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domenica 17 giugno 2018

LA CITTA' CHE ATTENDE


Vittoria sta vivendo le sue ore più buie. La Direzione Distrettuale Antimafia ha concluso le indagini per scambio elettorale – politico – mafioso, relative alle elezioni amministrative del 2016. Sono state confermate alcune ipotesi di reato che la stampa ha evidenziato. Non mi interessa dare giudizi sulle persone coinvolte, non mi piace, non mi compete e non mi interessa. So solo che questa notizia assesta un colpo troppo forte e pesante alla città. Lo scioglimento per mafia del consiglio comunale è dietro l’angolo. Il Comune, molto probabilmente, verrà commissariato. Sullo sfondo di questo probabile sfregio, ampio e profondo, vedo già ora una rassegnazione spaventosa. 
La politica ha smesso da tempo di affrontare le sfide che doveva accogliere, chiarire e sopraffare; si è chiusa in se stessa e le attività delle organizzazioni criminali hanno preso il sopravvento. La cosi detta società civile ha fatto finta di contrastare gli interessi mafiosi, anzi un pezzo della stessa, quello legato al modo delle imprese e delle professioni, ha fatto affari d’oro con l’economia criminale. La Chiesa, dall’alto, ha visto tutto e lo ha benedetto per poi chiudersi nelle sue nuove e confortevoli sacrestie. 
Insomma, questa città sta affondando nella melma perché le sue istituzioni hanno trattato da fessi le persone oneste e corrette (la grande maggioranza dei vittoriesi) e i disonesti come persone da rispettare
Hanno (politica, società civile e chiesa) giocato sulla non conoscenze e sulla buona fede delle persone per poi farsi i fatti propri. Hanno (politica, società civile e chiesa) avuto gioco facile perché la gente, anche quando è in buonafede, idolatra i potenti, i furbi e gli astuti: “chissu è spertu, è furbu comu una volpe”. Adesso la paura dei furbi si taglia a fette. Qualcuno ha fatto capire che le volpi finiscono sempre in pellicceria, ma il prezzo più alto lo pagherà la città e le sue giovani generazioni.

Precisazione per chi fa finta di non capire