degli emolinfopoietici (leucemie) e dell’utero. A darci nota di questa situazione è l’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, che alcuni mesi fa ha reso noti i risultati di uno studio che riguarda il quinquennio 2008-2012.
In provincia di Ragusa sarebbero circa 9 mila le persone attualmente malate di tumore. In testa alla classifica Ragusa; a seguire Modica e Vittoria. Poi c’è Comiso, Scicli, Pozzallo e Ispica. Chiudono la classifica: Santa Croce Camerina, Acate, Chiaramonte Gulfi e Giarratana. Nel corso del 2019 presso la commissione invalidi civili del distretto sanitario di Vittoria (Acate, Comiso, Vittoria) sono arrivate circa 6000 domande di riconoscimento di invalidità civile, oltre il 40% di queste domande riguardano patologie tumorali di vario stadio. Tutto questo è successo solo nel 2019; e nel 2018? Nel 2017? Nel 2016? …
Il cancro non viene per caso. Non nasce, non si sviluppa e non germoglia al nostro interno perché ne possediamo già i semi. Il tumore è il frutto delle alterazioni ambientali, economiche e sociali del nostro territorio. Nell'acqua, nell'aria, nel cibo, nel suolo, c’è qualcosa che non va. Il nostro modello agricolo-produttivo è arrivato oramai al capolinea, non crea più reddito e presenta costi di gestione sempre più elevati, soprattutto quelli ambientali. Ed è li che si sono infilate le imprese mafiose con i loro “servizi”. Se qualcuno prova a contrastare queste “prestazioni” può succedere ciò che è accaduto qualche settimana fa a Riccardo Zingaro, carabiniere in pensione, attivista che si batte da tempo per la salvaguardia dell’ambiente nel suo territorio, in particolare contro le pratiche illegali di smaltimento dei rifiuti provenienti dagli scarti agricoli: ti bruciano l’auto. Un sostanziale invito a stare zitto.
Il 2020 deve sancire una svolta concreta. Ciò che creerà progresso e lavoro, è il restauro, la cura, il risanamento di una terra che è stata fino ad oggi stuprata. Il nostro territorio ha ancora un valore: qui si produce ortofrutta e vino di qualità, qui abbiamo un mare e spiagge singolari, qui c'è un patrimonio culturale riconosciuto e di grande valore. Questa è una terra che deve esportare lavoro e non sconforto, deve importare conoscenza e non disperazione. Serve, anzi, è urgente, creare nuove condizioni. Terra e Cultura sono le nostri doti da tutelare e valorizzare. 
Convertire è un verbo che non può più indicare solo un'azione religiosa, deve comprendere anche il tramutare dell’economia, degli investimenti e delle scelte politiche e amministrative. Convertire serve a ridare futuro.
BUON 2020

mercoledì 18 dicembre 2019

MODICA E VITTORIA: SUICIDI O OMICIDI?



Foto tratta da Google Immagini

Vittoria e Modica, due città un unico dramma. Imprenditori che si impiccano da un lato, imprenditori che si buttano dal ponte dall’altro. Cambia il metodo ma il risultato è identico; in mezzo c’è un misto di solitudine, vergogna e disperazione. Le brave persone non accettano la situazione economica in cui sono precipitate. Le brave persone non fanno mai del male agli altri, non ci riescono, preferiscono farsi loro del male per questo si uccidono. Potrà sembrare assurdo, ma è così.
Siamo alla resa dei conti, quello di Modica (e prima ancora i suicidi che sono avvenuti a Vittoria) non è il gesto disperato di un singolo. NO! Modica e Vittoria stanno vivendo la crisi economica e sociale più ampia della loro storia recente. Diversi titolari di aziende agricole, artigianali e commerciali si trovano nelle stesse condizioni economiche e psicologiche in cui si è trovato il Signor Aurnia. Ma queste persone non si uccidono per disperazione. Lo sconforto è il risultato finale di tutta una serie di tradimenti subiti, è solo la spinta finale verso il baratro. In sostanza, per essere più chiaro: sono omicidi mascherati da suicidi.

Nessuno sta comprendendo quanto sia ampio il livello di difficoltà di questa terra. A Modica e a Vittoria operano 13.665 imprese (7.308 a Vittoria e 6.357 a Modica), entrambe sono al vertice dei comuni siciliani per numero di imprese per abitante (11,7% Modica, 11% Vittoria). Le economie della due città seppure differenti (Vittoria è agricola, Modica terziario e servizi) creano la maggiore ricchezza del territorio ragusano. Però tutta questa roba non è patrimonio diffuso, ruota  attorno a pochi gruppi imprenditoriali a carattere familiare. Questi sono proprietari delle principali società del territorio, sono diventati più ricchi grazie alla crisi. Non si spiega altrimenti come il solco tra ricchi e poveri, a Modica e a Vittoria, è sempre più ampio.
C’è qualcosa che non funziona più nel nostro sistema economico. Tante, troppe difformità caratterizzano i vari comparti. Questa crisi, solo per pochissimi soggetti, è diventata una manna dal cielo. La loro ricchezza e il loro potere politico sta aumentando a dismisura, è direttamente proporzionale all’impoverimento dei tanti piccoli imprenditori. Chi governa, ai vari livelli, dovrebbe avere il compito di contrastare questa macelleria sociale che è in atto; dovrebbe capire da dove arrivano i soldi per certe operazioni finanziarie; dovrebbe evitare a chi è in difficoltà di finire nelle mani degli usurai; dovrebbe individuare soluzioni, è li per questo e non per rabbonire o anestetizzare una disperazione crescente. Invece, sembra quasi che siano complici. I fornitori, gli operai, le rate dei finanziamenti, le tasse, le cartelle esattoriali, i tributi comunali non si pagano con le pacche sulle spalle, con le promesse oppure con la solita frase: “adesso vediamo”. Questa frase è tempo regalato a chi perseguita, lo rafforza, lo rende più famelico e avvia una serie di percorsi distorti che portano a spennare, a spolpare fino all’osso chi è in difficoltà.
Non c’è più nulla da vedere. C’è da evitare, e subito, altri omicidi come questo.


lunedì 16 dicembre 2019

La Vittoria della borghesia mafiosa.





Foto tratta da Google immagini

I prolungamenti, i rinvii, le proroghe, spesso scandiscono e caratterizzano, le difficoltà della nostra città. Altri sei mesi di commissariamento per Vittoria (città che "rischia di diventare irredimibile"), perchè "non è ancora completata l'azione di recupero e risanamento delle sue istituzioni". Ai 18 mesi di commissariamento straordinario il Governo ne ha concessi altri 6 per completare l'opera di miglioramento e bonifica. 
Però in questi 18 mesi il grumo di interessi e di potere, gestito dalla borghesia mafiosa,  che da anni ha fortemente condizionato Vittoria, non è stato intaccato. Questa massa, come un tumore maligno, ha continuato silenziosamente a diffondere la sue metastasi proseguendo ad infettare e condizionare ogni processo economico e sociale della città. Le istituzioni non sono riuscite a fermare questa infezione. In poco meno di 18 mesi poco, anzi nulla, è stato fatto verso questo bubbone. Su alcune questioni si doveva correre, lo Stato doveva dare risposte e indicazioni precise, invece è come se si fosse impatanato. Non è riuscito neanche a portare a termine la cosa più evidente, che andava fatta a tempo di record: trasferire la sede del Commissariato di Polizia dagli attuali locali. L'immobile è stato posto sotto sequestro perché in parte di proprietà di soggetti finiti in carcere con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Lo Stato che paga l'affitto a presunti mafiosi! Sono passati circa sei mesi dalla notifica del sequestro, tanti quanto la proroga concessa dal Consiglio dei ministri, ma il Commissariato è ancora li. 

L'involontaria lentezza e l'inconsapevole macchinosità delle istituzioni statali, sono, da anni, la benzina che alimenta il ruolo della borghesia mafiosa di questa terra. Parto da una constatazione che faccio spesso e potrà sembrare banale e ripetitiva: il nostro sistema economico, fatto da microimprese, è stato sconvolto da crisi cicliche di mercato, questo modello legale è stato nel tempo soppiantato dall'economie mafiose che hanno via via imposto le loro produzioni (spaccio e produzione delle droghe, gestione dei rifiuti, riciclaggio, ...) e generato redditti cospicui. Mentre prima la ricchezza derivava dal lavoro, dalla capacità e dalla operosità delle piccole attività; oggi, una parte consistente del denaro che circola, è legato ad attività illecite. 
Le figure imprenditoriali/professionali che prima gestivano con i loro servizi il denaro prodotto lecitamente ora sono passate a gestire anche quello generato illecitamente. Senza accorgercene questo cambio dei flussi di capitale ha cambiato la nostra società, rendendola più povera e facendo diventare la borghesia mafiosa sempre più protagonista della vita politica e sociale della città. Negli ultimi decenni il il ruolo di questo ceto è cresciuto fino a diventare un sistema capace di condizionare tutto, in primis le scelte politiche del territorio. Coordinare l'economia e dirigere il consenso è diventato un tutt'uno. Nella relazione prefettizia tutto questo si intuisce. Come mai nei 18 mesi di commissarimento questo nodo, a mio avviso centrale, è stato ... poco affrontato? 
Ecco, questo secondo me è il compito che hanno le istituzioni - in solo sei mesi - viceversa avranno bruciato altro tempo; nel frattempo la borghesia mafiosa ha già trovato il suo candidato è continuerà a svolgere il suo compito di intermediazione parassitaritaria.  





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domenica 1 dicembre 2019

PRODOTTO INTERNO LORDO, MAFIE E VERITA' IMBARAZZATI. Dafne Caruana Galizia, Jan Kuciak e Viktorija Marinova



Malta, Irlanda, Slovacchia, Romania, Bulgaria. Sono gli stati della UE dove il PIL è cresciuto di più nel corso del 2019. Quando nel febbraio scorso, nel profilo Twitter della Commissione Europea, vennero pubblicati i dati relativi alla crescita del 2019, non feci molta attenzione a questa classifica. A distanza di pochi mesi, soprattutto alla luce di ciò che sta accadendo a Malta, questa graduatoria assume una sua rilevanza. 
E' oramai provato come l'assassinio di Dafne Caruana Galizia fu un omicidio di stato. La giornalista con le sue inchieste aveva messo a nudo gli intrecci economici tra certa imprenditoria finanziaria, organizzazioni criminali e uomini di stato. Pochi miniuti prima di essere ammazzata aveva riassunto nel suo blog gli affari del capo di gabinetto del primo ministo Muscat, "quel malfattore di Keith Schembri", e del ministro del turismo Konrad Mizzi. Aveva chiuso il pezzo scrivendo: "Ci sono criminali ovunque ... la situazione è disperata". L'economia maltese, e quindi il suo Prodotto Interno Lordo, sono per molti versi determinati da economie illecite e chi ha descritto e decifrato questo sviluppo criminale, come Dafne, è stato fatto saltare in aria e ridotto a brandelli perchè metteva in discussione il "modello di sviluppo". 
Malta è in testa nella classifica delle UE, ma  a breve distanza troviamo la Slovacchia e la Bulgaria, occupano il terzo e il quinto posto. 
Nella Repubblica Slovacca nel febbraio del 2018 vienne ucciso a colpi di pistola il giornalista Jan Kuciak insieme alla sua fidanzata. Le inchieste di questo giovane giornalista erano incentrate sulla gestione dei fondi strutturali del suo paese. In particolare Jan aveva scoperto probabili connessioni tra esponenti del governo,la 'ndragheta e uomini d'affari e aveva raccontato il tutto sulle pagine del suo giornale. 
Colpa grave quella di smascherare le deviazioni del "disegno di crescita" di un paese della UE, se poi a scoprire il tutto e a parlarne in tv è una giovane giornalista di bella presenza, Viktorija Marinova, alla vendetta bisogna associare il sollazzo dei genitali. Nell'ottobre del 2018 questa giovane giornalista bulgara è stata picchiata, stuprata e uccisa perchè poche settimane prima aveva denunciato uno scandalo finanziario con al centro uomini del governo bulgaro, criminalità organizzatea e uomini d'affari.

Le economie mafiose sono entrate dalla porta principale del calcolo del PIL, un ingresso caldeggito dalle istituzioni economiche e politiche sia nazionali che europee. Le masse di denaro dell'economia criminale incidono e "alimentano la crescita di un paese" e se questo prevede: la parziale legalizzazione  delle mafie; la valorizzazione della ricchezza negativa; l'ostacolo ad una crescita pulita; la corruzione; la limitazione - anche drastica - della democrazia, del diritto alla parola e l'omicidio; ... POCO IMPORTA!