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domenica 16 agosto 2015

FUGNATURA


Il mare di Spinasanta quella mattina aveva un colore strano. Le sue acque, quasi sempre limpide e cristalline, erano diventate torbide e giallognole. In controluce poi traspariva come una patina oleosa che rendeva l'acqua ancora più melmosa.  Il fenomeno negli ultimi anni si ripeteva spesso ed era accompagnato da un lezzo strano che si diffondeva nell'aria. Malgrado ciò la persone che popolavano la spiaggia si tuffano lo stesso. La calura estiva portava a sottovalutare l'evento e poi tutti sapevano che il mare di Spinasanta era tra i più puliti della costa, era stato più volte premiato con il famoso riconoscimento internazionale “cozza d'oro”.

Austino u Piscamari, un vecchio marinaio, da sempre imbarcato in navi e pescherecci, mentre si gustava il suo caffè, al “Bar Mediterraneo”, murmiriava a voce alta:
  • U tubu s'antuppau e ora natammu tutti 'nta merda ... Ci curpa ssa minchia di molo.

E col braccio teso e l'indice spiegato indicava la nuova banchina del porto che era stata costruita con i fondi della regione.

Nunzio Trentatre, da sempre studente in medicina, ascoltava con curiosità le invettive di Austinu. Mosso dalla curiosità gli spiò:
  •  Austì, che stai dicendo? Chi è sta storia? … u molo? … u tubu?

  • Ma chi studi a fare - rispose Austino – t'ha spiego io una cosa ca nun t'ansigna nuddu.

Il vecchio marinaio afferrò una sedia del bar e gli si sedette tipo sacco di patate. Subito, a mo di anfiteatro, si sistemarono Nunzio Tretatrè, Suzzu Mazetta, Meno u Zuccu e tanti altri ancora che erano stati attratti dalle sue parole.

Austino attaccò il suo monologo:
  • Ata sapiri ca tutta l'acqua fitusa provenienti dagli scarichi attaccati a fugnatura di Spinasanta finisci all’interno di una vasca ca è vicino o lanterninu del porto. Tutta sta fitinzia veni trattata e pompata 'nta tubu bello grosso e luongu ca arriva a tre miglia dalla costa. Quando cominciarono i travagghi del nuovo molo nessuno si domandò dove passasse stu tubu. Solo io ci dissi all'ingegnieri dell'impresa di stari attenti. Ma stu lofio nun mi capio ... o fici finta di nun capiri. Intato i massi di calcestruzzu venivano posizionati, e viri caso na puocu unni i misiru?

Menu u Zuccu - portava questo soprannome perché duro di comprendonio - gli domando:
  • Unni i jttaru i pitruna Austì?
  • Inkia, si Zuccu unni ti tuoccunu e tuoccunu - risposte Austino; e poi gli urlo:
  • BACCALA', SUPRA U TUBU!!
  • MINCHIA U NTUPPARU, rispose in coro il piccolo pubblico.
  • E quindi? - Sbottò Suzzu Mazzetta, un piccolo imprenditore che aveva sempre preso appalti regalando bustarelle.
Austino sosprirò, lo guardò e con tono polemico gli disse:
  • E quindi nenti ... in estate, quando calano i mau mau, è normale che la quantita di acqua fitusa aumenta. Se poi piove u caricu di fitizia crisci, u tubo è ntupatu e non riesce a smaltirla. La vasca non riesce a contenerla, tutto esce fuori e finisce a mare e tu - puntanto il dito verso Suzzu - ti fai u bagno nta merda mia, tua e di tutti.



Fatti luoghi e personaggi sono frutto dell'immaginazione ... ogni riferimento è puramente casuale.

venerdì 14 agosto 2015

Semplicemente Scoglitti


Scoglitti doveva essere la Rimini del Sud (mai similitudine fu più infelice), non è diventata neanche lido di Gela (con tutto il rispetto per Gela). Una borgata che viene resa sporca, grumosa, sciatta da tutti i suoi fruitori e che espone senza pudore i danni grandi e piccoli che ciclicamente gli vengono arrecati. La sua bellezza, malgrado i tanti sfregi, rimane intatta. Abbiamo provato a "scassarla" in tutti i modi ma il suo mare, la sua costa, le sue spiagge la rendono comunque unica. Il porto misura il fallimento di tutte le politiche dispiegate (si fa per dire) in questi anni. E' il monumento alla disfatta di un territorio liquefatto dall'incapacità e dall'aridità della sua classe politica. Sta li a farsi consumare dal sole e dal vento senza che nessuno si preoccupi. Potrebbe diventare un volano per il turistico ma fin'ora è riuscito soltanto a “rimodellare”, bene o MALE, la morfologia della costa. Spostandosi da Est o ad Ovest del porto nulla cambia in termini di mortificazione di un territorio. L'abusivismo edilizio ha si sfigurato il paesaggio ma la natura è stata più forte. Chi era convinto di domare le dune e il mare ha fatto male i conti. La lunga lama di cemento armato che doveva contenere l'avanzata del mare sta cedendo. A poco servono gli interventi tampone alla fine crollerà. L'acqua, il vento e il sale vincono sempre. Gli amministratori annunciano, la regione promette, ma i finanziamenti per contenere i danni di una natura che si riprende a modo suo il maltolto arrivano con il contagocce. Invece di trovare un serio rimedio al degrado che negli anni è stato creato vengono avanzati progetti ambiziosi, al culmine del delirio di onnipotenza. Nessuno comprende e comprenderà mai che a Scoglitti non serve nulla di tutto ciò. E' un antico borgo marinaro che va solo riqualificato, rispettato, stimata e valorizzato per quello che è, tenendo in considerazione l'ambiente in cui è inserito. Quando la crisi azzanna e il territorio si impoverisce bisogna mettere in campo più attenzione, più sensibilità, più concretezza. Doti che però mancano da tempo a noi cittadini e quindi, di riflesso, ad una classe politica che si atteggia ad esperta, che spara alto ma che poi precipita tra le umane miserie e spaventosi limiti organizzativi. Oggi, come ogni anno, arriveranno migliaia di vancanzieri ferragostani con il loro carico di birre, agurie e chissaà quant'altro, pronti a spiaggiarsi come tanti tonnacci sugli arenili. Speriamo che almeno quest'anno abbiano rispetto per se stessi e per il luogo che occuperanno per una notte. Scoglitti, nonostante tutto, malgrado noi è e sarà sempre bella, continuerà a metabolizzare ogni forma di deturpazione. Basterebbe avere coscienza di questo per capire cosa potrebbe essere per tutto l'anno e invece non lo è.