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lunedì 5 luglio 2021

Le due mafie

 


Condannati i Ventura, incarcerata la mafia di Vittoria. Ecco, si può sintetizzare in questo modo la notizia delle condanne inflitte a quello che è stato definito dalla stampa “clan Ventura”. Ora a Vittoria è tornata la “legalità”? Possiamo dormire sonni tranquilli con porte e finestre aperte? Scemo chi ci crede!

Gli oltre 100 anni di carcere dati a questo gruppo criminale dal Tribunale di Ragusa, sono il risultato scaturito nel settembre del 2017 dall’operazione della DDA di Catania detta “Survivors” (nominarla “Sopravvissuti” ne riduceva la forza mediatica?). Questo gruppo di “sopravvissuti” del clan Carbonaro Dominante si dedicava alle estorsioni, al recupero crediti (leggasi usura) e poi rinvestivano il denaro prodotto illegalmente in alcune attività economiche. Ma in quest’ultimo caso i Ventura facevano tutto da soli? Basta guardare le loro facce (da sopravvissuti) per capire che non erano in grado neanche di contarli quei soldi, figurasi riciclarli in attività economiche. Queste cose senza l’apporto di professionisti e senza gli agganci con uffici o centri decisionali non si possono fare. I Ventura appartengono alla mafia stracciona e marginale, quelle delle periferie, che si nutre di furto, spaccio, ricettazione, usura, pizzo; dove ci si afferma con l'unica capacità che si è in grado di riconoscere: la violenza, declinata in tutte le sue forme. E' gente schiacciata dalle difficoltà della vita, che non ha nulla da perdere (sopravvissuti appunto) e per questo pericolosa. Rappresentano la mafia coppola e lupara, quella che piace raccontare a una certa stampa e da fastidio al potere, quindi è contrastata con determinazione dalle forze dell’ordine, dalla magistrature e descritta con una certa epica dai media. Il grosso dei soldi dei loro affari però finisce nelle mani di un’altra mafia, quella che vive dentro la società ed è in combutta con ogni forma di potere e grazie a questo riesce a reinvestire queste somme in attività lecite. Di questa mafia non si parla e non si scrive, non si analizza e non si indaga (volutamente?) mai; però c’è, è molto attiva e opera con estrema tranquillità in mezzo a noi, altrimenti i soldi prodotti illegalmente dai Ventura non potevano essere investiti in attività economiche. Non voglio essere frainteso, non dico che queste condanne siano inutili in termini di contrasto alla criminalità organizzata. Voglio evidenziare come le stesse riguardino sempre e solo i “criminali della classe infima”. Quando le inchieste (giudiziarie e giornalistiche) e i processi riguarderanno i “criminali della classe media”, cioè quelli che molti autori hanno definito “borghesia mafiosa”, allora si potrà dire che la lotta alle mafie ha intrapreso la strada giusta. Le due mafie si auto-alimentano. Condannare sempre è solo la prima senza mai sfiorare la seconda è una forma di contrasto che non riuscirà mai a bloccare il sistema che genera economie criminali. 

Dove non arriva il diritto penale e le inchieste giornalistiche a colpire i vari soggetti che compongono il mondo della “borghesia mafiosa” vittoriese, può arrivate la politica e l’impegno sociale.  La campagna elettorale in corso potrebbe diventare questo spazio. A Vittoria ci conosciamo tutti e sappiamo bene chi gira intorno a certi affari. E’ semplice: non bisogna cercare il sostegno elettorale di questi soggetti. Non si tratta mica di attivare la palingenesi universale, va soltanto applicato il senso di responsabilità e cioè impedire ogni forma di contatto con l’area delle contiguità, facendo capire alla stessa che non serve. Tutto questo vale in primo luogo per queicolletti bianchiche sono punto di riferimento degli strati popolari che costituiscono il gruppo più consistente di un sistema di rapporti che può essere definito “blocco elettorale anomalo”, cementato degli interessi e dalla condivisione di codici culturali. Ci vuole volontà, un po’ di coraggio e una certa determinazione. Viceversa, per favore, astenersi dal blaterare “legalità” perché di percorsi falsi, pelosi e melodrammatici, molti ne abbiamo piene ... le scatole.